Giustizia bloccata a Vibo, il Ministero decide di ascoltare a Roma gli avvocati
Occasione storica per le toghe vibonesi di poter illustrare nel dettaglio tutte le criticità del locale Tribunale alle prese con carenze di giudici e personale amministrativo che impediscono la definizione delle cause in tempi accettabili


Non è rimasto inascoltato l’accorato appello degli avvocati vibonesi al Governo Meloni. Il Ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio ha infatti concesso un’audizione alle toghe del Foro di Vibo Valentia che avranno così l’occasione storica di poter rappresentare ai vertici del Dicastero di Arenula a Roma la situazione di estrema difficoltà nella quale si trovano ad operare giudici e avvocati alle prese con migliaia di cause da smaltire nel settore civile, nella sezione lavoro e dinanzi al giudice di pace. Una situazione senza eguali nel resto del Paese, tanto che una recente classifica del quotidiano economico “Sole 24 Ore” ha relegato il Tribunale di Vibo all’ultimo posto in Italia quanto a durata media di una causa civile. Una situazione insostenibile dovuta alla carenza di magistrati in organico che rende impossibile lo smaltimento di tutto l’arretrato accumulando ritardi su ritardi con i cittadini costretti in diversi casi ad aspettare anche dieci anni per la definizione di una causa di lavoro. L’Ordine degli avvocati di Vibo Valentia per richiamare l’attenzione sulla situazione in cui versa l’amministrazione della giustizia nel locale Tribunale aveva deciso di scrivere nei giorni scorsi direttamente al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Consiglio Superiore della Magistratura, al Consiglio nazionale forense, al Ministero della Giustizia e agli uffici giudiziari del distretto. La prima importante risposta è quindi ora arrivata dal Ministero della Giustizia che ha deciso di ascoltare il presidente dell’Ordine degli avvocati di Vibo, Franco De Luca (unitamente ad una delegazione di toghe vibonesi), nella giornata del 23 gennaio prossimo. L’allarme sulla drammatica situazione nel palazzo di giustizia di Vibo – quanto a tempi record per la definizione di una causa – era stato lanciato ripetutamente anche dal presidente del Tribunale, Antonino Di Matteo, che aveva denunciato la scopertura degli organici dei giudici e anche la carenza di personale amministrativo. Una “segnalazione” capace di richiamare l’attenzione del Consiglio Superiore della Magistratura e del Ministero della Giustizia che hanno tentato lo scorso anno di rafforzare gli organici anche attraverso l’istituto degli anticipati e posticipati possessi, ma che non è bastata a sanare la situazione. Ora, quindi, la possibilità per gli avvocati vibonesi di poter illustrare nel dettaglio al Ministero della Giustizia ciò di cui necessita il Tribunale di Vibo Valentia per poter funzionare regolarmente e non essere più indicato quale fanalino di coda nelle varie classifiche che analizzano la “Qualità della vita”. Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Vibo aveva così deciso di chiedere un incontro al Ministero della Giustizia per “addivenire ad una soluzione capace di far cessare una situazione inaccettabile situazione”, preannunciando anche uno stato di agitazione in mancanza di risposte adeguate. seguiranno altre “ferme iniziative”. Gli avvocati hanno denunciato di sentirsi “mortificati” per i continui rinvii delle cause che vanno di fatto a vanificare il loro lavoro mettendoli in grosse difficoltà con i clienti. Senza contare che un cittadino rimasto privo di tutela perde progressivamente fiducia nelle istituzioni, nei suoi rappresentanti e nella stessa classe forense alla quale viene di fatto impedito l’esercizio della professione forense e negata la possibilità di tutela di ogni diritto. A seguito dell’accorato appello degli avvocati viboonesi erano intervenuti a loro sostegno i consiglieri regionali Antonello Talerico e Antonio Lo Schiavo.
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