Cessaniti e il clima intimidatorio: indagini in corso e non si escludono importanti sviluppi
Nel “mirino” due sacerdoti, il vescovo e donne impegnate nell’associazionismo. Si stringe il cerchio attorno alla frazione di Pannaconi mentre la comunità fa quadrato attorno ai due parroci
Resta alta la tensione a Cessaniti, Pannaconi e dintorni dopo le ultime intimidazioni che non hanno risparmiato la Chiesa, i sacerdoti e persino il vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Attilio Nostro. Un “clima” incandescente dove a farne le spese sono anche figure impegnate nell’associazionismo come la presidente dell’associazione “Crisalide”, Romina Candela, destinataria anche lei di una lettera con minacce ed insulti. Due i sacerdoti finiti nel “mirino”: don Felice Palamara e Francesco Pontoriero. Il primo è stato destinatario di lettere con insulti e minacce, poi del danneggiamento della propria auto e, da ultimo, del versamento di candeggina nelle ampolle dell’acqua e del vino durante la celebrazione della messa di sabato scorso, con rischi aggravati dal fatto che don Palamara è un soggetto cardiopatico e soffre di asma. Don Francesco Pontoriero è stato invece destinatario di lettere con minacce, mentre un gatto morto è stato fatto ritrovare sul cofano della sua autovettura con accanto un biglietto dai toni minacciosi e la scritta “Ve la faremo pagare”.
Le lettere e le minacce
Quasi identico il contenuto delle lettere fatte recapitare ai due sacerdoti e nelle quali non viene risparmiato neppure il vescovo di Mileto, Attilio Nostro, accusato dagli ignoti “postini” (anche con missive allo stesso dirette) di aver nominato a Cessaniti e Pannaconi due nuovi sacerdoti al posto dei precedenti. Don Felice Palamara è parroco delle chiese Maria Santissima della Lettera e di San Nicola, entrambe a Pannaconi. C’è chi, dunque, non solo non accetta le decisioni interne della Chiesa locale, ma pensa di avvelenare il clima nascondendosi dietro intimidazioni e un’escalation di minacce che a Cessaniti sinora avevano risparmiato parroci e sacerdoti. “La mia vendetta si chiama amore verso chiunque sia stato. Qualsiasi cosa è stata fatta – ha scritto sui social don Palamara dopo l’ultima intimidazione – per me è e rimane quel fratello solamente da amare, anche se la giustizia dovrà fare il suo corso”.
Le indagini
Sul fronte delle indagini, tutto è in mano ai militari dell’Arma della Stazione di Cessaniti – che hanno raccolto le denunce dei due sacerdoti – e dei carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia. Per don Felice Palamara è scattata la vigilanza radiocontrollata e altre misure. L’Arma non sta lasciando nulla al caso e i risultati non dovrebbero tardare ad arrivare. Tutti gli impianti di videosorveglianza di Cessaniti, Pannaconi e dintorni vengono “studiati” e visionati dai carabinieri nel tentativo di risalire all’autore (o agli autori) delle missive e delle altre intimidazioni. Nulla viene lasciato al caso, avendo gli investigatori già da tempo “inquadrato” la situazione e le indagini sarebbero a buon punto anche se nulla trapela e sul caso i carabinieri – coordinati dalla Procura di Vibo Valentia – mantengono, giustamente, il più stretto riserbo. Altre missive sarebbero state infatti inviate nelle scorse settimane anche nei confronti di altri soggetti che operano a Cessaniti, un territorio non facile e già al centro della maxioperazione Rinascita Scott che ha duramente colpito la ‘ndrina dei Barbieri (legata ai più potente clan di Zungri guidato dagli Accorinti) che ha proprio a Pannaconi e Cessaniti le sue roccaforti. Il tutto va ad inserirsi, peraltro, in una situazione politica che vede attualmente il Comune di Cessaniti commissariato dopo le dimissioni nel mese di agosto da parte del sindaco, Francesco Mazzeo, a seguito di alcune nostre inchieste giornalistiche che hanno dato conto delle risultanze dell’inchiesta Maestrale-Carthago in ordine alle ingerenze dei clan nella vita del Municipio (LEGGI QUI: Inchiesta Maestrale: gli agganci del capoclan negli uffici del Comune di Cessaniti e QUI: Inchiesta Maestrale, la Dda: «Amministrazione comunale di Cessaniti da tempo in mano alla ‘ndrina») ). Il Comune è in particolare attualmente retto da un commissario prefettizio (Sergio Raimondo) inviato dalla Prefettura di Vibo (affiancato da un sub commissario) dopo le dimissioni del primo cittadino, ma si tratta di un ente locale – quello di Cessaniti – chiamato alle urne nel giugno prossimo insieme ad altri 13 Comuni del Vibonese (città capoluogo compresa). E’ chiaro, quindi, che l’attenzione delle forze dell’ordine e della Prefettura resta altissima su Cessaniti (non escluso comunque l’invio di una Commissione di accesso agli atti al Comune – ancora possibile – per accertare la presenza di infiltrazioni mafiose, specie se l’opera del commissario non dovesse bastare per “bonificare” il Municipio) e si potrebbero registrare importanti novità già nei prossimi giorni. Di certo, difficilmente l’escalation di intimidazioni e violenze resterà impunita.
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