La ditta pignorata da Equitalia non paga gli stipendi. Lavoratori in catene a Pizzo
Paradossale situazione per i lavoratori addetti allo spazzamento che attendono ancora due mensilità e la quattordicesima dall’Eurocoop.
Tornano a far sentire la propria voce i lavoratori addetti allo spazzamento nel comune di Pizzo, operanti per conto della società Eurocoop. Gli stessi hanno dato vita, questa mattina, ad una ferma protesta che ha portato alcuni di loro ad incatenarsi nell’atrio del Comune per richiamare l’attenzione sul mancato pagamento di due mensilità (più la quattordicesima) da parte della ditta.
Una vicenda paradossale, la loro, che li rende vittime di una diatriba burocratica nelle pieghe della quale l’Eurocoop, sottoposta a pignoramento da parte di Equitalia, si è vista di fatto bloccati, per effetto della procedura speciale prevista dalla legge, tutti i crediti vantati nei confronti del Comune, sia quelli maturati che quelli futuri. Ragion per cui il Comune non può pagare la ditta e, di conseguenza, la stessa azienda non provvede a trasferire le dovute spettanze agli operai. I lavoratori hanno fatto appello anche alle procedure per l’intervento sostitutivo da parte del Comune, affinché il pagamento dei debiti dell’appaltatore venga effettuato direttamente dall’amministrazione appaltante, ma, anche in questo caso, la strada si è rivelata impraticabile a causa delle disposizioni vigenti.
Ciononostante i lavoratori, come ha ricordato il sindacato Slai Cobas che ha preso in carico la loro vertenza, «dimostrando notevole professionalità e senso di responsabilità», hanno continuato a svolgere il servizio «garantendo la città pulita per tutta la stagione estiva e, da ultimo, anche in occasione delle celebrazioni del bicentenario murattiano che si sono recentemente concluse. Si tratta – per Nazzareno Piperno, segretario Slai Cobas Vibo – di un evidente classico pasticcio all’italiana, in cui tutti hanno ragione e nessuno torto, ma dove a pagare sono sempre i lavoratori e lo loro famiglie, vasi di cristallo tra vasi di ferro».
Una situazione «insostenibile che non può durare a lungo» e rispetto alla quale il sindacato annuncia che si muoverà in sede giudiziaria «con tutte le necessarie iniziative e l’attivazione degli strumenti di autotutela da parte dei lavoratori, compresa l’eccezione di inadempimento con annesso rifiuto di effettuare la prestazione lavorativa». Si chiede quindi l’intervento di sindaco e prefetto affinché «si raggiunga una soluzione in tempi brevi che superi i beceri ostacoli tecnico-giuridici». Attestazioni di solidarietà sono giunte dal Comune di Pizzo, con il vicesindaco e assessore all’Ambiente, Fabrizio Anello, che si è unito questa mattina alla protesta denunciando peraltro «i limiti di una situazione che impedisce al Comune di subentrare come ente sostitutivo nel pagamento degli stipendi» e lodando in ogni caso i lavoratori per «la sensibilità dimostrata nel proseguire nella loro prestazione d’opera».