Mileto, consigliere a compleanno di Tavella: «Chiedo scusa a tutti, ero casualmente al ristorante»
L’assessore Pasquale Luccisano interviene dopo il nostro articolo in ordine alla sua presenza per i festeggiamenti dei 32 anni di un personaggio già ben noto alle cronache ed ora arrestato nell’operazione Maestrale insieme al padre. «A causa della mia giovane età non ero a conoscenza dei trascorsi di quel nucleo familiare». Sarà il sindaco a dover decidere se riconfermarlo nella giunta comunale
Arriva a distanza di tre giorni dal nostro articolo sulla presenza di un consigliere comunale di Mileto alla festa di compleanno del pluripregiudicato Benito Tavella (ora arrestato insieme al padre per l’inchiesta Maestrale-Carthago), la presa di posizione di Pasquale Luccisano, attualmente assessore all’Urbanistica del Comune di Mileto.
“La presente a chiarimento dei fatti riportati nell’articolo pubblicato il 06-06-23 sulla vostra testata che ha giustamente dato rilievo al contenuto di una informativa confluita agli atti del procedimento convenzionalmente denominato Maestrale-Carthago, in ragione della carica pubblica da me ricoperta. Intendo primariamente manifestare il mio più sentito rammarico rispetto all’increscioso accaduto, valutando io stesso, ex post, fuori luogo e inappropriata la mia presenza al compleanno della persona festeggiata.Ciò posto, intenderei chiarire taluni aspetti della vicenda che mi hanno visto coinvolto e le ragioni della mia presenza.In primo luogo, intendo segnalare che non ho ricevuto invito dal festeggiato per partecipare al banchetto, essendomi, di converso, ritrovato casualmente presso il ristorante dove ha avuto luogo la cena. In quel frangente siamo stati, unitamente ad altri ospiti del ristorante, invitati ad unirci ai festeggiamenti. So bene che, in ragione della mia carica pubblica, mi sarei dovuto sottrarre declinando l’invito ma, per ragioni di mero imbarazzo e vista l’insistenza, non l’ho fatto (sbagliando). Vorrei segnalare ancora, nonostante ciò non giustifichi l’accaduto, che non avrei mai immaginato un potenziale coinvolgimento del festeggiato nei fatti oggetto dell’operazione Maestrale, non avendo, a causa della mia giovane età (21 anni all’epoca dei fatti), conoscenza dei trascorsi di quel nucleo familiare. Ciò detto, chiedo scusa a tutti i cittadini di Mileto e all’amministrazione comunale per il disagio che ho provocato, impegnandomi sin d’ora ad esprimere voto favorevole nella giunta comunale che dovrà deliberare sulla costituzione di parte civile dell’ente nell’instaurando procedimento penale. Tanto si doveva, Pasquale Luccisano”.
Sin qui la nota dell’assessore Pasquale Luccisano che, lo ricordiamo, si è ritrovato nella stessa tavolata del festeggiato Benito Tavella (già all’epoca pluripregiudicato e ben noto alle cronache unitamente ai familiari per gravi vicende) unitamente allo zio Domenico Luccisano. Le foto finite nell’informativa dei carabinieri (agli atti dell’inchiesta Maestrale) sono state invece estratte da un video postato dalla cantante Teresa Merante che, ci si augura, abbia scelto per la serata un repertorio diverso da quello (canzoni inneggianti alla malavita) che l’hanno portata agli onori delle cronache nazionali (circostanza anche questa, evidentemente non nota al consigliere-assessore Luccisano). Dalla missiva dell’assessore appaiono in ogni caso certi due dati (a dar per buone le sue giustificazioni): una scarsa lettura dei giornali in ordine alle cronache locali (almeno sino a tre anni fa) ed il fatto che non accenna a dimissioni. La “palla”, quindi, passa a questo punto più di prima nelle mani del sindaco di Mileto, Natino Giordano, che dovrà decidere se il suo assessore (con una delega delicata come quella dell’Urbanistica) meriti ancora la sua fiducia e possa quindi restare in giunta anche alla luce delle “giustificazioni” fornite dallo stesso in ordine alla sua presenza al compleanno di Benito Tavella. Al momento, a tre giorni dal nostro articolo, nessuna presa di posizione sull’argomento si è registrata da parte del primo cittadino. Non va infine taciuto un altro dato di tutta evidenza: al di là dei buoni propositi e delle belle parole, la lotta alla mafia o alla malavita un pubblico amministratore non potrà mai farla se non è in grado di riconoscere chi gli si siede accanto. Senza tale capacità (richiesta ad ogni politico) si rischia infatti di ritrovarsi poi a cantare o ballare accanto ai Benito Tavella di turno o al nipote del boss Giuseppe Prostamo (ucciso in un agguato) ovvero quel Rocco Gagliardi arrestato ora anche lui nell’operazione antimafia Maestrale-Carthago.
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