Petrol Mafie: sentenza del Tribunale di Vibo per l’operazione della Dda
Nel processo è confluita da Rinascita Scott anche la posizione di Luigi Mancuso. Condanna a un anno per corruzione elettorale pure per l’ex presidente della Provincia, attuale sindaco di Stefanaconi, Salvatore Solano. Sotto processo anche dipendenti dell’ente, ex consiglieri comunali, imprenditori ed esponenti dei Piscopisani
Sentenza del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Gianfranco Grillone, nel processo con rito ordinario nato dall’operazione antimafia Petrol Mafie al quale si è aggiunto lo stralcio della posizione di Luigi Mancuso dal maxiprocesso Rinascita Scott. Un verdetto importante per due delle principali inchieste portate a termine dalla Dda di Catanzaro negli ultimi tre anni. Tra le condanne spiccano i 30 anni di reclusione nei confronti di Luigi Mancuso, di 69 anni, di Limbadi (che rispondeva non solo per le contestazioni di Rinascita Scott, ma anche per quelle mosse in Petrol Mafie) e i 30 anni per Giuseppe D’Amico di Piscopio, cugino dell’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia e attuale sindaco di Stefanaconi, Salvatore Solano che è stato invece condannato a un anno per il reato di corruzione elettorale (incassa invece l’esclusione dell’aggravante mafiosa e l’assoluzione dai reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e concorso in turbativa d’asta con l’aggravante mafiosa). Quindi la condanna a 18 anni e 10 mesi nei confronti dell’altro cugino di Solano, Antonio D’Amico (fratello di Giuseppe); quella a 10 anni e un mese nei confronti dell’ex consigliere comunale di Vibo, Francescantonio Tedesco; quella a 10 anni e 2 mesi nei confronti di Francesco Mancuso, di Limbadi, detto “Tabacco”; quella a 12 anni e 2 mesi nei confronti di Silvana Mancuso; quella a 10 anni di reclusione nei confronti di Francesco D’Angelo, alias “Ciccio ‘Ammaculata”, di Piscopio (suocero di Giuseppe D’Amico); quella a 15 anni nei confronti di Antonio Prenesti di Nicotera. La lunga attività investigativa ha fatto emergere gravi indizi a carico di persone ritenute vicine alla mafia che, grazie alla collaborazione di imprenditori e gestori di attività economiche ubicate in Sicilia, avrebbero costituito, organizzato e diretto un’associazione per delinquere, con base a Vibo Valentia, finalizzata alla evasione dell’Iva e delle accise su prodotti petroliferi. A tale filone d’indagine si sono uniti i presunti condizionamenti sulla Provincia di Vibo, dalle elezioni del 2018 agli appalti, tanto che sotto processo è finito pure l’ex presidente dell’ente Salvatore Solano. Il Tribunale di Vibo con il dispositivo di sentenza ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Vibo in relazione alle posizioni di Giacomo Consoli e Stefano Pata. La Dda di Catanzaro aveva concluso la requisitoria con i pm Andrea Mancuso, Antonio De Bernardo e Giuseppe Buzzelli.
Queste tutte le condanne e le assoluzioni decise dal Tribunale: assoluzione Fernando Assunto Emanuele Aber (cl ’62), di Catania (chiesti 5 anni e 6 mesi); assoluzione Roberto Aguì, del 1971, di Bovalino (chiesti 6 anni); 5 anni e 6 mesi Nicola Amato, (1975), di Catania (chiesti 12 anni); 3 anni e 5 mesi Benedetto Avvinto (cl 1974) di Cercola (chiesti 4 anni e 6 mesi); 6 anni e un mese Anna Bettozzi, (cl ’58), di Roma (chiesti 7 anni e 6 mesi); assoluzione Pietro Bonanno; assoluzione Anna Buonfante, (cl 1991), di Napoli (chiesta assoluzione); assoluzione Vincenzo Campajola, (1965), di Napoli (chiesti 7 anni e 6 mesi); assoluzione Antonio Angelo Isaia Capria, (cl ’64), di Nicotera (dipendente della Provincia di Vibo, chiesto un anno); 9 anni e 10 mesi Alberto Coppola, (1977), di Napoli (chiesti 15 anni); assoluzione Carmine Coppola, (1998), di Napoli (chiesta assoluzione); 4 anni e 4 mesi Roberta Coppola, 1998, di Torre del Greco (chiesti 4 anni e 6 mesi); 6 anni e un mese Felice D’Agostino, (1982), Bari (chiesti 6 anni e 6 mesi); assoluzione Angela D’Amico, (cl ’67), di Piscopio (frazione di Vibo Valentia, chiesti 2 anni); 18 anni, 10 mesi e 15 giorni di reclusione Antonio D’Amico, (cl ’64) di Piscopio (chiesti 26 anni); assoluzione Domenica D’Amico, (cl ’60), di Vibo Valentia (chiesti 2 anni); 30 anni di reclusione (e 39mila euro di multa) Giuseppe D’Amico, detto Pino, (cl ’72), di Piscopio (chiesti 30 anni); assoluzione Rosa D’Amico, (cl ’66), di Vibo Valentia (chiesti 2 anni); 10 anni Francesco D’Angelo, (cl ’46), alias “Ciccio ‘Ammaculata”, di Piscopio (chiesti 28 anni); assoluzione Gaetano Del Vecchio, (cl ’62), Tropea (dirigente della Provincia di Vibo, chiesto un anno); 4 anni e 7 mesi Virginia Di Cesare, (cl ’93), di Roma (chiesti 7 anni); assoluzione Biagio Esposito, (1984), di Napoli (chiesti 3 anni e 6 mesi); 2 anni e 2 mesi Carmelo Fabbretti; 5 anni Giuseppe Fasulo, (cl 1962), di Taranto (chiesti 4 anni); 4 anni e 5 mesi Sebastiano Foti, (1976), di Catania (chiesti 6 anni); assoluzione Antonio Francolino, (cl ’65), di Vibo (dirigente della Provincia di Vibo, chiesto un anno); assoluzione Salvino Frazzetto, (1959), di Catania (chiesti 6 anni e 6 mesi); 3 anni e 10 mesi Gennaro Gravino, (1976), Napoli (chiesti 6 anni); assoluzione Giasone Italiano, (1969), di Delianuova (chiesti 9 anni e 6 mesi); assoluzione Salvatore La Rizza, (1980), di Vibo Marina (chiesti 4 anni); 8 anni e 10 mesi Sergio Leonardi; 3 anni Cesare Nicola Limardo, (cl ’93), residente a Limbadi (in qualità di titolare della Dicn Petroli ubicata a Filandari, chiesti 5 anni); 3 anni e 3 mesi Paolo Lipari, (cl ’77), di Stefanaconi (chiesti 4 anni e 6 mesi); assoluzione Sebastiano Lo Torto; 30 anni Luigi Mancuso, (cl ’54), di Limbadi (chiesti 30 anni); 10 anni e 2 mesi Francesco Mancuso, ( cl ’57), di Limbadi, detto “Tabacco” (chiesti 24 anni); 12 anni e 2 mesi Silvana Mancuso, (cl ’69), di Limbadi (chiesti 25 anni); 2 anni e 10 mesi Nazzareno Matina, (cl ’71), di Stefanaconi (chiesti 4 anni); 5 anni e un mese Giulio Mitidieri, (1952), di Marsicovetere (Pz, chiesti 7 anni); 2 anni e 6 mesi Francesco Monteleone, (cl ’85), di Vibo Valentia ma residente a Milano (chiesti 2 anni); assoluzione Luciano Morabito, (1958), di Africo (chiesti 6 anni); assoluzione Lucia Nurcato; assoluzione Irina Paduret, (1986), Moldavia (chiesti 16 anni); 2 anni e 10 mesi Zhelev Petyo Petkov, (1978), Bulgaria (chiesti 4 anni); assoluzione Fabio Pirro, (1978), di Napoli (chiesti 4 anni e 6 mesi); assoluzione Francesco Saverio Porretta, (1974), Milano (chiesti 16 anni e 6 mesi); 15 anni Antonio Prenesti, (cl ’66), di Nicotera (chiesti 20 anni); 7 anni Rosamaria Pugliese, (1975), di Maierato (chiesti 20 anni); assoluzione Rocco Raccosta, (1955), Oppido Mamertina (chiesti 9 anni); 12 anni e un mese Giuseppe Ruccella, (1981), di Filogaso (chiesti 18 anni); 2 anni e 10 mesi Fortunato Salamò, (1966), di Vibo Valentia (chiesti 4 anni); assoluzione Rosario Cristian Santoro, (1995), di Palermo (chiesti 9 anni); assoluzione Emanuela Scevola, (1981), di Napoli (chiesti 5 anni); 4 anni e 5 mesi Damiano Sciuto, (1989), di Catania (chiesti 6 anni e 6 mesi); un anno (oltre al pagamento delle spese processuali, ma con sospensione della pena) Salvatore Solano, (cl ’79), sindaco di Stefanaconi ed ex presidente della Provincia di Vibo Valentia (chiesti 7 anni); 10 anni e un mese Francescantonio Tedesco, (1968), di Vibo Valentia (ai domiciliari per l’inchiesta Imponimento, ex consigliere comunale di Vibo, chiesti 15 anni); 12 anni e 9 mesi Giuseppe Terranova, (1963), di Messina (chiesti 15 anni); assoluzione Domenico Roberto Tirendi, (1986), di Napoli (chiesti 9 anni); 2 anni e 4 mesi Ernesto Tortora, (1975), di Napoli (chiesti 4 anni e 6 mesi); assoluzione Totts Rachid; 4 anni Roberto Trovato, (1987), di Catania (chiesti 4 anni); 2 anni Gennaro Visese, (1977), di Napoli (chiesti 3 anni e 6 mesi).
Le accuse
Il sistema di frode consisteva nell’importazione dall’est-Europa di prodotti petroliferi artefatti (miscele) e oli lubrificanti, successivamente immessi in commercio come gasolio per autotrazione, con conseguenti cospicui guadagni dovuti al differente livello di imposizione. I prodotti venivano, quindi, trasportati, con documentazione di accompagnamento falsa, presso i siti di stoccaggio nella disponibilità dell’associazione, ubicati a Maierato e Santa Venerina, pronti per essere immessi sul mercato. Salvatore Solano rispondeva invece dei reati di corruzine elettorale, corruzione per atti contrari ai dveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti con l’aggravante mafiosa (in concorso con il cugino Giuseppe D’Amico, arrestato). Sotto processo anche tre dipendenti della Provincia: Antonio Francolino, Isaia Angelo Capria e Gaetano Del Vecchio (tutti imputati per turbata libertà degli incanti e tutti assolti). Luigi Mancuso era invece accusato di essere a capo del “Crimine” di Vibo Valentia, struttura di ‘ndrangheta che “governa” i singoli “locali” di ‘ndrangheta. Associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, corruzione, scambio elettorale politico mafioso, turbativa d’asta i reati, a vario titolo, contestati.
Parti civili la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’Interno, l’Agenzia delle dogane, l’Agenzia delle Entrate, la Regione Calabria (avvocato Fabio Pastorino), l’Associazione antiracket e antiusura (avvocato Giovanna Fronte), la Provincia di Vibo Valentia (avvocato Maria Rosa Pisani), i Comuni di Vibo Valentia (avvocato Maria Antonietta La Monica), Sant’Onofrio (avvocato Maria Antonietta La Monica) e Limbadi (avvocato Giulio Ceravolo), la Cooperporo, Filippo Colacchio (avvocato Nicola Lo Torto).
Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Paride Scinica, Francesco Calabrese, Stefano Luciano, Francesco Manti, Giosuè Monardo, Diego Brancia, Enzo Gennaro, Giuseppe Di Renzo, Antonio Porcelli, Giovanni Vecchio, Guido Contestabile, Sergio Rotundo, Francesco Muzzopappa, Maria Teresa Battaglia, Nicola Cantafora, Vincenzo Belvedere, Armando Veneto, Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Tiziana Barillaro, Alfredo Mercatante, Vincenzo Ioppoli, Luigi Latino, Eugenio Minniti, Wanda Bitonte, Giuseppe Torchia, Salvatore Sorbilli, Tiziano Saporito, Alessandro Parisi, Alessandro Diddi, Vincenzo Gennaro, Mario Murone, Antonio Ingroia, Marco Tullio Martino, Salvatore De Bonadies, Giuseppe Monteleone, Ornella Valenti, Francesco Giuseppe Finocchiaro, Marco Esposito, Gianfranco Giunta, Francesco Carioti.
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