Commissione d’accesso a Mileto, ecco cosa già emerge dalle inchieste e da altri legami
La Prefettura di Vibo accende i riflettori sul Comune per portare alla luce condizionamenti ed eventuali infiltrazioni mafiose nella vita dell’ente. Dalle parentele con soggetti arrestati per ‘ndrangheta sino alle partecipazioni a funerali e compleanni da parte di consiglieri e assessori
E’ composta dal viceprefetto di Vibo Roberto Micucci, dal comandante dei carabinieri del Norm di Serra San Bruno Fabio Russo e dal commissario capo della Polizia di Stato Francesco Raimondo (dirigente dell’Ufficio Prevenzione della Questura di Vibo), la triade dei componenti della Commissione di accesso agli atti, inviata dal prefetto Giovanni Paolo Grieco, al Comune di Mileto. Avrà tre mesi di tempo (prorogabile di altri tre) per portare alla luce eventuali infiltrazioni mafiose nella vita dell’ente. Gli organi elettivi erano già stati sciolti per condizionamenti della locale criminalità organizzata nel 2012 quando alla guida dell’amministrazione comunale si trovava il sindaco Vincenzo Varone. Tre suoi ex assessori – Vincenzo Nicolaci, Domenico Colloca e Antonino Fogliaro – sono stati arrestati con l’accusa di associazione mafiosa nella recente operazione della Dda di Catanzaro denominata Maestrale-Carthago e tra i compiti della Commissione di accesso agli atti vi è anche quello di stabilire se gli stessi abbiano avuto un ruolo pure nelle ultime elezioni comunali che hanno portato alla vittoria elettorale l’attuale sindaco Fortunato Salvatore Giordano. Vincenzo Nicolaci, secondo l’accusa dell’operazione Maestrale, si sarebbe infatti posto quale personaggio di riferimento del sodalizio mafioso di Mileto, soprattutto nel settore dello smaltimento dei rifiuti, anche quando non rivestiva più il ruolo di assessore comunale. Avrebbe così favorito il sodalizio pure nei periodi in cui non ricopriva alcuna carica pubblica, “sfruttando le sue entrature, informandosi sui bandi di gara nell’interesse dell’organizzazione e partecipando anche alla consumazione di specifici delitti, quali le spedizioni punitive”. Domenico Colloca si sarebbe invece posto quale imprenditore di riferimento del sodalizio di Mileto, soprattutto nel settore della gestione dei catering e delle mense scolastiche, non dimenticando la distribuzione dei pasti ai centri per gli immigrati. Avrebbe inoltre provveduto al sostentamento economico in carcere dell’ex assessore Antonino Fogliaro, già arrestato per narcotraffico internazionale nell’operazione Stammer.
L’assessore Luccisano al compleanno di Tavella
Sicuramente al vaglio della Commissione di accesso agli atti passerà la partecipazione dell’allora consigliere comunale Pasquale Luccisano – assessore dal dicembre 2021 – al compleanno di Benito Tavella, pluripregiudicato di San Giovanni di Mileto ed ora tra gli arrestati dell’operazione Maestrale nella quale figura coinvolto anche il padre Fortunato. Il compleanno è stato festeggiato in un ristorante-pizzeria di Mileto in data 11 gennaio 2020 e i carabinieri dispongono pure di un video della serata (postato sui social network da uno dei partecipanti alla festa) alla quale ha preso parte anche la cantante Teresa Merante, già alla ribalta delle cronache nazionali per i testi di alcune sue canzoni inneggianti ai latitanti, ai carcerati e ad esponenti di mafia e ‘ndrangheta (la stessa è stata protagonista del videoclip girato a Nicotera insieme al sindaco Giuseppe Marasco nel quale augurava buon anno ai carcerati “nelle galere segregati” augurandogli di tornare presto in libertà). Da ricordare che il festeggiato Benito Tavella nell’ottobre del 2008 è rimasto vittima di un agguato a San Giovanni di Mileto, restando paralizzato agli arti inferiori muovendosi attualmente solo con una carrozzina. Da ultimo arrestato per spaccio di droga e per la rapina ad un portavalori delle Poste (poi scarcerato dal Riesame), Benito Tavella è anche il fratello di Michele Tavella con cui è rimasto ferito in altro agguato avvenuto il 21 dicembre 2005 lungo la provinciale Mileto-Dinami, mentre lo stesso Michele Tavella (pluripregiudicato) è stato infine ucciso il 7 ottobre 2006 a Mileto mentre si trovava sulla sedia di un barbiere. Nei confronti di Benito Tavella e del padre Fortunato Tavella, unitamente a Rocco Gagliardi (anche lui presente alla festa di compleanno), la Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’operazione Maestrale-Carthago. I Tavella sono anche zii e cugini del più noto Michele Iannello, collaboratore di giustizia, e condannato all’ergastolo per l’omicidio del bimbo americano Nicolas Green ucciso sull’autostrada nel settembre 1994 durante un fallito tentativo di rapina dell’auto guidata dal padre. Alla tavolata per festeggiare il compleanno di Benito Tavella era presente anche Domenico Luccisano, zio dell’assessore Pasquale Luccisano.
Il silenzio del sindaco Giordano
Dinanzi alle risultanze dell’operazione Maestrale-Carthago in ordine alla partecipazione di un esponente politico locale al compleanno di Benito Tavella – con il caso sollevato dalla nostra testata il 6 giugno scorso – si è registrato sinora il silenzio da parte del sindaco Salvatore Fortunato Giordano che nulla ha mai detto sull’accaduto lasciando peraltro al proprio posto di assessore Pasquale Luccisano (che detiene una delega importante come l’Urbanistica)il quale si era invece scusato, con una missiva indirizzata a Il Vibonese.it, sostenendo di essersi trovato “casualmente” al compleanno e che a causa della sua giovane età non conosceva i trascorsi criminali dei Tavella. Da sottolineare che il Comune di Mileto (legalmente rappresentato dal sindaco) si troverà stamane – all’apertura dell’udienza preliminare di Maestrale-Carthago – ad avanzare al gup richiesta di costituzione di parte civile dell’ente anche contro gli stessi Tavella (e Gagliardi) con i quali si trovava tranquillamente a cena l’assessore Luccisano. Ed è utile quindi ricordare che i consiglieri comunali all’atto dell’insediamento giurano fedeltà alle leggi ed alla Costituzione repubblicana che all’art. 54, non a caso, recita: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplinaed onore”.
Gli altri rilievi sugli amministratori
L’attenzione della Commissione di accesso agli atti potrebbe quindi prendere in esame alcuni legami della consigliera comunale Rosa Alba Gangemi (prima cugina del sindaco Giordano), sino al novembre 2022 assessore allo Sport, al turismo ed agli spettacoli. Il figlio della Gangemi è infatti sposato con la figlia di Vincenzo Corso, quest’ultimo arrestato nell’operazione Maestrale-Carthago con l’accusa di associazione mafiosa ed in particolare di essere il finanziatore del locale di ‘ndrangheta di Mileto e uno dei capi promotori, partecipando alla suddivisione dei proventi estorsivi, pianificando – secondo l’accusa – le sanzioni verso gli associati di rango inferiore ed occupandosi anche del sostentamento economico dei detenuti. Al vaglio della Commissione di accesso agli atti, naturalmente, pure i legami e le frequentazioni di tutti gli altri assessori e consiglieri comunali. Dagli atti dell’inchiesta Maestrale-Carthago emerge infatti la partecipazione di qualche consigliere comunale al funerale di Giuseppe Mesiano – indicato quale capo dell’omonimo clan ed ucciso in un agguato il 17 luglio del 2013 –, mentre altri legami riguarderebbero un assessore con un giovane ben noto alle forze dell’ordine.
Gli altri settori al vaglio
La Commissione di accesso agli atti, oltre alle frequentazioni, alle parentele, alla contiguità ed ai rapporti degli amministratori e dell’apparato burocratico con persone legate alla criminalità organizzata, dovrà vagliare per legge anche altri aspetti. Innanzitutto la legittimità o meno nel rilascio di licenze in materia edilizia e nel settore commerciale. Quindi l’eventuale inerzia dell’amministrazione comunale in materia di abusivismo edilizio e smaltimento dei rifiuti (una parte dell’inchiesta Maestrale interessa proprio il settore della spazzatura e l’appalto). Ci sono poi da vagliare i controlli sull’esecuzione delle opere pubbliche ed i relativi appalti, la concessione di contribuiti ed erogazione economiche, la regolarità nell’assegnazione di eventuali alloggi popolari, la mancata riscossione dei tributi e dei canoni e le eventuali assunzioni clientelari al Comune. Tre mesi di tempo, dunque, per la Commissione di accesso agli atti (prorogabile di altri tre) ed anche per l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Salvatore Fortunato Giordano (eletto nel 2019 con una lista civica e poi avvicinatosi a Forza Italia) per fornire risposte agli eventuali rilievi mossi. Da ricordare che il viceprefetto Roberto Micucci è attualmente componente anche delle Commissioni di accesso agli atti per i Comuni di Nicotera e Tropea.
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