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Inchiesta “Garbino”: indagati due avvocati di Catanzaro e Crotone

In un caso contestati i reati di scambio elettorale politico mafioso e voto di scambio, in un altro ipotizzati i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico per una presunta raccomandazione per l’esame di abilitazione forense

Inchiesta “Garbino”: indagati due avvocati di Catanzaro e Crotone
Ottavio Tesoriere

Ci sono anche due noti avvocati di Crotone e Catanzaro tra i 29 indagati dell’operazione ‘Garbino’ della Direzione distrettuale antimafia che ha portato all’esecuzione di 11 provvedimenti di fermo eseguiti dalle Squadre mobili di Crotone e Catanzaro. Si tratta di Ottavio Tesoriere e Vincenzo Ioppoli. Tesoriere è accusato, insieme a Fabrizio e Pasquale Pullano (sottoposti a fermo per associazione mafiosa) del reato di voto di scambio politico-mafioso. Secondo l’accusa, quando alle elezioni regionali dell’ottobre 2021 Tesoriere si candidò con la lista ‘Occhiuto presidente’ si sarebbe accordato con Pasquale e Fabrizio Pullano, considerati dalla Dda vicini alla cosca Arena, per procurarsi attraverso loro un pacchetto di voti in cambio dell’impegno a far ottenere al figlio di Fabrizio Pullano la pensione di invalidità intercedendo sul Ctu nominato dal Tribunale di Lamezia Terme che doveva decidere su un ricorso contro il diniego alla concessione dell’assegno dell’Inps. Tesoriere, secondo quanto rivela l’intercettazione di alcuni incontri svolti a settembre del 2021, avrebbe anche promesso di procurare appalti ed incarichi mettendosi a disposizione per ogni altra evenienza. L’avvocato deve rispondere anche di voto di scambio semplice per aver promesso un posto di lavoro al figlio di una donna e una raccomandazione per un esame di abilitazione forense.  In questo ultimo contesto è coinvolto anche l’avvocato Vincenzo Ioppoli – nei cui confronti è ipotizzato il reato di abuso di ufficio e falso ideologico – al quale Tesoriere si era rivolto per far superare l’esame di abilitazione alla professione forense ad una aspirante avvocato (anche lei indagata per abuso d’ufficio e falso ideologico) in quanto Ioppoli era vicepresidente di una commissione esaminatrice.
“Il nome dell’avvocato Vincenzo Ioppoli è stato accostato del tutto impropriamente a reati di criminalità organizzata”, scrive in una nota stampa l’avvocato Francesco Verri, difensore di Ioppoli. “La verità è ben altra: la Procura della Repubblica di Catanzaro ipotizza soltanto reati comuni, e cioè un abuso d’ufficio e un falso perché l’avvocato Ioppoli avrebbe ricevuto una segnalazione – da parte di un avvocato – quando era commissario agli esami per l’abilitazione alla professione forense. Dunque, la Procura non formula alcuna accusa per reati di mafia né contesta aggravanti di mafia. Né poteva essere diversamente considerati l’altissimo profilo e la storia dell’avvocato Ioppoli”. L’avvocato Verri sottolinea che “le ambigue notizie apparse subito su alcuni giornali on line lasciano del tutto erroneamente supporre il contrario attraverso l’accostamento di fatti ordinari con un’operazione contro la ‘ndrangheta che non ha nulla a che vedere con l’esame di avvocato contestato. L’avvocato Ioppoli esprime tutto il suo sdegno per l’accaduto e io provo lo stesso sentimento e lo esprimo con altrettanta forza”. (Agi) 

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