Migranti al Palasport di Vibo Marina, «Questa non è integrazione»
L’intervento dei sindacalisti Patania e De Pinto rileva come la gestione dell’accoglienza dei minori non accompagnati «rappresenti un ostacolo alle attività dei ragazzi del luogo»
«La situazione dei migranti non accompagnati, sistemati ormai da mesi nel palazzetto dello sport di Vibo Marina, inizia a creare malumori nella stessa cittadinanza poiché con l’inizio della scuola cominciano anche le attività sportive dei ragazzi e bambini del luogo, mentre la situazione attuale annulla ogni possibilità di fare sport ai residenti».
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È quanto dichiarano in una nota gli esponenti sindacali Giovanni Patania e Mino De Pinto, i quali, premettendo che «la Quarta circoscrizione ha sempre dimostrato grande apertura e disponibilità verso questi ragazzi, non usando mai atteggiamenti di chiusura e razzismo verso di loro, poiché convinti che l’accoglienza e la solidarietà verso un popolo che soffre sia un passaggio obbligato», rilevano come, tuttavia, «questo non deve essere un ostacolo alle attività dei giovani e ragazzi del luogo le due cose possono convivere e integrarsi con scelte più oculate, poiché reputiamo che oggi il palazzetto è usato come dormitorio lasciando questi ragazzi allo sbando; non è integrazione vedere i migranti passeggiare sulla linea ferroviaria Vibo Marina-Bivona; non è integrazione non scolarizzarli; non è integrazione lasciarli girare senza nessuna meta nelle vie della Quarta circoscrizione».
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Quindi l’annuncio di «un’assemblea pubblica per affrontare queste questioni per chiedere al sindaco della città al prefetto di Vibo quanto tempo ancora il palazzetto, sarà occupato e quale misure alternative intendono adottare per dare spazio ai ragazzi del posto e le associazioni sportive di programmare le attività invernali. Sarà nostra impegno una volta ufficializzata la riunione comunicarla agli organi preposti».