Inchiesta Maestrale: dai Comuni di Vibo e Mileto informazioni riservate agli indagati
La Dda si sofferma sulla capacità di infiltrazione nelle istituzioni. La recente acquisizione materiale dei documenti da parte dei carabinieri dopo la richiesta alla dirigente Adriana Teti, le mail dell’avvocato Azzurra Pelaggi e le notizie uscite fuori dagli uffici comunali
Si sofferma anche su avvenimenti recentissimi, l’ultima operazione della Dda di Catanzaro denominata “Maestrale- Carthago” che, sebbene aperta nel 2015, arriva a “fotografare” pure situazioni di poche settimane fa, segno che il gruppo di investigatori messo in piedi dalla Procura distrettuale antimafia, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, continua a seguire le vicende vibonesi in presa diretta. Significativo, al riguardo, un “capitolo” dell’inchiesta teso a dimostrare la “capacità di infiltrazione nelle istituzioni da parte degli indagati e, dunque, di attingere ad informazioni riservate sulle indagini in corso”. Circostanza che “acquisisce concretezza in alcuni eventi occorsi di recente”.
Il Comune di Vibo e le richieste dei carabinieri
In data 10 marzo scorso i carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia – per come emerge dall’inchiesta – hanno infatti notificato alla dott.ssa Adriana Teti, in qualità di dirigente del Settore Servizi Sociali del Comune di Vibo Valentia, un ordine di esibizione ed acquisizione di documentazione emesso in data 01 aprile 2013” dalla Dda di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta Maestrale-Carthago “finalizzato ad approfondire alcune risultanze oggetto delle odierne contestazioni”.
In data 21 marzo 2023, i carabinieri hanno quindi acquisito “materialmente presso gli uffici comunali la documentazione richiesta”. Seguivano poi una serie di atti trasmessi agli investigatori a mezzo Pec da un indirizzo del Comune di Vibo – ad integrazione degli atti già consegnati in esecuzione dell’ordine di esibizione – attraverso l’invio di tre mail: la prima concernente documentazione sulla cooperativa sociale Abigail trasmessa in data 22 marzo 2023 alle ore 11:03 con estensore la dirigente Adriana Teti contenente cinque file allegati, denominati “lettera di trasmissione, determina nr 442, determina 506, Antimafia 1, Antimafia 2 e dichiarazione sostitutiva”; quindi la trasmissione della documentazione “la Casa di Agar”, trasmessa in data 23 marzo 2023, alle ore 10:50, con estensore “segreteria servizi sociali” e contenente tre allegati, denominati “determina n.281, determina n.1098 e determina n.1580”; la documentazione richiesta a seguito verbale del 21 marzo 2023 sulla Abigail società cooperativa sociale trasmessa in data 23 marzo 2023 alle ore 19:00 e contenente sei allegati denominati “Istanza di revoca in autotutela, Visura”.
La revoca del Comune di Vibo in autotutela
Gli investigatori evidenziano che “circa il contenuto della Pec, la stessa riportava il seguente testo: “Ad integrazione di precedente pec senza allegati ed in riscontro a comunicazione specificata in oggetto, con la presente si trasmette istanza di revoca in autotutela della Coop Abigail, già inviata via pec all’amministrazione comunale di Vibo Valentia, a causa dell’errore materiale in cui l’amministrazione comunale è incorsa riguardo agli organismi della Coop. Abigail di cui si trasmette documentazione registrata probante. Distinti saluti, Il presidente J.A. Pelaggi”.
Molto chiari la Dda di Catanzaro e i carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia sul punto: “l’autrice di quest’ultima comunicazione è riconducibile all’odierna indagata Pelaggi Joan Azzurra, presidente della Abgail società cooperativa sociale, oggetto di acquisizione documentale presso gli uffici comunali di Vibo Valentia”.
Il Comune, le mail e le notizie finite agli indagati
A seguito dell’invio delle predette email da parte del Comune di Vibo, alle ore 20.07 del 23 marzo 2023, “l’indagata Pelaggi Joan Azzurra contattava telefonicamente il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Vibo Valentia, ovvero la polizia giudiziaria che aveva dato esecuzione al citato ordine di esibizione, comunicando di aver avuto uno scambio di mail con il Comune di Vibo Valentia da cui aveva appreso che vi era stata una richiesta di documentazione inerente alla cooperativa Abgail da parte dell’Arma dei Carabinieri. Dopo aver esternato lamentele in ordine alle svariate acquisizioni documentali già poste in essere sul conto della propria cooperativa, l’interlocutrice concludeva che “avrebbe prodotto istanza di accesso agli atti al fine di comprendere se dovesse effettivamente preoccuparsi o meno”. Infine, in data 18 aprile 2023, l’avvocato del Foro di Vibo Azzurra Pelaggi si recava dai carabinieri di Vibo per rendere spontanee dichiarazioni, riferendo di essere “venuta a conoscenza dai dipendenti dei Comuni di Mileto e Vibo Valentia che la Dda di Catanzaro aveva emesso un ordine di esibizione documenti relativi alla propria associazione”. Per la Dda di Catanzaro, quindi, è del tutto “evidente che la Pelaggi sia riuscita ad apprendere la notizia – che sarebbe dovuta rimanere riservata – degli ordini di esibizione emessi nell’ambito dell’odierno procedimento penale, maturando conseguentemente il timore di probabili attività investigative a proprio carico”. L’inchiesta su tale filone delle notizie riservate uscite fuori dagli uffici comunali prosegue e potrebbe riservare più di qualche sorpresa.
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