Ventidue anni fa moriva Nicholas Green: una tragedia che sconvolse il mondo
Gravemente ferito il 29 settembre 1994 nel tratto vibonese dell’A3, il piccolo americano morì a Messina il 1° ottobre. Da quel drammatico evento scaturì un inaspettato gesto di generosità che salvò la vita a sette persone
Sono passati esattamente 22 anni da quel tragico 1° ottobre del 1994 quando la breve vita di Nicholas Green, bambino americano di 7 anni in vacanza con la sua famiglia in Italia, s’interruppe in un letto del centro di Neurochirurgia del Policlinico di Messina.
Lì, il piccolo statunitense era stato trasportato d’urgenza in seguito al grave ferimento a colpi d’arma da fuoco avvenuto due giorni prima della sua morte, il 29 settembre, sull’autostrada A3, nel tratto tra gli svincoli di Serre e Mileto, mentre viaggiava a bordo della Y10 presa a noleggio dal padre per raggiungere la Sicilia. L’auto, affiancata da rapinatori, venne bersagliata da diversi colpi perché scambiata per quella di un gioielliere. Un fatto che sconvolse, per ferocia e potenza tragica, l’intero Paese.
Ma da quell’evento così drammatico scaturì con altrettanta forza simbolica un gesto che segnò un’epoca. I genitori del piccolo Nicholas, Reginald e Margaret, decisero infatti di autorizzare l’espianto e la donazione degli organi di loro figlio contribuendo così a salvare o a migliorare la vita di sette persone: quattro adolescenti e un adulto ebbero cuore, fegato, pancreas e i due reni; altre due persone ricevettero le cornee del piccolo tornando così a vedere. Un gesto di amore e generosità, avvalorato ancor di più dalle circostanze tragiche della sua morte, che commosse l’Italia in un’epoca in cui quella pratica rappresentava ancora quasi un tabù, avviando da allora un dibattito che contribuì alla diffusione della cultura della donazione.
La triste vicenda ispirò libri, film, inchieste e sono circa un centinaio, ad oggi, in tutta Italia, le strutture pubbliche intitolate a Nicholas Green. «Il primo ottobre 2016 Nicholas avrebbe compiuto 29 anni e forse oggi avrebbe dei figli – ha detto all’Ansa Reginald Green -. Pochi mesi fa ho incontrato uno dei suoi amici che non vedevo da tempo. Mi ha fatto pensare a come sarebbe oggi Nicholas, che nel 1994 aveva solo 7 anni. Da allora non ho mai smesso di parlare a convegni e rilasciare interviste, per spiegare l’importanza di decidere di donare gli organi. È un modo per continuare a sentire mio figlio ancora vivo».