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Revoca di una licenza commerciale a Tropea, le ragioni della Questura che menziona pure un assessore

Ecco i motivi alla base della proposta avanzata dal questore nei confronti del ristorante That’s Amore. Anche i legami parentali del titolare (cugino di un componente della giunta comunale) ritenuti fra gli elementi indizianti circa la possibile «volontà dell’organizzazione criminale di riaffermare la propria capacità economica»

Revoca di una licenza commerciale a Tropea, le ragioni della Questura che menziona pure un assessore
La Prefettura e la Questura di Vibo Valentia
Il questore Cristiano Tatarelli

“Stretta” delle forze dell’ordine – polizia, carabinieri e finanza – nell’ambito del contrasto a tutte quelle attività economiche potenzialmente capaci di “inquinare l’economia legale”. Avevamo dato notizia nel maggio scorso (LEGGI QUI: “Stretta” della Prefettura sui locali pubblici di Tropea: avviata la revoca di due licenze) della decisione della Prefettura di Vibo Valentia di avviare il procedimento per la revoca delle autorizzazioni per la somministrazione di alimenti e bevande ad alcuni locali di Tropea. Fra loro anche il ristorante-pizzeria Lounge Bar denominato “That’s Amore” di Antonio Trecate per il quale il Comune – su indicazione della Prefettura – ha avviato il procedimento di revoca dell’autorizzazione. Ma come è arrivata la Prefettura di Vibo a trasmettere tale richiesta al Comune di Tropea? Alla base vi è una attività investigativa della Divisione di Polizia amministrativa e sociale della Questura di Vibo Valentia che ha portato il questore Cristiano Tatarelli ad avanzare la proposta di revoca della licenza. Siamo in grado di svelare il contenuto di tale proposta inoltrata alla Prefettura di Vibo Valentia guidata da Giovanni Paolo Grieco.

Greta Trecate

Il ristorante pizzeria, lounge bar “That’s Amore” – ad avviso del questore – appare “rientrare nel novero delle attività inquinate da infiltrazioni mafiose che si ritengono lesive dell’economia legale e costituenti, pertanto, una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Oltre ad alcuni controlli di polizia nei confronti del titolare dell’attività commerciale, Antonio Trecate, con alcuni soggetti noti alle forze dell’ordine, la proposta del questore si sofferma su altri rilievi menzionando pure l’attuale assessore comunale Greta Trecate, prima cugina del titolare del That’s Amore nei cui confronti è stata avanzata la revoca della licenza. Dopo essersi soffermato sul padre del titolare del locale “che – rimarca la Questura – annovera precedenti di polizia in materia di armi”, ed il cui nominativo viene riportato anche nella relazione della Commissione di accesso agli atti che ha portato nel 2016 allo scioglimento degli organi elettivi del Comune per infiltrazioni mafiose, la proposta del questore così continua: “Antonio Trecate è cugino dell’attuale assessore agli Affari generali del Comune di Tropea Greta Trecate. La correlazione di parentela viene evidenziata dal fatto che il padre di quest’ultima, Massimo Trecate, è fratello del padre del titolare del locale. Inoltre l’assessore Greta Trecate è nipote di Ivano Pizzarelli, fratello di Armanda, moglie di Massimo Trecate.

Francesco Trecate

Ivano Pizzarelli – evidenzia ancora il questore – è stato tratto in arresto nell’ambito dell’operazione di polizia Dinasty-Affari di famiglia in quanto affiliato alla cosca Mancuso di Limbadi. Antonio Trecate, inoltre, risulta essere nipote di Francesco Trecate – fratello del padre – tratto in arresto nell’operazione di polizia eseguita dalla Guardia di finanza denominata “Cimitero degli orrori a Tropea”. Alla luce di tutto ciò, il questore Cristiano Tatarelli ha invitato la Prefettura di Vibo a richiedere al Comune di Tropea la revoca della licenza rilasciata ad Antonio Trecate. Provvedimento di revoca – ricorda il questore – che è “a tutela dell’ordine pubblico ed ha una finalità preventiva analoga all’informativa antimafia”. Ed ancora: “Gli accertamenti eseguiti fanno ragionevolmente ritenere che l’attività di Antonio Trecate possa essere espressione – anche in virtù dei pregiudizi annoverati da stretti parenti, padre e zio, e dai legami intessuti da affini risultati collegati alla cosca Mancuso – della volontà di riaffermare la capacità economica dell’organizzazione criminale egemone in quel territorio mediante il reimpiego dei proventi di attività delittuose”. Nel caso di specie, come confermato dalla giurisprudenza amministrativa, “non appare illogico ritenere – conclude il questore – che i rapporti parentali di Antonio Trecate possano rappresentare uno strumento, anche indiretto, di inquinamento dell’economia legale da parte della criminalità organizzata”.

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