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Rinascita Scott: i profili ed i ruoli dei 13 imputati per i quali la Dda ha chiesto 30 anni di carcere

Da Vibo a Sant’Onofrio, da San Gregorio d’Ippona a Tropea, da Capo Vaticano a Cessaniti sino ai fedelissimi del boss di Zungri, ecco chi rischia il massimo della pena

Rinascita Scott: i profili ed i ruoli dei 13 imputati per i quali la Dda ha chiesto 30 anni di carcere
L'aula di Rinascita Scott e nei riquadri da sinistra verso destra: Francesco Barbieri, Saverio Razionale, Pasquale Bonavota, Antonio La Rosa e Paolino Lo Bianco

Il boss di San Gregorio d’Ippona

Saverio Razionale

La condanna a 30 anni è stata chiesta pure per Saverio Razionale, 62 anni, di San Gregorio d’Ippona che viene collocato in Rinascita Scott al vertice del clan unitamente al capo storico Rosario Fiarè (deceduto nel corso del processo) e Gregorio Gasparro (condannato a 16 anni in abbreviato). Saverio Razionale sarebbe stato, secondo l’accusa, permanentemente deputato alla gestione economico-finanziaria della struttura mafiosa, con collegamenti anche a Roma, venendo sostituito temporaneamente sul territorio di San Gregorio da Gregorio Gasparro, alias “Ruzzu u Gattu”. Razionale e Gasparro avrebbero mantenuto un raccordo operativo con gli altri clan della ‘ndrangheta. Razionale, inoltre, è accusato di essere un esponente apicale del “direttorio” criminale dell’intera area del Vibonese, operando in diretto e stretto rapporto con i boss Luigi Mancuso di Limbadi e Giuseppe Accorinti di Zungri, mantenendo anche rapporti con “colletti bianchi” come l’avvocato Giancarlo Pittelli.

Il boss di Capo Vaticano e dintorni

Agostino Papaianni

A gestire gli affari illeciti nella zona di Capo Vaticano e nel comune di Ricadi sarebbe stato invece Agostino Papaianni, 72 anni, di Coccorino di Joppolo Gli viene attribuito il ruolo di capo clan, in stretto raccordo con Luigi Mancuso del quale sarebbe stato uno storico fedelissimo. Da Agostino Papaianni sarebbero passate le imposizioni nei villaggi turistici dell’intero comprensorio di Capo Vaticano con il rifornimento di generi alimentari (frutta, principalmente) e l’assunzione di personale. Secondo i collaboratori di giustizia, la figura di Agostino Papaianni (titolare anche di un impianto di carburanti a Tropea) sarebbe stata talmente importante nella ‘ndrangheta che il suo nome sarebbe stato usato nelle “copiate” all’atto dell’affiliazione o delle “cerimonie” per il passaggio ai gradi mafiosi superiori da parte degli affiliati. Sotto processo si trova anche Giuseppe Papaianni, figlio di Agostino, per il quale la Dda di Catanzaro ha invece chiesto la condanna a 10 anni di reclusione.

Valerio Navarra

I fedelissimi del boss di Zungri

Strettamente collegati a Giuseppe Accorinti ed al “locale” di ‘ndrangheta di Zungri vengono infine indicati Antonio Vacatello, 59 anni, di Vibo Marina – che avrebbe operato principalmente proprio in tale zona occupandosi di estorsioni, danneggiamenti e stupefacenti – e Valerio Navarra, 30 anni, di Pernocari di Rombiolo. Quest’ultimo viene indicato come un fedelissimo del boss Peppone Accorinti, agendo per suo conto principalmente nel traffico di sostanze stupefacenti su larga scala, dalla marijuana alla cocaina; negli ultimi tempi, Valerio Navarra si era trasferito a Montecatini per gestire formalmente una pizzeria, occupandosi però anche dalla Toscana di narcotraffico insieme ai narcos albanesi: rischia pure lui 30 anni di reclusione [GUARDA IN BASSO LE FOTO]

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