Abuso d’ufficio e falso, indagato l’ex prefetto di Vibo Giovanni Bruno
La Procura di Viterbo ha chiesto per lui il rinvio a giudizio. Avrebbe autorizzato un matrimonio in piena pandemia e condizionato il risultato elettorale a Corchiano
Abuso d’ufficio e falso. Queste le accuse per le quali la Procura di Viterbo ha chiesto al gup del locale Tribunale il rinvio a giudizio nei confronti dell’attuale prefetto di Terni Giovanni Bruno, già alla guida anche della Prefettura di Vibo Valentia dall’agosto 2013 al 27 dicembre 2015. Le contestazioni risalgono al periodo in cui Giovanni Bruno era prefetto di Viterbo. Secondo l’accusa, Giovanni Bruno avrebbe provocato il 4 ottobre del 2021 “l’alterazione del risultato legittimamente scaturito dal primo scrutinio” riguardante le elezioni amministrative svolte a Corchiano, in provincia di Viterbo. Dopo il riconteggio e la riassegnazione di un voto, il risultato ufficiale determinò il pareggio fra i due candidati e si tornò al voto due settimane dopo. Ad urne sigillate e verbali di scrutinio già compilati, secondo la Procura il prefetto Bruno avrebbe chiamato il presidente della prima sezione elettorale per imporre il riconteggio di tutte le schede, posto che uno dei candidati era risultato vincitore con due soli voti di scarto. Di fronte alle perplessità del presidente di sezione – ha ricostruito l’inchiesta – Bruno avrebbe ordinato perentoriamente di ripetere le operazioni. “Lei deve fare quello che dico io”, le parole attribuite all’allora prefetto di Viterbo. Dopo il riconteggio e la riassegnazione di un voto, il risultato ufficiale vide il pareggio fra i due candidati, con il ballottaggio che due settimane dopo consegnò la vittoria a quello già vincitore dopo il primo scrutinio annullato. Con il suo operato, ad avviso dei pm, Bruno avrebbe “abusato del suo ufficio interferendo indebitamente nelle operazioni mediante il condizionamento dei presidenti di seggio alterando il risultato e recando conseguentemente un danno ingiusto ad uno dei candidati”.
La seconda accusa per la quale è stato chiesto il rinvio a giudizio di Giovanni Bruno risale invece a fatti datati 24 aprile 2021 quando, in pieno periodo di restrizioni dovute alla pandemia da covid, il prefetto Giovanni Bruno avrebbe autorizzato lo svolgimento di un evento tenuto in un noto ristorante in un comune dei Monti Cimini, solitamente utilizzato per le cerimonie, che sarebbe poi diventato un vero e proprio matrimonio con tanto di invitati. Secondo il difensore legale del prefetto di Terni, Enrico Valentini, il suo assistito avrebbe semplicemente autorizzato uno shooting fotografico nel rispetto delle norme anticovid. A coordinare le indagini i pm Massimiliano Siddi e Michele Adragna. L’udienza preliminare è fissata al 7 marzo prossimo.
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