Mileto e gli “antichi fantasmi”: dalle consiliature interrotte allo scioglimento per mafia
Da tempo nessuna amministrazione comunale riesce a portare a termine il mandato elettorale. Dalla carriera politica dell'attuale sindaco sino alla fine anticipata delle altre giunte
Tre mesi di tempo (prorogabili di altre tre) per stabilire se al Comune di Mileto si è presenza di collegamenti diretti o indiretti dell’apparato politico o burocratico con la criminalità organizzata. La nomina della Commissione di accesso agli atti da parte della Prefettura di Vibo Valentia rievoca tuttavia vecchi “fantasmi” che la politica locale credeva di essersi lasciata alle spalle. L’attuale sindaco, Salvatore Fortunato Giordano, ha iniziato la sua lunga carriera politica alla fine degli anni ‘80 tra le fila del Partito social democratico italiano (Psdi). Ha vinto le ultime elezioni comunali nel maggio 2019 a capo della lista civica “Città Futura”, battendo gli altri tre contendenti alla carica di primo cittadino: Gianfranco Mesiano (Ripartiamo insieme), Vincenzo Scopelliti (Insieme per Mileto) e Giulio Caserta (Idea Mileto). Un successo che Giordano ha ottenuto al suo terzo tentativo, dopo le precedenti sconfitte subite nelle tornate elettorali del 1996 e del 2018 dai rispettivi avversari, Rocco Condoleo e Rosetta Mazzeo. Quattro anni fa, sin da subito, ci si è chiesti se la sua amministrazione sarebbe riuscita ad invertire la rotta e a rimanere in sella sino alla fine della consiliatura, prevista a metà del 2024. Un domanda quasi scontata, atteso che da oltre un decennio le maggioranze consiliari a Mileto che si sono succedute a palazzo dei normanni non sono riuscite a centrare l’obiettivo.
Ad aprire la “stagione maledetta” delle amministrazioni mandate anticipatamente a casa è stata, nel 2008, quella dell’allora sindaco Rocco Condoleo. In quella circostanza, l’attuale primo cittadino Giordano rivestiva la carica di vicesindaco. A provocare il “fine corsa” de “La Locomotiva” sono state, in quel caso, le contemporanee dimissioni di buona parte dei consiglieri di maggioranza e di opposizione. Stessa sorte è toccata poi nel 2012 all’amministrazione guidata da Vincenzo Varone, con l’aggravante che a provocarne lo scioglimento degli organi elettivi elettivi sono stati, invece, proprio le infiltrazioni mafiose. Negli ultimi giorni del 2017 non ha raggiunto l’ambita meta del termine di consiliatura neanche il sindaco Domenico Antonio Crupi, costretto a dimettersi, a tre anni di distanza dall’inizio del suo mandato, dai suoi stessi esponenti di maggioranza. Infine, la vera e propria “toccata e fuga” di Rosetta Mazzeo, dimessasi nell’agosto del 2018 dall’incarico di primo cittadino, a poco più di due mesi dal suo insediamento a palazzo dei normanni. In uno scenario del genere, quindi, giunge oggi l’insediamento della commissione di accesso agli atti, nominata dal prefetto di Vibo Giovanni Paolo Grieco per fare luce su eventuali connivenze criminali nel Comune di Mileto.
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