‘Ndrangheta: il pentimento di Antonio Accorinti per cambiare vita e il sostegno elettorale a Stillitani
Il figlio del boss di Briatico spiega agli inquirenti della Dda di Catanzaro le motivazioni alla base della scelta di “saltare il fosso”. Dal gruppo familiare ai rapporti con gli altri clan sino alle elezioni regionali
“Manifesto la volontà di cambiare vita e di fare tutto quanto è necessario per dare un futuro diverso non solo a me ma anche ai miei figli, di allontanarmi definitivamente dai contesti malsani che mi hanno condotto dove sono per fatti che non ho nemmeno commesso”. E’ il 19 maggio quando Antonio Accorinti, 43 anni, di Briatico, decide così di “saltare il fosso” e collaborare con la giustizia dinanzi ai magistrati della Dda di Catanzaro ed ai carabinieri. “Confermo di non essere battezzato, ma di far parte della ‘ndrangheta. Faccio nello specifico parte del gruppo criminale di Briatico. Sino al 2007 ho avuto un ruolo molto marginale perché mio padre aveva deciso di tenermi fuori da questo ambiente. Dopo l’esecuzione dell’operazione Odissea del 2006 – ha rivelato Antonio Accorinti – sono avvenuti una serie di episodi che mi hanno portato a decidere di entrare completamente a far parte della criminalità organizzata di Briatico”. Così continua Antonio Accorinti: “Non sono battezzato nella ‘ndrangheta, non sono mai stato affiliato, né io, né i miei familiari. Posso dire che nessuno me lo ha proposto, anche perché ho un trascorso importante di tossicodipendenza. Sicuramente ho frequentato molte persone affiliate, tra i quali i fratelli Melluso, Carmelo e Ferdinando Il Grande e altri. So da Simone Melluso, praticamente un fratello, che erano stati battezzati. Lui stesso lo era stato dopo tanto tempo. E’ riuscito ad ottenere questa affiliazione con il locale di Zungri. Dico molto tempo perché aveva già provato ad affiliarsi su Piscopio con Salvatore Tripodi”.
I rapporti con gli Stllitani
Sarebbero stati gli Accorinti di Briatico a rifare l’impianto elettrico al Club Med di Pizzo dei fratelli Stillitani, imputati in Imponimento. “Ricordo che all’epoca, per questi lavori, era anche coinvolto Guastalegname, mentre Franco Barba gestiva tutta la parte relativa alla carpenteria”, mentre sulle ditte impegnate nella costruzione del villaggio avrebbe deciso tutto “esclusivamente Pantaleone Mancuso Scarpuni ed è questo il motivo per cui Damiano Vallelunga si era risentito. Successivamente è stato Saverio Prostamo, sempre per conto di mio padre, a scegliere le ditte da far entrare nel villaggio. Era una persona di fiducia di mio padre, che gli aveva delegato tutta la questione relativa alle assunzioni presso il Club Med con particolare riferimento alla guardiania e si confrontava direttamente con il dottore Emanuele Stillitani, il fratello dell’ex sindaco, in politica”. Antonio Accorinti conferma il sostegno elettorale dei clan di Briatico all’allora candidato alla Regione Francescantonio Stillitani: “Lo abbiamo appoggiato per le elezioni regionali. E’ stato Prostamo a coinvolgerci nella raccolta voti su richiesta di Stillitani. Quando ci arrivarono i volantini, mio padre provò a contattare tutti i componenti del gruppo di Pantaleone Mancuso – personaggi come Papaianni o Palumbo – per portare i voti a Stillitani, ma poi scoprimmo che questi non si erano mai impegnati per favorirlo. Una volta riportai un’imbasciata – ha fatto mettere a verbale Accorinti – su tale circostanza a Scarpuni per conto di mio padre e ricordo che lui reagì rivolgendo delle brutte parole nei confronti dei componenti del suo gruppo”.
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