Dal Comune di Soriano a quello di Vibo, l’indagine per bancarotta e il possibile interesse della Prefettura
Tra gli indagati dell’inchiesta della Procura e della Guardia di finanza c’è anche il cognato di una consigliera comunale vibonese. Lo stesso figura pure nella relazione di scioglimento degli organi elettivi del Municipio di Soriano Calabro per infiltrazioni mafiose. Ecco tutti i retroscena e il perchè i “riflettori” potrebbero presto riaccendersi su “Palazzo Luigi Razza”
Potrebbe interessarsi anche la Prefettura di Vibo Valentia all’ultima inchiesta della Procura che mira a far luce su una bancarotta fraudolenta patrimoniale “per distrazione” e che ha portato la Guardia di finanza a sequestrare in via preventiva disponibilità finanziarie per cinque milioni di euro. Il motivo dell’interessamento da parte dell’Ufficio territoriale del Governo è presto detto: tra gli indagati dell’inchiesta figura, oltre alla consigliera comunale di Vibo Elisa Fatelli, anche il cognato di quest’ultima e tale nominativo – cioè quello di Filippo Raffaele – è ripetutamente menzionato nella relazione della Commissione di accesso agli atti che ha portato allo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Soriano Calabro per infiltrazioni mafiose. E’ bene subito chiarire che nell’inchiesta per bancarotta fraudolenta non vengono formulate dalla Procura di Vibo accuse mosse in concorso ad Elisa Fatelli e al cognato Filippo Raffaele, ma quest’ultimo è comunque indagato in concorso con il fratello Antonio Raffaele (distrazione dalle casse della società “Pianeta Casa” della somma di 1.204.190,91 euro). Antonio Raffaele è il marito della consigliera comunale Elisa Fatelli. Sia Fatelli che il marito sono quindi i destinatari della misura cautelare di interdizione del divieto temporaneo di esercitare attività economiche e imprenditoriali per sei mesi emessa dal gip del Tribunale di Vibo.
I rilievi su Filippo Raffaele nella relazione sul Comune di Soriano
Nella relazione di scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Soriano, al vicesindaco Salvatore Inzillo viene “contestato” di essere il «nipote Filippo Raffaele, ex sorvegliato speciale tratto in arresto nel luglio 1999 dalla Dia di Catanzaro in un’inchiesta della Dda di Firenze unitamente ad esponenti ed affiliati al locale di ‘ndrangheta di Limbadi per associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose». Ora si dà il caso che tale ex sorvegliato speciale – di cui in altri passaggi della relazione vengono annotati dei pregiudizi in materia di armi e altri reati – non è solo zio dell’ex vicesindaco di Soriano, Salvatore Inzillo, ma è anche il cognato dell’attuale consigliera comunale di Vibo Valentia Elisa Fatelli, eletta fra le fila della maggioranza a sostegno del sindaco Maria Limardo e poi passata all’opposizione o quasi. La stessa Fatelli ricopre anche attualmente anche la carica di consigliere provinciale (eletta con “Coraggio Italia”).
Il possibile interesse della Prefettura anche per il Comune di Vibo
Stando così le cose, naturalmente c’è da chiedersi se la parentela controindicata valga solo per l’ex amministratore del Comune di Soriano Calabro (l’allora vicesindaco Salvatore Inzillo) oppure anche per la consigliera comunale di Vibo Valentia Elisa Fatelli, posto che al centro dei rilievi vi è sempre la figura di Filippo Raffaele, ora indagato nell’inchiesta della Procura di Vibo che mira a far luce sulla bancarotta fraudolenta di “Pianeta Casa” e su altre società della famiglia Raffaele di Soriano Calabro. Tra i paradossi di tale vicenda ci sono, peraltro, da registrare due fatti storici: 1) il procedimento penale che ha dato origine all’inchiesta per bancarotta fraudolenta sulle società della famiglia Raffaele e della Fatelli nasce da una relazione redatta dall’avvocato (ed attuale sindaco di Vibo) Maria Limardo nelle vesti di curatore fallimentare della “Pianeta Casa Srl”, azienda dichiarata fallita nell’ottobre del 2016; 2) il sindaco Maria Limardo è stata chiamata in Prefettura a Vibo il 17 marzo 2022 a pronunciarsi sullo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Soriano Calabro quale componente del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e proprio in tale sede, quindi, può aver avuto contezza dei rilievi che nella relazione venivano mossi anche alla figura di Filippo Raffaele che – ripetiamo – è anche cognato della consigliera comunale di Vibo (eletta nella maggioranza a sostegno della Limardo) Elisa Fatelli.
Gli altri paradossi sul Comune di Vibo
Altra situazione paradossale fa invece riferimento al fatto che all’interno del Consiglio comunale di Vibo sono ben dieci i consiglieri comunali richiamati – proprio per rapporti o parentele controindicate – nelle carte delle operazioni antimafia Rinascita Scott, Rimpiazzo e Nuova Alba. Da ultimo nelle scorse settimane ci siamo soffermati sulla partecipazione di un consigliere comunale – Giuseppe Cutrullà – ad una cena (richiamata nell’inchiesta “Maestrale-Carthago” dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo) alla quale erano presenti anche il boss Gregorio Gasparro di San Gregorio d’Ippona (condannato a 16 anni anche in appello nel maxiprocesso in abbreviato Rinascita Scott) e l’imprenditore Mario Lo Riggio (di recente condannato in primo grado a 17 anni in Rinascita Scott), oltre all’ex consigliere regionale Vito Pitaro, leader a Vibo della formazione politica “Città Futura”. Sul Comune di Vibo Valentia – di cui Maria Limardo è sindaco – è infine aperta da tempo un’inchiesta da parte del pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, di cui abbiamo dato notizia (LEGGI QUI: Inchiesta sul Comune di Vibo, ecco le ipotesi di reato e tutti i documenti acquisiti) nell’ottobre 2019 (l’amministrazione Limardo si è insediata nel giugno 2019) quando le Fiamme Gialle del comando provinciale – su delega della Procura antimafia – hanno acquisito una mole enorme di documenti proprio al Municipio di Vibo ipotizzando i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose. Inchiesta, da quanto ci risulta, non oggetto di archiviazione e, quindi, tuttora in corso. Ecco perché – alla luce di tutti tali elementi – i riflettori della Prefettura potrebbero accendersi presto (ed ulteriormente) anche sul Comune di Vibo Valentia sebbene la consiliatura sia ormai agli sgoccioli. In tal senso il recente invio della Commissione di accesso agli atti al Comune di Mileto (anche questo a scadenza di consiliatura) dovrebbe insegnare qualcosa. O forse no?
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