mercoledì,Novembre 6 2024

Il Riesame di Vibo annulla il sequestro di un terreno all’imprenditore Cascasi

Per il Tribunale i lavori effettuati non necessitavano del rilascio di alcun permesso

Il Riesame di Vibo annulla il sequestro di un terreno all’imprenditore Cascasi
Francesco Cascasi

Il Tribunale del Riesame di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Antonio Di Matteo, ha annullato il decreto di convalida di sequestro preventivo emesso dal gip il 31 ottobre scorso avente ad oggetto un terreno di circa diecimila metri quadri – di proprietà dell’imprenditore Francesco Cascasi – interessato da lavori di sbancamento e di terrazzamento nel territorio comunale di Briatico (località Sant’Irene). Per il Tribunale, il motivo di riesame avente ad oggetto l’insussistenza del fumus commissi delicti “è fondato e merita accoglimento”. I giudici osservano in via preliminare che a Francesco Cascasi viene contestato di aver eseguito lavori di movimentazione e sbancamento di terreni senza la prescritta autorizzazione e su beni sottoposti a vincolo paesaggistico, nonché di aver realizzato tali lavori senza titolo abilitativo e in area demaniale marittima. Ciò posto, sulla base della documentazione prodotta, per i giudici “si evince che i lavori posti in essere da Cascasi sul terreno hanno riguardato la pulizia e il livellamento di due terrazzamenti preesistenti con piccole movimentazioni del terreno stesso”. Il consulente nominato in sede amministrativa dal Tar ha accertato che i lavori effettuati non hanno comportato alterazioni permanenti dello stato dei luoghi, in quanto si è trattato di livellamenti con punte massime di movimentazione di terreno che si aggirano intorno al metro, necessari per uniformare il terreno su cui impiantare delle piante grasse e l’area in oggetto non ha subito fenomeni di dissesto o propensione allo smottamento di tipo idrogeologico”. A fronte di tale tipologia di interventi, sia per il Tar che per il Tribunale del Riesame, non era necessario il rilascio di alcun permesso. Infine il Tribunale fa notare che gli interventi realizzati da Cascasi “sono stati eseguiti ad una distanza di 150 metri dal mare e cioè in una porzione non rientrante nell’area del demanio marittimo”. Da qui l’annullamento del sequestro.

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