Alluvione 2006, prescritti i reati di omicidio colposo e omissione di atti d’ufficio
Resta in piedi solo il reato di disastro colposo. Tra gli imputati ex amministratori della Provincia ed ex funzionari del Comune di Vibo Valentia
Si sgonfia, a causa della prescrizione, il processo “Bis” per l’alluvione del 3 luglio del 2006 che causò tre morti e danni per oltre 100 milioni di euro, con un intero tessuto economico finito in ginocchio.
Nel corso dell’ultima udienza il Tribunale, presieduto da Vincenza Papagno, ha chiesto ai difensori dei 15 imputati se intendessero rinunciare alla prescrizione dei reati relativi all’omicidio colposo plurimo ed all’omissione di atti d’ufficio. Richiesta non accolta dal collegio difensivo.
Per quei due capi di imputazione, dunque, non sarà più possibile procedere in sede penale. Resta in piedi soltanto la contestazione di disastro colposo, ma anche questa si sta rapidamente avviando verso la prescrizione.
Gli imputati sono l’ex presidente della Provincia Gaetano Bruni, l’ex assessore Paolo Barbieri (che all’epoca dei fatti aveva la delega all’Urbanistica), gli ex dirigenti del Comune di Vibo Valentia, Giacomo Consoli, Silvana De Carolis ed Ugo Bellantoni, il funzionario responsabile dell’area centrale di Vibo del Dipartimento Lavori pubblici della Regione, Pietro Paolo La Rosa, l’ex comandante della polizia municipale di Vibo Valentia, Domenico Corigliano, i funzionari e responsabili dell’autorità di Bacino della Regione, Giovanni Ricca, Ottavio Amaro, e Filippo Valotta, tecnico del Nucleo industriale di Vibo. A costituirsi parte civile furono, oltre naturalmente i familiari delle vittime, 17 privati cittadini, il Wwf e Legambiente.