Rinascita Scott: lasciano il carcere i fratelli Tripodi di Portosalvo
Nei loro confronti la Dda ha chiesto 9 anni di reclusione a testa per una presunta estorsione al Lido degli Aranci di Bivona
Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia dinanzi al quale si sta celebrando il maxiprocesso Rinascita Scott ha revocato la misura della custodia cautelare in carcere – sostituendola con quella degli arresti domiciliari – nei confronti di Sante Tripodi, 49 anni, di Portosalvo, imputato per il reato di estorsione pluriaggravata ai danni dell’imprenditore Antonio Facciolo di Pizzo in relazione alla gestione del Lido degli Aranci di Bivona. I giudici hanno così accolto una richiesta degli avvocati Diego Brancia e Riccardo Caramello. Nei confronti di Sante Tripodi il 7 giugno scorso la Dda di Catanzaro ha chiesto 9 anni di reclusione. La vicenda è legata al contenuto di una intercettazione sull’utenza di Rocco Anello (figlio del boss Tommaso Anello), di Filadelfia, grazie alla quale gli investigatori hanno ricostruito l’episodio contestato, transitato dal processo Imponimento a Rinascita Scott. Sante Tripodi era detenuto dall’agosto del 2020 in seguito all’operazione Imponimento. Sempre il Tribunale di Vibo (collegio di Rinascita Scott) ha disposto poi gli arresti domiciliari anche per Antonio Tripodi, 58 anni, di Portosalvo (fratello di Sante). Pure nei suoi confronti la Dda ha chiesto la condanna a 9 anni di reclusione. Avrebbe concorso, negli anni 2016-2017, unitamente ai fratelli Domenico Tripodi, Sante Tripodi ed a Domenico Lo Bianco di Vibo Valentia a portare a termine un’estorsione ai danni del gestore del Lido degli Aranci al fine di agevolare i clan Lo Bianco-Barba e Tripodi.
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