venerdì,Settembre 20 2024

Bancarotta fraudolenta: assolti in Tribunale a Vibo gli imprenditori Comerci

Prescrizione per una parte delle contestate false fatturazioni antecedenti al 2013. La sentenza a sette anni dalle misure cautelari

Bancarotta fraudolenta: assolti in Tribunale a Vibo gli imprenditori Comerci
Nicola Comerci

Il Tribunale di Vibo Valentia (presidente Macrì, a latere i giudici Ricotta e Conti) ha assolto l’imprenditore Nicola Comerci, 76 anni, originario di Nicotera, residente a Gioia Tauro e con villaggi a Parghelia (già amministratore del Blue Paradise). L’imputazione riguardava anche i figli Andrea (42 anni), Domenico (47 anni), Fabio, Francesco Comerci, la moglie Soccorsa Morogallo (72 anni, nativa di Gioia Tauro, residente a Parghelia) e la sorella Antonietta Comerci, 77 anni, professoressa in pensione di Gioia Tauro. Bancarotta fraudolenta – in concorso anche con Michele Parrello, 71 anni, di San Gregorio d’Ippona (difeso dall’avvocato Oppesidano) e Giovanni Callisto (avvocato Raffaele Carullo) – e false fatturazioni – in concorso con Giuseppe Granato (avvocato Larussa) – i reati contestati e per i quali si è registrata l’assoluzione di tutti gli imputati. Il procedimento penale nasceva dall’attività svolta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Vibo Valentia che nel marzo del 2016 – nell’ambito dell’operazione denominata Bad Company” – ha eseguito sei ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di altrettanti indagati per i reati di bancarotta fraudolenta e bancarotta documentale. Gli arresti, disposti dal gip del Tribunale di Vibo Valentia – che aveva disposto il sequestro di beni per oltre tre milioni di euro – facevano seguito ad un’indagine della Procura vibonese sul fallimento della società ritenuta erroneamente della famiglia Comerci, operante nel settore della gestione di strutture turistico-alberghiere sulla costa tirrenica vibonese. In particolare, oggetto del sequestro è stato l’intero patrimonio aziendale e quote sociali di cinque società aventi ad oggetto attività nel settore immobiliare turistico-alberghiero. Nello specifico l’operazione ha riguardato il villaggio turistico già conosciuto come Blu Paradise – poi denominato Baia di Tropea – e quattro società a responsabilità limitata, somme di denaro, abitazioni).
Il collegio difensivo della famiglia Comerci (avvocati Giovanni Vecchio e Sandro D’Agostino del Foro di Vibo Valentia, avvocato Ettore Squillace del Foro di Reggio Calabria, avvocato Nicola Madia del Foro di Roma) è riuscito a dimostrare, anche con l’ausilio della consulenza tecnica disposta da dott. Ruggero Ruggeri di Bologna, che la relazione fallimentare che aveva dato vita all’indagine era costituita da un’affiliazione di quattro pagine “spurie” che non riguardavano la vicenda processuale e che sono state espulse. E’ emerso, inoltre, che il fallimento della Inox Form, ossia la società legata da rapporti contrattuali con le società del gruppo Comerci, non era in alcun modo ricollegabile a quanto ipotizzato dall’accusa, ma trovava origine in un passivo originato ben prima dell’attività svolta presso il villaggio Baia di Riaci. Per una parte delle contestazioni per false fatturazioni – antecedenti al 2013 – il Tribunale ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato nei confronti di Nicola Comerci, Domenico Comerci, Andrea Comerci, Francesco Comerci, Giovanni Callisto e Giuseppe Granato.

LEGGI ANCHE: Cade la confisca dei beni dei Comerci, dissequestrato pure il Baia Tropea Resort

‘Ndrangheta: assolto l’imprenditore Nicola Comerci

Bancarotta: dissequestrati beni per tre milioni all’imprenditore Nicola Comerci

top