Tentata estorsione con i boss: Cassazione annulla arresto per il sindacalista vibonese La Torre che torna libero
Nuovo Riesame, invece, per Davide Surace di Spilinga. L’ex vicesindaco di Ricadi, ex consigliere provinciale ed esponente del centrodestra, accusato di essere l’esecutore materiale delle pretese criminali ai danni dell’impresa De Nisi di Filadelfia
La sesta sezione della Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza emessa nei confronti di Gianfranco La Torre, 56 anni, ex vicesindaco di Ricadi, disponendone l’immediata liberazione. La torre si trovava detenuto dal gennaio scorso per l’operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata Olimpo per una presunta estorsione ai danni di un imprenditore. Accolto dunque il ricorso degli avvocati Francesco Sabatino e Valerio Vianello i quali hanno contestato sia l’ordinanza genetica che quella del Riesame, venendo così entrambe annullate dai giudici della Suprema Corte. Nella stessa udienza è stato accolto anche il ricorso proposto nell’interesse di Davide Surace, 38 anni, di Spilinga, difeso dagli avvocati Francesco Sabatino, Francesco Gambardella e Nicola Cantafora. In questo caso l’annullamento è con rinvio al Tribunale del Riesame per una nuova pronuncia. Surace in questo caso risponde di associazione mafiosa e concorso in estorsione aggravata.
Gianfranco La Torre, sindacalista e già consigliere provinciale a Vibo Valentia con il centrodestra, è indagato per il reato di tentata estorsione pluriaggravata, in concorso con il boss Diego Mancuso di Limbadi (residente nel villaggio Heaven di Santa Maria di Ricadi), Davide Surace di Spilinga, Paolo Ripepi di Ricadi, Peppone Accorinti (boss di Zungri) e Costantino Gaudioso (ritenuto il fiduciario di Peppone Accorinti). Di mira è stato preso un imprenditore non meglio identificato, ma impegnato nei lavori affidati dall’impresa “De Nisi Tommaso – Impresa Costruzioni” di esecuzione di opere di difesa costiera e ricostruzione del litorale nel tratto “Foce del Mesima – Scogli delle formiche”, nel comune di Ricadi. L’imprenditore Tommaso De Nisi è di Filadelfia ed è il padre dell’attuale consigliere regionale di “Italia al Centro” Francesco De Nisi (ex presidente della Provincia di Vibo). Secondo l’accusa, Davide Surace e Paolo Ripepi si sarebbero adoperati, per conto di Diego Mancuso, per perfezionare la pretesa estorsiva in danno dell’impresa aggiudicataria dei lavori per il tramite di Gianfranco La Torre. Ciò per il gip distrettuale sarebbe riscontrato dalle dichiarazioni rese da Francesco De Nisi, preposto alla gestione tecnica della De Nisi srl, in data 13 maggio 2020. La vicenda sarebbe documentata attraverso intercettazioni e riscontri documentali. Secondo l’accusa, Gianfranco La Torre e Costantino Gaudioso sarebbero stati “gli esecutori materiali ed i coadiutori dei maggiorenti”, cioè Peppone Accorinti, Diego Mancuso, Paolo Ripepi e Davide Surace, presunti ideatori del proposito criminoso.
LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta: operazione Olimpo della Polizia, ecco tutti i nomi degli indagati – Foto
Olimpo: per Antonio La Rosa annullamento con rinvio in Cassazione
Operazione Olimpo: torna libero Domenico La Rosa, Cassazione annulla senza rinvio
Olimpo: tre annullamenti in Cassazione e in un caso il detenuto torna libero
Olimpo: i rapporti tra i La Rosa e i Mancuso e i timori per il pentimento di Francesco Zaccaro