‘Ndrangheta: carcere duro per i boss La Rosa di Tropea
A disporlo è stato il Ministero della Giustizia. Sono coinvolti nelle inchieste antimafia Rinascita Scott ed Olimpo
Il Ministero della Giustizia ha disposto il regime della detenzione al carcere duro (art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario) nei confronti di Antonio La Rosa, 61 anni– indicato quale capo promotore dell’omonimo clan di Tropea – e del fratello Francesco La Rosa, 57 anni, alias “U Bimbu”, di Tropea. Antonio La Rosa si trova detenuto per l’operazione Rinascita Scott e nei suoi confronti la Dda di Catanzaro ha chiesto 30 anni di reclusione al termine della requisitoria. E’ poi detenuto per l’operazione antimafia Olimpo della polizia (gli vengono contestate una serie di estorsioni aggravate dalle modalità mafiose e la Cassazione ha annullato on rinvio l’ordinanza) e anche per altra inchiesta che lo vede rispondere di estorsione in concorso con il commercialista Domenico Fraone (la cui posizione nel processo apertosi a Vibo è stata stralciata). Antonio La Rosa, alias “Ciondolino”, è difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio. Francesco La Rosa (difeso dagli avvocati Sandro D’Agostino e Leopoldo Marchese) si trova invece detenuto per l’operazione Olimpo (anche a lui sono contestate diverse estorsioni aggravate dal metodo mafioso e pure per lui la Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza), mentre nel processo Rinascita Scott per lui sono stati chiesti 3 anni di reclusione (associazione mafiosa e violenza privata aggravata dal metodo mafioso). Da ricordare che il 31 maggio scorso è ritornato libero Domenico La Rosa, 85 anni, padre di Antonio e Francesco, avendo la Cassazione annullato nei suoi confronti l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione Olimpo. Pasquale La Rosa, 57 anni, fratello di Antonio e Francesco, dal 14 giugno scorso ha invece lasciato il carcere per gli arresti domiciliari. E’ imputato per usura ed estorsione aggravati dalle modalità mafiose. I tre fratelli La Rosa sono già stati condannati per associazione mafiosa in via definitiva al termine dell’operazione Peter Pan scattata nel dicembre 2012 ad opera della Squadra Mobile di Vibo Valentia. Per tale inchiesta hanno però già da tempo scontato la pena.
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