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Lavori alla ditta in odor di mafia, Silvaggio: «Non sapevo dell’interdittiva»

Con un’ordinanza di somma urgenza il primo cittadino di Maierato aveva interessato un’azienda del luogo per i lavori di messa in sicurezza in seguito al nubifragio dell’8 settembre scorso. «Ho agito per fronteggiare la grave emergenza» ha detto nella sua replica

Lavori alla ditta in odor di mafia, Silvaggio: «Non sapevo dell’interdittiva»

«L’8 settembre scorso un nubifragio di non poco conto si è abbattuto su Maierato causando danni a famiglie, al territorio, fatto saltare strade, allagato piani terra, fatto saltare il depuratore e l’elenco sarebbe ancora lungo. Dai dati storici, tanta quantità d’acqua, in così poco tempo non si è mai verificata negli ultimi 200 anni. Tutti motivi per cui è stato chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza. Una emergenza per la quale, inizialmente, nonostante le numerose chiamate ai Vigili del fuoco non sono stata supportata da interventi immediati seppure successivamente sono intervenuti sul posto».

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Non si è fatta attendere la replica del sindaco di Maierato, Danilo Silvaggio, al nostro articolo in cui si evidenziava come nell’immediatezza degli eventi alluvionali che hanno colpito il piccolo centro del Vibonese, lo stesso primo cittadino abbia affidato con un’ordinanza di somma urgenza alcuni interventi di ripristino ad un’azienda sul cui conto pende un provvedimento di interdizione ai rapporti con la pubblica amministrazione emesso dalla Prefettura di Vibo Valentia il 6 giugno del 2015. Atto (motivato con i rischi di infiltrazione mafiosa derivanti dalle frequentazioni dei titolari della stessa) del quale però il sindaco non sarebbe stato a conoscenza.

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A motivare il suo agire, spiega in un’articolata replica, è stata «la drammaticità e la concitazione del momento» nell’intento di «cercare l’immediata soluzione a tanto allarme. Pertanto, allertavo tutte le ditte locali con mezzi idonei a tenersi pronti per un probabile intervento. La sola preoccupazione era quella di evitare disastri e una seconda evacuazione dopo quella del febbraio 2010 (in occasione della drammatica frana che interessò il territorio comunale, ndr). Sono così state interpellate quelle ditte – aggiunge Silvaggio – con strumenti meccanici idonei ad affrontare la problematica di emergenza che si stava creando al fosso “Ponte”, ovvero un invaso di dimensioni gigantesche che stava per spazzare via la provinciale (Sp3) in adiacenza ad abitazioni».

Il primo cittadino spiega quindi: «non ho fatto ritualità mafiose, non ho agito fuori dalla legge anche perché in realtà la ditta Malta, che apprendo dal giornale “non compare nella White list”, e la ditta Montesano, che apprendo sempre dal giornale “risulta essere destinataria di un provvedimento di interdizione dei rapporti con la Pubblica amministrazione”, sono state chiamate solo ed esclusivamente per la pulizia del fosso proprio per quella emergenza sottolineata in termini di immediatezza onde evitare il peggio. Quindi, le aziende a cui si fa riferimento non hanno realizzato nessun tipo di intervento in nome e per conto dell’Ente».

Dunque le ditte interpellate, sostiene il sindaco, sono state chiamate attraverso un’apposita ordinanza da lui firmata (foto in basso) ma non hanno, nonostante la grave situazione di pericolo che si era venuta a creare, sostenuto alcun intervento, e quindi «non è stato fatto nessun impegno di spesa o determinazione da parte dell’Utc. Gli unici interventi eseguiti nell’emergenza sono stati fatti dai Vigili del Fuoco, giunti sul luogo in collaborazione con la Protezione civile e con i carabinieri della locale Stazione».

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Silvaggio tiene poi a ricordare che «la ditta “interdetta”, ha lavorato in una situazione di quasi monopolio con l’amministrazione uscente, per ben 9 anni su 10, non ultimo per la realizzazione della nuova scuola media del paese, inaugurata appena due mesi prima delle elezioni amministrative. Non da ultimo, la ditta citata è stata al fianco dell’amministrazione uscente nella recente competizione elettorale al punto di essere stata ringraziata dal sindaco uscente (Sergio Rizzo, ndr) per il suo impegno in un pubblico comizio. Visto il nostro recente insediamento – si giustifica l’amministratore -, mai potevamo pensare che tale ditta potesse avere una “interdizione”».

Quindi rassicura: «Io e la mia amministrazione siamo impegnati fortemente a controllare un certo agire amministrativo del passato che, il tempo di finire questo lavoro di controllo e verifica, porteremo a conoscenza degli organi competenti. Sembra quasi che si voglia distrarre l’obiettivo da quanto invece si sta attenzionando. E’ ferma volontà dell’attuale amministrazione lavorare nel pieno rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza».

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Sempre alla precedente amministrazione, uscendo dal contesto della questione dei lavori affidati alla ditta “interdetta” per mafia, Silvaggio riserva poi una vera e propria invettiva: «A Maierato – scrive nell’incipit della sua replica – da giugno scorso una sola cosa è certa: che la lista “Campana”, guidata dal sindaco uscente Sergio Rizzo, è stata sonoramente bocciata dai maieratani, stanchi di vedere sempre più un castello con il suo barone più che una casa municipale, segno di democrazia popolare, e quindi casa del popolo e non di sudditi. Una sconfitta sonora che ha dato mandato amministrativo alla lista “Maierato in movimento” da me guidata. Voglio ricordare – aggiunge – che il 10 febbraio di sei anni fa, in una situazione “innaturale” (perché come reagisce la natura non è facile determinare nulla!) la gente di Maierato è stata evacuata e fatta rientrare a distanza di mesi in paese e nelle proprie case, per quella maledetta frana causata da piogge interminabili con disagi di non poco conto per chi si è trovato con buste e cartoni a raccogliere qualcosa e trovare riparo fuori qua e là. Scene che fanno rabbrividire ma che magari a tanti non sono nemmeno interessate e l’unico sollievo lo hanno avuto (in termini umani, di vicinanza e di ogni supporto i fortunati alloggiati per un certo periodo presso la Scuola di Polizia)».

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