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Massoneria: “botta e risposta” tra l’ex Gran Maestro Di Bernardo e le logge del Goi di Vibo

Dura risposta dei venerabili delle cinque logge vibonesi alla lettera inviata dal professore, al vertice del Grande Oriente dal 1990 al 1993, il quale controreplica chiedendo di conoscere i provvedimenti intrapresi dalla massoneria nei confronti del “fratello” Davide Licata, coinvolto nell’inchiesta sul “diplomificio” di Stefanaconi, e nei riguardi di altri componenti della loggia Morelli

Massoneria: “botta e risposta” tra l’ex Gran Maestro Di Bernardo e le logge del Goi di Vibo
Giuliano Di Bernardo e nel riquadro la targhetta all'esterno della sede della loggia Morelli di Vibo
La sede della loggia Michele Morelli a Vibo

Non è andata giù alle cinque logge vibonesi del Grande Oriente d’Italia (Morelli, Carducci, Monteleone, Murat e Musolino), la missiva che l’ex Gran Maestro del Goi (dal 1990 al 1993), Giuliano Di Bernardo, il 29 giugno scorso ha fatto recapitare a tutte le logge del Paese – destinata ad ogni affiliato tramite l’ufficio delle singole Segreterie –  nella quale, ponendo la “questione morale” come argomento di confronto per la Massoneria italiana, ha invitato “tutti i massoni ad un recupero di legalità e di stile”. Le cinque logge vibonesi del Goi hanno reagito duramente a tale lettera del loro ex Gran Maestro nazionale, rispondendo con una nota che ora lo stesso Giuliano Di Bernardo ha inteso rendere pubblica, inviando al contempo un comunicato stampa per conoscere quali provvedimenti la massoneria vibonese ha inteso adottare nei confronti di Davide Licata, finito con tutta la famiglia al centro dell’inchiesta sul “diplomificio” dell’Accademia Fidia di Stefanaconi, ma soprattutto risultato iscritto alla loggia Michele Morelli di Vibo. Di Bernardo chiede altresì di conoscere quali provvedimenti sono stati presi dalla loggia “Michele Morelli” di Vibo nei confronti altri “fratelli”.

Il filosofo di Trento

Giuliano Di Bernardo

Giuliano Di Bernardo, 84 anni, già docente di filosofia all’Università di Trento, è stato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (Goi, la più importante comunione massonica italiana) dal 1990 al 1993. Iniziato nel 1961 nella Loggia bolognese “Risorgimento-8 Agosto” (GOI), nel 1988 (a soli 49 anni di età) viene ammesso nel Supremo Consiglio del 33° ed ultimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato (Rsaa). Dopo qualche anno si è dimesso dal Supremo Consiglio, mentre nel 1993 ha lasciato il Goi fondando la Gran Loggia Regolare d’Italia (Glri) ottenendo il prestigioso riconoscimento della Massoneria di Londra (United Grand Lodge of England – Ugle) e di altre Grandi Logge del circuito filo-inglese. In Calabria la Gran Loggia regolare d’Italia di Di Bernardo (Gran Loggia di Calabria) ha avuto quale Gran Maestro regionale il professore di educazione tecnica della scuola media Bruzzano di Vibo, Nicola Pitaro, nel 2005 passato nel Grande Oriente d’Italia (loggia Michele Morelli, per la precisione). Nicola Pitaro (deceduto lo scorso anno) era il padre dell’ex consigliere regionale Vito Pitaro, il leader di “Città Futura” in questi giorni al centro del dibattito politico locale per la decisione di far dimettere tre assessori dalla giunta comunale di Vibo e nelle scorse settimane finito al centro dell’inchiesta antimafia denominata Maestrale-Carthago, pur non avendo ricevuto al momento un avviso di garanzia.

Di Bernardo e l’ex procuratore Cordova

Agostino Cordova

Giuliano Di Bernardo tra il 1992 ed il 1993 ha inoltre sostenuto l’inchiesta avviata dall’allora procuratore di Pami, Agostino Cordova, sulla c. d. “massoneria deviata” era stata avviata nel 1992 dall’allora procuratore di Palmi, Agostino Cordova, e poi archiviata a Roma dal gip Augusta Iannini (moglie del noto giornalista Bruno Vespa) dopo il trasferimento degli atti nella capitale nel 1994 (una volta trasferito Cordova a Napoli) e prima che alla guida della Procura di Palmi si insediasse Elio Costa (futuro sindaco di Vibo). Un’archiviazione dell’inchiesta che ancora oggi i massoni del Grande Oriente d’Italia rivendicano con orgoglio criticando l’allora procuratore Cordova e lo stesso Di Bernardo, ma che il gip di Roma Augusta Iannini – a ben guardare –  avrebbe potuto archiviare solo per la parte di propria competenza territoriale (e non certo per fatti accaduti in altre parti d’Italia). Nelle motivazioni dell’archiviazione, inoltre, si legge che – ad avviso del gip – ci si trovava dinanzi a “notizie” e non a “notizie di reato”, pur ammettendo lo stesso magistrato nel decreto di archiviazione che la gran mole di atti e documenti sequestrati da Cordova era inconsultabile (quindi neanche sfogliata dal giudice) in quanto ammassata in uno scantinato del Tribunale di Roma. Nel 2002 Giuliano Di Bernardo ha lasciato anche la Gran Loggia Regolare d’Italia e la Massoneria ma senza smettere di essere massone.  In quell’anno ha fondato a Trento una nuova associazione iniziatica, “l’Accademia degli Illuminati”, o “Ordine degli Illuminati”, o “Dignity Order” con sede a Vienna. Il Dignity Order ha Gran Priorati in Italia, Ucraina, Slovacchia, Serbia. Dal 2002 Di Bernardo è Gran Maestro dell’Ordine degli Illuminati.

La risposta delle logge di Vibo a Di Bernardo

Ecco il testo della lettera inviato dai cinque maestri venerabili delle logge del Goi di Vibo a Di Bernardo:

È inconcepibile come alcuni individui possano dimenticare i fatti di cui sono stati protagonisti e continuare con le loro operazioni denigratorie nei confronti di uomini e istituzioni, come se nulla fosse accaduto; lei ha avuto l’onore di occupare la posizione più alta nel Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, ovvero quella di Gran Maestro, eppure è stato in grado di recare un’offesa a questa prestigiosa carica, un’offesa che nessuno potrà mai cancellare. La storia che abbiamo vissuto segna indelebilmente i protagonisti in modo negativo, e non serve richiamare i morti a testimoniare per cercare di cancellare comportamenti incomprensibili di cui si è reso protagonista. I morti non possono più parlare, ma i documenti rimasti parlano con chiarezza. Di Bernardo, un personaggio indefinibile, capace di tradire e tentare di infangare uomini irreprensibili sotto ogni aspetto. Solo il nominarli, con allusioni più o meno esplicite, costituisce una grave offesa. Appena ha avuto dei dissapori, come Gran Maestro, ha freddamente organizzato una via di fuga, pensando unicamente ai suoi interessi personali, senza alcuna considerazione per il benessere del popolo massonico ignaro di ciò che stava accadendo. Il Gran Maestro traditore della più importante obbedienza italiana ha segretamente stretto accordi con la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, denigrando i fratelli che lo avevano eletto e accusandoli delle peggiori nefandezze. Ha fondato una nuova obbedienza carpendo la buona fede di alcuni fratelli. Mentre già aveva pianificato e messo in atto tutto questo, come dimostrano ampiamente i documenti, ha riunito la Giunta amministrativa fingendo ancora di essere il Gran Maestro in carica, nascondendo a tutti le sue trarne. Questo è Di Bernardo, un mistificatore. In passato ha infangato e offeso la dignità dei fratelli affermando ingiustamente che le Logge erano preda incontrollata di mafia e ‘ndrangheta. Oggi, scrive loro una lunga lettera piena di malvagità e falsità, chiedendo solidarietà contro il Gran Maestro Bisi e i suoi diretti collaboratori, invertendo completamente i ruoli: “In passato, i delinquenti erano all’intemo delle Logge ma ora si trovano nella dirigenza.” Questo è tutto ciò che può essere generato da una mente che sicuramente immagina una realtà personale e distorta. Incontrare un tale individuo è raro nella vita. Non ha né pudore né vergogna, evidentemente il suo pensiero vive in una dimensione del tutto particolare. Il Grande Oriente d’Italia è un’istituzione composta da uomini che rispettano rigorosamente i canoni che essa stessa promuove con forza, ovvero: onestà, correttezza, amore verso il prossimo, dignità, impegno, etica, legge e legalità. Non c’è spazio per individui indegni di tali valori, capaci persino di affermare e giurare il falso al fine di trarre vantaggi personali.

La comunità massonica ha avuto l’infausto incontro con questa figura estranea e l’ha espulsa poiché considerata indegna dei valori antichi dell’ordine. Anche la nuova obbedienza da lui fondata ha finito per costringerlo ad abbandonarla non appena ha preso coscienza della qualità dell’uomo in questione. Tentare, ancora, dopo ciò che è accaduto, di ingannare i Massoni e cercare di prendere in giro la loro buona fede è veramente folle. Pensare di gettare fango su coloro che attualmente governano e amministrano l’Istituzione è al di fuori della grazia di Dio. Del resto, essersi subdolamente introdotto negli account di posta elettronica delle logge del Grande Oriente d’Italia, importunando i fratelli con menzogne e falsità dà la misura del personaggio, a cui ricordiamo che tali comportamenti costituiscono anche violazione della normativa a tutela della riservatezza e sono perseguibili legalmente. Il tempo e la storia metteranno in luce la vera natura di tali personaggi che cercano l’impossibile. In parte, la storia si è già pronunciata attraverso il ripristino del riconoscimento da parte della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, che ha emesso praticamente un verdetto che attesta l’integrità e le alte qualità morali del popolo massonico del Grande Oriente d’Italia. Cercare di appoggiarsi al solito individuo losco che ancora si nasconde tra di noi è un atto di estrema bassa lega e, soprattutto, moralmente riprovevole. La semina di discordia è fine a sé stessa e tutto il male ricadrà certamente su chi, da anni, cerca di diffonderlo superando ogni limite e ogni misura. Il Grande Oriente d’Italia è solido perché le sue fondamenta sono sane e salde, e l’albero del Grande Oriente continua a crescere rigoglioso grazie alle sue radici robuste e vigorose; tutto ciò si basa su uomini moralmente ed eticamente irreprensibili. È giunto il momento di abbandonare le favole, i fratelli non si lasciano ingannare da chi può continuare tranquillamente a pettinarsi la barba anche se in disfacimento. Le Logge dell’Oriente di Vibo Valentia respingono e contestano ciò che si sta tentando ancora una volta, al fine di danneggiare e fuorviare la nostra amata Istituzione. Viva il Grande Oriente d’Italia! Viva tutti i fratelli che lo compongono! Viva coloro che lo amministrano e lo governano con onestà, saggezza e trasparenza! Viva il nostro amato Gran Maestro Stefano Bisi! Viva l’opera svolta per l’elevazione culturale, sociale e morale dell’uomo e della famiglia umana! Sempre per la maggior gloria del Grande Architetto dell’Universo”.

La risposta di Di Bernardo

Giuliano Di Bernardo

A tale lunga lettera scritta dai maestri venerabili delle cinque logge del Greande Oriente di Vibo Valentia (logge Morelli, Carducci, Monteleone, Murat e Musolino) ha così risposto Giuliano Di Bernardo attraverso un apposito comunicato stampa: In relazione alla nota pervenutaci in data 17 luglio 2023 alle ore 10:47 da parte della Loggia del Grande Oriente d’Italia “Michele Morelli n. 153” all’Oriente di Vibo Valentia, a firma “I Maestri Venerabili delle Logge del G.’.O.’.I.’. dell’Or.’. di Vibo Valentia”, in riscontro alla nostra “Lettera 2023 ai Fratelli del Grande Oriente d’Italia”, richiediamo agli scriventi quale sia stato il provvedimento interno al Grande Oriente d’Italia intrapreso nei confronti del sig. Davide Licata, Maestro della R.L. “Michele Morelli” all’Oriente di Vibo Valentia, arrestato e successivamente posto ai domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla produzione di atti falsi e corruzione nella pubblica amministrazione (inchiesta “Diacono”), già assurto agli onori della cronaca per essere stato scoperto in possesso, nella propria abitazione, di una vera e propria santabarbara che deteneva in gran parte illegalmente, oltre che di una cospicua quantità di denaro liquido (oltre duecentomila euro).

Domandiamo: «Il sig. Davide Licata è stato sospeso dal Grande Oriente d’Italia?» Domandiamo: «Il sig. Davide Licata ha subito processo massonico ex art. 187 del Regolamento del Grande Oriente d’Italia?». Domandiamo: «Il sig. Davide Licata è stato espulso dal Grande Oriente d’Italia per condotta antimassonica o fa parte anch’egli, come il sig. Vito Lauria (già Maestro Venerabile della Loggia “Arnaldo da Brescia n. 959” di Licata, già condannato con sentenza definitiva per “concorso esterno in associazione mafiosa”), dei cosiddetti “depennati per morosità”?». Riteniamo che poter chiarire tali aspetti vada a vantaggio di entrambe le parti, anche in relazione ad un passaggio molto interessante della nota che ci è stata recapitata, il quale afferma: «Il Grande Oriente d’Italia è solido perché le sue fondamenta sono sane e salde, perché si basa su uomini moralmente ed eticamente irreprensibili». Non avendo noi alcun motivo per dubitare di tale assunto – sottolinea Di Bernardo – anche  perché siamo i primi ad auspicarne la fondatezza, riteniamo che gli scriventi Maestri Venerabili delle Logge vibonesi non avranno alcuna difficoltà a tranquillizzare noi e l’opinione pubblica nazionale circa il perduto status massonico del sig. Davide Licata, coinvolto in fatti profani tanto gravi. Chiediamo, inoltre, se a fronte degli ulteriori fatti molto gravi che hanno visto coinvolti altri appartenenti alla Loggia “Michele Morelli” di Vibo Valentia, questa sia stata oggetto di “Ispezione Magistrale” da parte del Gran Maestro Stefano Bisi. Restiamo in fiduciosa attesa di risposta, che – conclude Di Bernardo – siamo sicuri risulterà esaustiva”.

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