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Omicidio Soumaila Sacko: dall’inchiesta Maestrale una pista verso possibili mandanti

L’ultima operazione antimafia svela attraverso alcune intercettazioni che il condannato Antonio Pontoriero potrebbe aver agito poiché spinto da altre persone

Omicidio Soumaila Sacko: dall’inchiesta Maestrale una pista verso possibili mandanti

Un mandate per l’omicidio di Soumaila Sacko, il sindacalista maliano ucciso a colpi di fucile il 2 giugno 2018 nell’area dell’ex fornace “La Tranquilla”? E’ quanto mette in luce – pur non muovendo allo stato alcuna contestazione – l’ultima inchiesta della Dda di Catanzaro denominata Maestrale-Carthago. Per l’omicidio il 19 gennaio scorso la Cassazione ha condannato Antonio Pontoriero, 49 anni, di San Calogero, alla pena di 22 anni di reclusione. Per i giudici di merito si è trattata di una vera e propria “caccia” all’uomo, un’azione criminale “deliberatamente posta in essere” da Antonio Pontoriero “per punire i sottrattori delle lamiere”.  Nessun colpo partito per errore, dunque, poiché in tale caso Antonio Pontoriero avrebbe dovuto interrompere l’azione ed invece la caccia è continuata con imperturbata determinazione, sino a riservare a ciascuna delle sue vittime la sua punizione”. A conferma dell’animus necando, i giudici di primo e secondo grado avevano sottolineato in sentenza la circostanza che l’azione del Pontoriero non si fosse fermata nemmeno dopo che Soumaila Sacko – chiaramente avvistabile dalla sua posizione – era caduto a terra colpito al capo: tanto a dimostrazione dell’assoluta accettazione, nella rappresentazione e volizione del soggetto agente, dell’evento morte quale possibile conseguenza della sua azione.

Le intercettazioni

Siamo al 19 dicembre 2018 e, secondo quanto emerge dall’operazione Maestrale-Carthago, un componente dei Galati di Mileto viene messo a conoscenza da altro soggetto di un incontro con Francesco Pontoriero, alias “lo zoppo”, fratello di Fortunato “con il quale hanno discusso a lungo della situazione di Antonio Pontoriero, figlio di Fortunato e nipote di Francesco”. Lo stesso Antonio Pontoriero imputato per l’omicidio di Soumaila Sacko. “Il Costantino conferma ampiamente che l’autore dell’omicidio è proprio Antonio Pontoriero ma è particolarmente dispiaciuto poiché lo stesso era un ragazzo sempre a disposizione per qualsiasi cosa gli si chiedeva”. Ecco l’intercettazione: “Adesso ha visto che io ieri ero con Cicco??! … Con suo zio! E abbiamo parlato per Antonio (ndr Pontoriero) che a me per Antonio mi dispiace perché per quello che gli cercavi Antonio è stato sempre”. Galati risponde dicendogli che hanno sbagliato poiché essendo confiscate quelle terre della ex fornace “ La Tranquilla” non avevano alcun diritto di andare a sparare contro gli extracomunitari”. Altra intercettazione:“Però ah Ciccio ti posso dire…se tu hai una cosa confiscata che è andata a finire allo Stato questa fabbrica che lo spari a fare a quello? Costantino concorda con Galati, riferendo che l’argomento che ha trattato con Francesco Pontoriero è stato proprio questo. Sempre nelle intercettazioni: “Si!… ma questo gliel’ho detto ieri, gli ho detto “voi questi cazzi qua non dovevate farli!… perché non era il vostro…lasciateli vivere con queste lamiere… me ne fotto delle lamiere?” Tutto quello che c’era … gli ho detto… l’ha preso tuo fratello “. Galati ricorda quindi che, tra l’altro, i Pontoriero hanno fatto i forti con i deboli poiché si sono accaniti contro gli extracomunitari che rubavano le lamiere, mentre non hanno fatto nulla quando i “San Giovannoti” (abitanti della frazione di San Giovanni di Mileto), in particolare con tale Nato “u biancu” quando si recavano a fare razzie in quella ex fornace”. E’ ancora un’intercettazione a svelare ciò: “Hanno voluto le lamiere i San Giovannoti…non hanno parlato…Natu u biancu…ci sono i capannoni…., là non sono andati a sparare… a sparare al nero! Bravo il coglione… lo hai ucciso, ti hanno riconosciuto, hanno un mondo di prove! Ormai presentati con il fucile e digli ” l’ho sparato”. Ma lui è ritornato…sennò non era facile che lo prendevano perche lui è ritornato, dopo che lui ha sparato.. lui è ritornatose lui non ritornava il problema non ci stava… lui è ritornato ed è rimasto fregato Antonio!.. perche lui è tornato che si è dispiaciuto Antonio… altrimenti non tornava. Mi dispiace perché era un ragazzo obbediente, quello che gli cercavo mi portava. Un ragazzo ….ma lui anche mi ha detto “compare Ciccio quella terra diventa incolta” ed io gli ho risposto: “Oh Antonio mi dispiace che lo stai dicendo tu…un ragazzo pulito e va dicendo a me che quella terra diventa incolta?…E’ impossibile Antonio perché là tuo padre…, voi pagate le pene e io vi posso dare la facoltà…“.

Secondo leintercettazioni, quindi, Antonio Pontoriero potrebbe non aver agito di sua iniziativa contro Soumaila Sacko, ma poiché spinto dai familiari a sparare contro l’extracomunitario. Nessuna contestazione viene mossa al momento in tal senso e su tale fronte le indagini quindi continuano. Da segnalare che per il padre di Antonio Pontoriero, ovvero Fortunato Pontoriero (cl ’49), di San Calogero, il procuratore Nicola Gratteri al termine della requisitoria di Rinascita Scott ha chiesto nei suoi confronti (per altre vicende relative ad un’estorsione di un terreno) la condanna a 6 anni di reclusione. In Maestrale-Carthago Fortunato Pontoriero (alias “Natu u zoppu”) è invece indagato per concorso in estorsione (aggravata dalle modalità mafiose) in concorso con Giuseppe Mangone di Mileto.

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