venerdì,Novembre 29 2024

Rinascita Scott: proroga per le motivazioni della sentenza d’appello, sospesi i termini di custodia

Decisione della Corte d’Appello di Catanzaro per il troncone del maxiprocesso celebrato in primo grado con rito abbreviato

Rinascita Scott: proroga per le motivazioni della sentenza d’appello, sospesi i termini di custodia
La Corte d'Appello di Catanzaro e nei riquadri Pasquale Gallone, Gregorio Giofrè, Francesco Antonio Pardea e Mommo Macrì
Gregorio Gasparro

Saranno necessari ulteriori 90 giorni di tempo per il deposito delle motivazioni della sentenza relativa al troncone di Rinascita Scott celebrato in primo grado con il rito abbreviato. Questa la decisione della Corte d’Appello di Catanzaro (presidente Caterina Capitò, giudici consiglieri Antonio Giglio e Carlo Fontanazza) che ha emesso la sentenza di secondo grado il 30 ottobre scorso. Tale decisione di prorogare di tre mesi il tempo necessario per il deposito delle motivazioni della sentenza ha portato la Corte anche alla decisione di sospendere i termini massimi di custodia cautelare in atto applicata a tutti gli imputati detenuti che non verranno così nel frattempo scarcerati. Atteso quindi che il provvedimento di sospensione dei termini durante la pendenza del termine per il deposito della motivazione della sentenza non esige altra motivazione, ecco l’ordinanza di sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare durante la pendenza dell’ulteriore termine di 90 giorni. La principale accusa è quella di associazione mafiosa, ma non mancano le contestazioni per diversi tentati omicidi, narcotrafficointestazione fittizia di beni, estorsione, corruzione, danneggiamento, detenzione illegale di armi ed usura.    

Pasquale Gallone

Tutti gli imputati ritenuti responsabili per il reato associativo sono stati condannati anche al risarcimento dei danni nei confronti dei Comuni costituiti parti civili.  Le pene più alte in primo grado erano state comminate ai seguenti imputati: Mommo Macrì, Luciano Macrì, Saverio Sacchinelli, Francesco Antonio Pardea, Gregorio Niglia, Pasquale Gallone.
Domenico Camillò, posto a capo del clan Pardea-Camillò-Macrì di Vibo Valentia è stato condannato a 15 anni e 4 mesi, mentre Gregorio Gasparro di San Gregorio d’Ippona si è beccato 16 anni.  Per Gregorio Giofrè, anche lui di San Gregorio d’Ippona, la condanna ammonta a 13 anni e 4 mesi. Processo totalmente da rifare (ripartendo dal primo grado) per Francesco Gasparro di San Gregorio d’Ippona. Assoluzione per l’impiegata del Tribunale di Vibo (sezione Lavoro) Carmela CarielloConfermate anche quattro assoluzioni del primo grado che erano state appellate dalla Procura di Catanzaro: Emanuela Chillà, Antonio Di Virgilio, Maurizio Fiumara di Pizzo e l’avvocato ed imprenditore vibonese Vincenzo Renda. [SCORRI IN BASSO E CLICCA SU “AVANTI” PER LEGGERE I NOMI DEGLI IMPUTATI E LE CONDANNE]

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