martedì,Novembre 26 2024

Maestrale: l’ormeggio della Blue Ocean al porto di Tropea porta ai domiciliari un capitano di vascello

Fra gli indagati nell’operazione della Dda di Catanzaro anche un ufficiale della Marina militare. La spedizione di un pacco con prodotti calabresi da due indagati di Briatico quale “compenso” per la sua attività di “intermedizione”

Maestrale: l’ormeggio della Blue Ocean al porto di Tropea porta ai domiciliari un capitano di vascello
Nicola Gratteri

Mira a fare luce pure sugli “agganci” all’interno della pubblica amministrazione – e segnatamente nella Guardia costiera – l’operazione Maestrale-Carthago. L’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari interessa infatti anche Ettore Romagnoli, 63 anni, di Monfalcone (Go), capitano di Vascello della Marina Militare – Capitaneria di Porto, in servizio sino a tutto l’anno 2019 in categoria “ausiliaria”. In concorso con il capitano sono indagati – e si trovano pure loro ai domiciliari dal giugno scorso per decisione del Riesame, dopo un primo arresto in carcere – Luigi Barillari, 44 anni, detto Pongio, di Briatico, e Francesco Zungri, 63 anni, alias “Il Mau”, pure lui di Briatico. Ad avviso della Dda di Catanzaro, Ettore Romagnoli, sfruttando la nutrita rete relazionale intessuta con i vertici del Comando militare nel corso della sua carriera di ufficiale superiore (nella specie con un pezzo importante della direzione marittima di Reggio Calabria), si sarebbe “indebitamente fatto promettere da Luigi Barillari e Francesco Zungri – entrambi ritenuti dalla Dda di Catanzaro legati al clan Bonavita di Briatico – la spedizione di prodotti calabresi di vario genere quale prezzo per la sua opera di mediazione illecita”. In particolare, Ettore Romagnoli si sarebbe rapportato con un soggetto importante della Direzione marittima di Reggio Calabria (non indagato), ufficio gerarchicamente sovraordinato alla Capitaneria di Porto di Vibo Marina e, conseguentemente, all’Ufficio locale marittimo di Tropea”. Il tutto, stando alle indagini dei carabinieri e della Dda, al fine di favorire la società “Costa degli Dei Tours” con sede a Briatico (di cui sono accusati di essere soci Luigi Barillari e Francesco Zungri per conto della famiglia Bonavita) nell’assegnazione del posto barca per l’ormeggio della motonave Blue Ocean presso la banchina del porto commerciale di Tropea nel periodo di disarmo invernale (stagioni 2018-2019 e 2019-2020) ed anche nella stagione estiva 2019.

Traffico di influenze illecite, con l’aggravante delle finalità mafiose, è il reato ipotizzato dalla Dda di Catanzaro e dal gip distrettuale. La spedizione di prodotti calabresi ad Ettore Romagnoli sarebbe servita a Barillari e Zungri anche al fine di essere agevolati “nella gestione delle pratiche e nella risoluzione di qualsivoglia problematica di interesse della Capitaneria di Porto di Vibo Marina”. Per il gip, alla luce delle conversazioni e della documentazione esaminata, appare evidente l’illiceità della condotta in esame quantomeno in punto di gravità indiziaria, poiché tutti gli elementi costitutivi, ossia l’intermediazione posta in essere da Romagnoli facendosi dare (o comunque promettere) indebitamente generi alimentari, tutto ciò finalizzato a consentire al Barillari e allo Zungri di ottenere vantaggi indebiti (“tutto ciò di cui abbiamo bisogno”). Che l’intermediazione del Romagnoli sia realmente avvenuta si ricava dal contenuto di altra conversazione intercettata”. Il delitto quanto a Barillari e Zungri risulta altresì aggravato dalle finalità mafiose, per la loro appartenenza alla ‘ndrina di Briatico e del fatto che i due indagati gestissero gli affari della Costa degli Dei Tours srl per conto della famiglia Bonavita, organica della medesima ‘ndrina. Quanto a Romagnoli – rimarca il gip – lo stesso può ritenersi, quantomeno a livello di gravità indiziaria, consapevole del fine perseguito dai due coindagati, tenuto conto della notorietà del clan di appartenenza dei due nel contesto ambientale di riferimento e della carica ricoperta dal medesimo Romagnoli, tale da consentirgli di effettuare i dovuti accertamenti sui soggetti coinvolti nella vicenda, nonché del fatto che i rischi connessi alla sua messa a disposizione in favore del Barillari e Zungri e la solerzia dimostrata nell’adoperarsi in tal senso non appaiono proporzionati alla contropartita richiesta, elemento indiziario, quest’ultimo, da cui inferire in modo logico e ragionevole che il Romagnoli conoscesse la caratura criminale dei suoi interlocutori e avesse scelto pertanto di aderire alle loro richieste. Con specifico riguardo alla posizione di Ettore Romagnoli – evidenzia il gip – si precisa che, sebbene emerga dagli atti che il medesimo risulta collocato in pensione, non di meno può ritenersi attuale il pericolo di reiterazione, tenuto conto del fatto che, per come emerso nella vicenda contestata, il medesimo dispone di entrature nello stesso settore militare cui apparteneva e di tali contatti può dunque usufruire anche una volta fuori servizio, assicurando così l’avvio di contatti illeciti in qualità di intermediario“. Da ricordare che Francesco Zungri dal 2017 è anche imputato (intestazione fittizia di beni) dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia nel processo “Costa Pulita” contro i clan di Briatico.

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