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Intimidazioni nel Vibonese: ancora nel “mirino” il parroco di Pannaconi

Il sacerdote a cui nei giorni scorsi è stata danneggiata l’auto costretto ora a sporgere denuncia dopo il ritrovamento di una lettera minatoria sul parabrezza della stessa vettura

Intimidazioni nel Vibonese: ancora nel “mirino” il parroco di Pannaconi
Felice Palamara

Don Felice Palamara, parroco della chiesa San Nicola di Pannaconi ancora nel “mirino”. Dopo l’auto rigata circa dieci giorni fa e la conseguente ondata di solidarietà giunta da più parti, lo stesso parroco si è visto costretto a sporgere una nuova denuncia ai carabinieri della Stazione di Cessaniti. Il sacerdote, infatti, è stato destinatario nelle scorse ore di una lettera minatoria lasciata da ignoti sul parabrezza della sua auto, la stessa Fiat Punto in precedenza danneggiata. Una volta presa in mano la missiva e letto il contenuto, a don Felice Palamara non è rimasto che recarsi nella locale Stazione dell’Arma e denunciare l’accaduto. Indagini in corso, dunque, da parte dei carabinieri, nel tentativo di risalire all’autore o agli autori che hanno “concepito” la missiva preoccupandosi di lasciarla sul parabrezza della macchina del sacerdote. I militari dell’Arma sono impegnati a capire se tra i due episodi, che vedono vittima don Palamara, vi siano dei collegamenti o se, invece, si tratta di “mani” diverse per motivazioni differenti. Il “clima” resta in ogni caso “incandescente” a Cessaniti e dintorni, atteso che mercoledì scorso si era avuta notizia di altra lettera minatoria – contenente offese, insulti e minacce – indirizzata a Romina Candela, presidente dell’associazione “Crisalide” ed anche lei, come don Palamara, fortemente impegnata nel sociale. «Chiudo la busta e vado avanti. Perché io sono libera… voi no» aveva dichiarato nell’immediatezza la Candela, anche lei pronta a sporgere denuncia ai carabinieri. «Il silenzio è finito, mi vendico con l’amore ed il perdonoaveva invece scritto il parroco don Palamara dopo aver ritrovato l’auto rigata perché l’arma che conosco ed uso sarà solamente il perdono che mi renderà libero». In precedenza, invece, sempre a Pannaconi una giovane Guardia medica era stata aggredita nel domicilio di un paziente ed è dovuta ricorrere alle cure del Pronto soccorso dell’ospedale di Vibo. Cosa accade, dunque, a Cessaniti e dintorni e chi, e per quali scopi, starebbe agendo per minare la pace sociale e accendere i “riflettori” sull’intero territorio comunale? Interrogativi ai quali saranno le indagini a dover fornire le giuste risposte. Da ricordare che attualmente anche la vita politica a Cessaniti vive un momento “particolare”, atteso che il Comune è retto da un commissario prefettizio (affiancato da un sub commissario) dopo le dimissioni del sindaco Francesco Mazzeo a seguito di alcune nostre inchieste su mafia e politica (LEGGI QUI: Inchiesta Maestrale: gli agganci del capoclan negli uffici del Comune di Cessaniti e QUI: Inchiesta Maestrale, la Dda: «Amministrazione comunale di Cessaniti da tempo in mano alla ‘ndrina») che danno conto delle risultanze dell’operazione della Dda denominata Maestrale-Carthago.

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