martedì,Novembre 19 2024

Bancarotta fraudolenta: Pittelli finisce agli arresti domiciliari

Sequestrati beni per un milione e mezzo di euro. Inchiesta della Guardia di finanza coordinata dalla Procura di Catanzaro

Bancarotta fraudolenta: Pittelli finisce agli arresti domiciliari
Giancarlo Pittelli

Sequestro di beni e arresti domiciliari per l’ex parlamentare di Forza Italia ed avvocato penalista Giancarlo Pittelli. I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro hanno infatti dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura. L’ipotesi di reato per Pittelli è quella di bancarotta fraudolenta patrimoniale, in quanto amministratore di fatto di una società già in liquidazione e, successivamente, dichiarata fallita. La Procura di Catanzaro aveva chiesto per Pittelli la custodia cautelare in carcere. Il gip ha disposto il sequestro preventivo di un terreno edificabile, sito nel comune di Stalettì, e denaro per circa 1,5 milioni di euro, quale profitto del reato ipotizzato. Secondo l’ipotesi di reato, allo stato ritenuta dal gip assistita da gravità indiziaria e che necessita della successiva verifica processuale in contraddittorio con la difesa, l’indagato – in concorso con altri – avrebbe distratto l’unico bene della società di cui era amministratore di fatto, ossia il terreno, che, contestualmente all’avvio della liquidazione, sarebbe stato ceduto ad un’altra società appositamente costituita, pure questa riconducibile all’indagato, nonché il corrispettivo della cessione del bene. Sono stati ritenuti altresì sussistenti i gravi indizi in ordine ad un ulteriore episodio di bancarotta fraudolenta consistente nella mancata richiesta di restituzione di un credito di oltre 800mila euro vantato dalla società fallita nei confronti di un’ulteriore società, anche quest’ultima poi dichiarata fallita, pur in presenza di un debito, verso la Regione Calabria, di oltre un milione di euro derivante dall’anticipo di un contributo pubblico ottenuto nel 2005 per la realizzazione – sul terreno sequestrato – di un complesso alberghiero, finanziamento poi oggetto di rinuncia e mai restituito. A carico di altro soggetto è stato disposto il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, della somma di circa 77mila euro in relazione all’ipotizzato reato di indebita compensazione di debito Iva, in quanto il debito Iva, in capo alla società fallita, sarebbe stato illecitamente neutralizzato con crediti riconducibili alla nuova società appositamente costituita. Nell’inchiesta della Procura di Catanzaro sono 8 in totale gli indagati. Giancarlo Pittelli lunedì è stato condannato dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia a 11 anni di reclusione al termine del maxiprocesso Rinascita Scott.

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