Antenna Wind a Stefanaconi, il Consiglio di Stato dà ragione al Comune
Il massimo organo di giustizia amministrativa ribalta la precedente sentenza del Tar Calabria che accoglieva le istanze dell’azienda. A convincere i giudici le carenze documentali sulla base delle quali l’Ente aveva già imposto lo stop ai lavori. Il sindaco Di Sì: «Vittoria dei principi di legalità»
Il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla vicenda dell’installazione del ripetitore di telefonia mobile della Wind a Stefanaconi, in una zona del territorio comunale classificata a rischio frana R4 dal Pai della Regione Calabria.
Il massimo consesso di giustizia amministrativa ha infatti accolto il ricorso in Appello proposto dal Comune di Stefanaconi, avverso l’ordinanza con la quale il Tar Calabria aveva accolto l’istanza proposta dalla Wind sospendendo l’efficacia dei provvedimenti con i quali l’Ente locale aveva prima sospeso e poi ordinato la demolizione delle opere abusivamente realizzate.
Antenna Wind, il Comune di Stefanaconi ordina la demolizione delle opere già realizzate
Il Consiglio di Stato ha infatti ritenuto fondato il ricorso del Comune “avuto riguardo alle carenze del titolo autorizzatorio in relazione alle opere infrastrutturali di supporto alla stazione radio-base ed alle rilevate carenze documentali” e anche in considerazione del fatto “che il precedente arresto del Tar, appare riferibile ad un diverso profilo di rischio idrogeologico individuato nel Pai e quindi non appare utile a supportare la motivazione di accoglimento dell’istanza cautelare di primo grado”.
Nella riforma dell’ordinanza impugnata, il Consiglio di Stato ha, dunque, respinto l’istanza proposta al Tar dalla società di telecomunicazioni, confermando la legittimità dei provvedimenti amministrativi adottati dall’Ente locale a fronte di interventi edilizi realizzati dalla stessa Wind in assenza del prescritto titolo autorizzatorio, costituitosi anche per “silenzio-assenso”, in relazione sia alle opere infrastrutturali di supporto alla stazione radio-base che alle rilevate carenze documentali.
Ripetitore Wind a Stefanaconi, il comitato diffida il sindaco
«Ancora una volta – ha dichiarato il sindaco Salvatore Di Sì all’esito del contenzioso – il Comune di Stefanaconi ha dimostrato di aver agito correttamente e nel pieno rispetto dei principi di legalità, trasparenza e buona amministrazione, nel solo ed esclusivo interesse della collettività che amministra. Con costanza, impegno e determinazione, l’Amministrazione Comunale, supportata dall’Ufficio tecnico e dagli avvocati Domenico Sorace e Maria Teresa Santaguida, ha condotto una difficile battaglia contro un colosso delle telecomunicazioni, giungendo ad impedire la realizzazione di un impianto di forte impatto ambientale e con inevitabili ripercussioni sulla salute pubblica».
Antenna Wind a Stefanaconi, apposti i sigilli alle opere già realizzate
Quindi, Di Sì approfitta per puntualizzare: «Non intendo polemizzare sulle presunte omissioni e/o ritardi dell’Ente nell’assumere non meglio precisate iniziative, essendo obiettivo primario dell’Amministrazione e del sindaco che la presiede, perseguire gli interessi della collettività che amministra nel rispetto dei principi di legalità e buona amministrazione». Il riferimento è alla forte presa di posizione del comitato civico di cittadini che aveva accusato lo stesso sindaco di aver sottovalutato la vicenda se non addirittura favorito l’azienda in questione. «Un ringraziamento – riferisce infine Di Sì va – agli operatori istituzionali ed a quanti hanno cooperato con l’ente per il perseguimento di un risultato di assoluta rilevanza ed impegno civile per tutta la comunità».
Sequestro antenna Wind a Stefanaconi, il Comitato canta vittoria