Comune di Nicotera e accesso agli atti: non durano neanche una settimana le dimissioni del sindaco
Il primo cittadino Giuseppe Marasco ci ripensa e ritorna alla guida politica del Municipio. Ecco le sue motivazioni e il perchè si rischia un quarto scioglimento per infiltrazioni mafiose
Sono durate meno di una settimana le dimissioni del sindaco di Nicotera, Giuseppe Marasco, definite dallo stesso, all’atto della presentazione, come “irrevocabili”. Talmente irrevocabili che ieri sono state revocate. Il ripensamento del primo cittadino – che aveva deciso di lasciare la carica elettiva contestualmente all’invio da parte della Prefettura di Vibo della Commissione di accesso agli atti – è stato affidato ad un Post su Facebook nel quale è dato leggere: “Dopo una settimana dall’avvenuto insediamento della commissione di accesso agli atti, presso il nostro Comune e le mie successive dimissioni dalla carica di sindaco, ancora oggi non diminuiscono i messaggi di affetto e gli appelli accorati, da parte di tantissimi nicoteresi, affinché receda da tale decisione. Non rimanendo insensibile a questa grande ondata di solidarietà da parte dei miei concittadini, dopo aver riflettuto a lungo, ed essermi confrontato con i componenti della maggioranza ho deciso, per spirito di servizio verso la comunità, di revocare le dimissioni dalla carica di sindaco”. Il primo cittadino di Nicotera, dunque – stando al suo Post – non ha revocato le dimissioni quale segno di rispetto istituzionale e fiducia verso la Prefettura di Vibo (o almeno non lo dice) che ha deciso l’invio della Commissione di accesso agli atti per accertare eventuali infiltrazioni mafiose nella sua amministrazione – ma per quello “spirito di servizio verso la comunità” (così lo definisce) di cui praticamente tutti i politici (a certe latitudini) ritengono di essere portatori. Nel caso di Marasco, stando al suo Post, anche la sua impossibilità a restare “insensibile” a quella che lo stesso definisce come una “grande ondata di solidarietà da parte dei concittadini” unita a tanti “messaggi di affetto ed appelli accorati” per farlo recedere dalle dimissioni.
E il sindaco – sempre per quello “spirito di servizio” nel dna ormai di cui gran parte della classe politica vibonese – alla fine le dimissioni le ha ritirate. Vengono però in mente, a tal proposito – se i messaggi di solidarietà nei confronti del sindaco fossero davvero tanti per come sostenuto dal primo cittadino (non conosciamo il numero e quindi non sappiamo, ma ci fidiamo ugualmente del sindaco) – le parole pronunciate dal procuratore Nicola Gratteri rivolgendosi agli avvocati che si affrettano solitamente ad esprimere in tempi record solidarietà ai colleghi arrestati o indagati di turno senza prima aver letto neanche una carta delle indagini: “Prima occorrerebbe leggersi e studiarsi le carte, mille, duemila pagine di carte che siano e dopo, solo dopo, esprimere eventualmente solidarietà all’indagato di turno. Non solidarietà a prescindere senza aver letto neanche una carta….! Altrimenti di cosa parliamo”? Ecco, a noi pare che pure nel caso di Nicotera ci si trovi nella medesima situazione e si continuano a ripetere gli stessi errori del passato che hanno già portato per tre volte di fila al commissariamento degli organi elettivi dell’ente per infiltrazioni mafiose: nessuna voglia di capire dove la politica locale continua a sbagliare, nessuna voglia di studiare la legge antimafia che regolamenta gli scioglimenti degli enti locali per infiltrazioni mafiose al fine di capire chi può fare politica o chi – per i propri trascorsi, rapporti, parentele e legami – finisce per svilire il prestigio che un Comune deve sempre conservare (e non essere posto a rischio di infiltrazioni mafiose), nessuna voglia di fare marcia indietro e innalzare il livello di una politica che si limita semplicemente a criticare ciò che non conosce (perché nessuno ancora conosce i motivi che hanno portato all’invio della Commissione di accesso agli atti) e a non voler prendere posizione su ciò che invece già si conosce (LEGGI QUI: Comune di Nicotera e accesso agli atti: ecco cosa già emerge da alcune nostre inchieste). La Commissione di accesso agli atti – dimissioni di Marasco ritirate o meno – avrà in ogni caso tre mesi di tempo (prorogabili di altri tre) per concludere i propri lavori. Chi vivrà, vedrà.
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