Tropea, la minoranza attacca: «I dissuasori creano disagi a tutti»
Nuovo capitolo della saga dei “panettoni”. Romano e L’Andolina incalzano il sindaco: «Riveda le disposizioni»
Continua a tenere banco a Tropea la questione legata ai dissuasori di sosta. Dopo la denuncia dei commercianti di qualche giorno fa (leggi qui) e la replica del sindaco Giovanni Macrì (leggi qui), si aggiunge oggi un nuovo capitolo a opera dei consiglieri di minoranza Giuseppe Romano (Rinascita per Tropea) e Massimo L’Andolina (L’altra Tropea). «Nelle ultime settimane – scrive in un comunicato congiunto l’opposizione – i cittadini di Tropea sono stati bombardati da una serie di ordinanze, divieti e provvedimenti che hanno lasciato la maggior parte di essi sconcertati, disillusi e confusi. Tralasciando per il momento, le strane regole sulla Ztl, sulle quali ritorneremo e per le quali, per esempio, essere residenti nel centro storico di Tropea è diventata una colpa o una penalità, o la scellerata iniziativa su Palazzo Giffoni, o ancora sulla nomina del Presidente del Porto, da mesi atteso in Consiglio Comunale per riferire, come richiesto dalle minoranze, e chiara espressione di inciucio e di continuità con il passato, si passa dalla ridicola ordinanza sui fiori del cimitero, poi rivista (cimitero che meriterebbe ben altre attenzioni), allo stravolgimento del traffico cittadino. Senso unico in via Libertà, in zona Argani, contrada Croce, posa dei dissuasori (panettoni) in molti casi assurda, superficiale e semplicistica che hanno determinato confusione, multe a iosa, favoritismi e disagi a cittadini e turisti». Alla luce di quanto esposto i consiglieri si chiedono «se tutto questo sia il risultato di uno studio di ingegneria del traffico attento, ragionato e poi applicato o la solita iniziativa istintiva e superficiale da parte di chi si sveglia la mattina e dice: “Facciamo così”. Il fatto, ad esempio, che i “panettoni” siano spuntati come funghi o piovuti dal cielo, propenderebbe per questa seconda ipotesi». Il comunicato prosegue spiegando cosa dica il Codice della strada a proposito della posa dei dissuasori: «La materia dei dissuasori di sosta è regolata dall’art. 180 del Regolamento di Esecuzione e di Attuazione del Nuovo Codice della Strada. Qualora i manufatti vengano installati nella funzione di dissuasore secondo il disposto di cui al citato art. 180, comma 6, del Regolamento – quale impedimento materiale alla sosta abusiva; quale delimitazione di zone pedonali, aree di parcheggio riservate, zone verdi, aiuole, e spazi riservati per altri usi; quale reale impedimento al transito dei veicoli, sia come altezza sul piano viabile, sia come spaziamento tra un elemento e l’altro; devono risultare visibili, e non devono creare pericolo ai pedoni (e in particolare ai bambini), per forma o altre caratteristiche. Il collocamento in opera dei dissuasori di sosta è inoltre subordinato all’emanazione di apposita ordinanza. I dispositivi 1. devono essere resi ben visibili, al fine di evitare eventuali urti accidentali in condizioni notturne o di scarsa visibilità, ad esempio con l’inserzione di elementi rifrangenti di colore giallo; 2. non devono presentare bordi a spigoli vivi, che potrebbero risultare pericolosi per bambini o pedoni disattenti; 3. non devono essere impiegati in configurazione singola, a meno di integrare la loro collocazione con ulteriori elementi, in modo da realizzare una continuità che consenta una chiara individuazione della loro presenza. In ogni caso se ne raccomanda l’impiego in aree dotate di illuminazione». Romano e L’Andolina sottolineano che «la posa dei dissuasori deve essere preceduta da uno studio attento e soprattutto da una ordinanza, devono essere ben visibili e soprattutto non devono costituire un pericolo o intralcio. Nel nostro caso – incalzano – i dissuasori sono stati applicati “alla simba sò”. Né risulta che ci sia stata una ordinanza in merito. Non si capisce ad esempio perché su via Libertà sono stati applicati soltanto nella parte più stretta della via, costituendo pericolo per i pedoni e per il traffico, mentre largo Calvario e tutto il resto della Via stessa è stato stranamente risparmiato, mentre sarebbe stato più semplice disporre su tutta via Libertà e non soltanto su largo Calvario dei marciapiedi virtuali, con apposita segnaletica orizzontale riservati ai pedoni». E ancora: «“L’altarino” creato davanti alle Poste potrebbe far ridere se non creasse problemi di ingresso e di sicurezza alle forze dell’ordine, agli impiegati e naturalmente agli utenti soprattutto quelli portatori di handicap. In più di una circostanza hanno creato disagi e intralci all’ingresso di negozi e soprattutto disagi a persone disabili le cui esigenze, vengono prima di qualsiasi altra cosa e per le quali Sindaco e Amministrazione devono porre la massima attenzione e se necessario sospendere e/o rivedere quel provvedimento che dovesse portare ulteriore umiliazione a chi deve affrontare la giornata con continue fatiche. Non abbiamo voluto in queste settimane disturbare le festività con accenti polemici e sottolineature che pure si rendono necessarie e che evidenzieremo a tempo debito». Nel prosieguo del comunicato la minoranza attacca: «Ma certo un Comune non può affidarsi a “un uomo solo al comando” o circondato da burattini e “yes men”; questo può generare pericolose iniziative, personalismi, nervosismi, narcisismi, cattivi rapporti con i cittadini che devono essere accolti con pazienza, affabilità e comprensione. E non con urla, cattive parole e fastidio. O peggio ancora con ripicche». I consiglieri di minoranza concludono invitando quindi «l’amministrazione a rivedere le disposizioni e si dichiarano disponibili ad affrontare il problema in sede istituzionale».
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