La Procura distrettuale di Catanzaro, dunque, ritiene che tali testi non abbiano detto la verità in aula nel corso del loro esame e tra loro anche l’ex comandante della polizia municipale di Vibo, Domenico Corigliano, parte lesa nel processo per un’estorsione ai suoi danni (in relazione ad un immobile che la famiglia Corigliano avrebbe voluto vendere e non locare) che viene contestata ai fratelli Mario e Maurizio Artusa, a Gianfranco Ferrante, a Saverio Razionale e Giovanni Giamborino. Per la Dda sarebbe falsa anche la testimonianza resa in aula dall’imprenditrice Maria Francesca Daffinà nel corso dell’esame richiesto dall’avvocato Paola Stilo per l’imputato-avvocato Francesco Stilo e del controesame del pm Annamaria Frustaci. In tale caso Maria Francesca Daffinà era stata ascoltata il 7 marzo scorso quale socio accomandatario della società che gestisce a Vibo il ristorante Filippos, rispondendo ad alcune domande dell’avvocato Paola Stilo sull’eventuale cessione di un ramo d’azienda della società e poi al controesame del pm Frustaci in merito ad una serie di conversazioni in cui alcuni soggetti facevano riferimento al locale Filippos, parlandone come avessero un interesse a fare un investimento. Richiesta di atti alla Procura per procedere per il reato di falsa testimonianza anche per l’ex presidente della Corte d’Assise di Catanzaro Marco Petrini che in aula nel corso dell’esame, chiesto dai Pm, non ha confermato diverse dichiarazioni rese invece a verbale e che riguardavano in particolare l’imputato-avvocato Giancarlo Pittelli.
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