sabato,Novembre 30 2024

Affari con i Parchi eolici: condanna definitiva per Pantaleone Mancuso

Il boss dell’omonimo clan processato insieme ad un esponente della cosca di San Leonardo di Cutro

Affari con i Parchi eolici: condanna definitiva per Pantaleone Mancuso
Nel riquadro il boss Pantaleone Mancuso
Giovanni Trapasso

Condanna anche in Cassazione per il boss di Nicotera Marina, Pantaleone Mancuso, 62 anni, alias “Scarpuni”. Otto anni e 6 mesi per lui la condanna in un troncone dell’operazione antimafia denominata “Via col vento” che mirava a far luce sulle ingerenze dei clan nella costruzione del Parchi eolici in Calabria. Stessa pena – 8 anni e 6 mesi – anche per Giovanni Trapasso, 58 anni, ritenuto elemento di spicco dell’omonimo clan di San Leonardo di Cutro. Passa in giudicato anche la condanna ad 8 mesi (con sospensione condizionale) nei confronti di Riccardo Di Palma di San Lupo (provincia di Benevento), patron della “Molisana Trasporti”, mentre a 5 anni e 3 mesi è stato condannato Giuseppe Errico, 69 anni, imprenditore di Cutro. L’inchiesta era partita dalla Dda di Reggio Calabria e poi trasferita per competenza territoriale alla Dda di Catanzaro. L’indagine ha acceso i riflettori sul business dell’eolico nei parchi di Amaroni, Cutro e San Biagio con la presunta ingerenza dei clan Mancuso, Anello di Filadelfia e Trapasso di San Leonardo di Cutro nei milionari lavori degli impianti e nella guardiania delle zone. Gli imprenditori sarebbero stati costretti a subappaltare i lavori inerenti la realizzazione dei parchi ad imprese controllate dalle cosche, anche aggirando il regolamento contrattuale sottoscritto dalle imprese aggiudicatarie. Fondamentali nell’attività di indagine le intercettazioni telefoniche ed ambientali.  Pantaleone Mancuso era in particolare accusato di estorsione e illecita concorrenza con minaccia volti al controllo, o comunque al condizionamento, del mercato relativo alle esecuzioni di opere pubbliche nei parchi eolici di diverse località calabresi, alcune delle quali ricadenti sotto il controllo della cosca mafiosa dei Mancuso di Limbadi, della quale “Scarpuni” è ritenuto un esponente apicale. I reati di tentata estorsione e concorrenza illecita erano aggravati dalla modalità mafiose. 
Pantaleone Mancuso e Giuseppe Evalto, 60 anni, nativo di Spilinga ma residente a Pizzo (che ha scelto il processo con rito abbreviato) avrebbero condizionato il mercato dell’eolico relativo alla costruzione del Parco eolico Vestas di Cutro in concorso con Giovanni Trapasso, ritenuto elemento di spicco dell’omonimo clan del Crotonese. In particolare il trasporto delle pale eoliche da Taranto a Cutro sarebbe stato affidato alla ditta di Evalto “utilizzando lo schermo giuridico del comodato gratuito al fine di aggirare i divieti contrattuali”.  

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