Depurazione: carabinieri e Guardia costiera al Comune di Vibo per ascoltare sindaco e dirigenti
Al centro dell’interesse dei militari le ultime dichiarazioni del biologo Silvio Greco sulle responsabilità degli enti locali nel sistema di sversamento a mare con assessori «non documentati e pronti a nascondersi dietro un dito»
Vogliono vederci chiaro i carabinieri del comando provinciale, quelli del Gruppo Forestale, la sezione di polizia giudiziaria della Procura di Vibo e la Capitaneria di porto in merito alle dichiarazioni rilasciate sabato scorso ad una radio locale dal biologo (e già in passato assessore regionale all’Ambiente) Silvio Greco, il quale si è detto in possesso di documentazione capace di provare diverse attività di scarico di liquami in mare lungo il tratto di costa vibonese e dell’intera provincia. Parole che non sono passate inosservate, tanto che stamane carabinieri e Guardia costiera si sono recati al Comune di Vibo per avere delle informazioni dal sindaco Maria Limardo e dalla dirigente del settore Ambiente di “Palazzo Luigi Razza”, Adriana Teti. Ascoltato anche il responsabile del settore Manutenzione del Comune, Emilio Le Piane. La depurazione, quindi, al centro della richiesta di documenti al Municipio di Vibo per fare piena luce sia sulle denunce di Silvio Greco, sia per cercare di venire a capo di scarichi illegali che rendono complicata la situazione in alcuni tratti delle Marinate, tanto che in zona Capannina il sindaco ha firmato un’ordinanza con il divieto di balneazione. Primo cittadino che oggi è risultata assente dal Consiglio comunale (convocato per discutere della carenza idrica) proprio in quanto impegnata a fornire le delucidazioni richieste dalla Guardia costiera e dai militari dell’Arma. Silvio Greco – direttore di Ricerca della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” – nei mesi scorsi ha siglato un protocollo d’intesa con le forze dell’ordine per individuare le cause dell’inquinamento marino nel tratto di mare che va da Gizzeria a Nicotera passando per l’area industriale di Lamezia Terme e il litorale di Curinga. Il biologo nel corso della trasmissione radiofonica si è detto in possesso di video che immortalano diversi vibonesi che di notte “usano le loro pompe per aspirare i reflui e riversarli in mare”. Silvio Greco ha poi denunciato che diverse e troppe sono le “aziende locali non sono collettate alla rete fognaria, con fiumi come il Mesima nei quali viene scaricato di tutto per poi finire a mare”, non tralasciando gli impianti di depurazione che, evidentemente, ad avviso del biologo, non sono sufficienti a gestire l’aumento dei turisti lungo la fascia costiera vibonese nei mesi estivi. Quindi la “stoccata” finale all’indirizzo degli inquilini di “Palazzo Luigi Razza”: “Amministrare significa servire la cosa pubblica, ma ultimamente chi amministra lo dimentica. L’ente comunale dovrebbe smetterla di nascondersi dietro il dito, mentre qualche assessore dovrebbe documentarsi prima di parlare e rispondere per tempo alle numerose lettere inviate. Non possiamo più preoccuparci del nostro mare soltanto a luglio, noi lo facciamo tutto l’anno”. Sul j’accuse di Silvio Greco le risposte dovranno ora fornirle proprio i Comuni, ad iniziare da quello di Vibo Valentia per finire ad altre amministrazioni comunali. La Procura di Vibo Valentia, dal canto suo, ha aperto un fascicolo d’inchiesta – per ora a carico di ignoti – con le ipotesi di reato di inquinamento ambientale, art. 452 bis c.p., e art. 137 del codice dell’ambiente che sanziona la realizzazione o l’utilizzo, senza autorizzazione, di scarichi industriali di acque reflue. Eseguito anche un controllo, con campionamento delle acque, unitamente a tecnici Arpacal e della Stazione Zoologica Anton Dohrn in un impianto di depurazione per verificarne il corretto funzionamento.
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