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Narcotraffico: processo Replay a Roma, condannati anche Accorinti e Bonavota

L’operazione era scattata nel 2004 ad opera della Dda di Catanzaro finendo poi nella Capitale per competenza territoriale. Ecco la sentenza per tutti gli imputati

Narcotraffico: processo Replay a Roma, condannati anche Accorinti e Bonavota
Luciano Casamonica,

Arriva a quasi diciannove anni di distanza dall’operazione “Replay” (12 dicembre 2004), la sentenza del Tribunale di Roma per gli imputati accusati di aver messo in piedi un narcotraffico dalla Calabria alla capitale. Un processo andato avanti dinanzi all’ottava sezione penale del Tribunale collegiale per ben undici anni. La competenza romana si era determinata dopo che la Cassazione nel 2012 – ad otto anni dal blitz – aveva annullato con rinvio la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro individuando nella capitale la sede dell’associazione e quindi nel Tribunale di Roma la sede competente alla trattazione del processo poi incardinato nel 2011. Il pm aveva già escluso per Pasquale Bonavota nel corso della requisitoria la contestazione relativa al reato associativo, chiedendo quindi al Tribunale l’assoluzione per il reato di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Il Tribunale ha quindi escluso il reato associativo per tutti gli imputati, quindi anche per Giuseppe Accorinti.

Giuseppe Accorinti

Questa la sentenza: 10 anni per Giuseppe Accorinti, di 64 anni, ritenuto il boss di Zungri (chiesti 22 anni di reclusione); 6 anni e 6 mesi per Pasquale Bonavota, di 49 anni, indicato quale vertice dell’omonimo clan di Sant’Onofrio (chiesti 8 anni); assoluzione per Cosimo Ierace, di 59 anni, originario di Mongiana, ma residente a Roma (chiesti 11 anni e 6 mesi)assoluzione Nicola Barbieri, di 47 anni, di Stefanaconi (chiesti 6 anni); non doversi procedere per morte dell’imputato per Francesco Nardelli, di 63 anni, di Rosarno (chiesti 12 anni); non doversi procedere per Massimiliano Del Pizzo, di 54 anni, di Chieti (chiesti 6 anni); assoluzione per Carmelo Gentile, di 62 anni (chiesti 11 anni); 7 anni e 6 mesi Francesco De Masi, di 71 anni (chiesti 12 anni); 8 mesi Vincenzo Brunori, di 70 anni (chiesti 11 anni e 6 mesi); 7 anni e 6 mesi per Luciano Casamonica, di 66 anni (chiesti 11 anni e 6 mesi); 4 anni e 6 mesi Ruben Alicandri, di 46 anni (chiesti 23 anni); 4 anni Francesco Ricci, 45 anni(chiesti 6 anni); 8 mesi Luciano Marsella, 50 anni (chiesti 6 anni), tutti di Roma; 4 anni e 6 mesi anni Pasqualino La Pasta, 41 anni, di Pomigliano D’Arco (Na).

Le accuse e le “tappe” processuali

Pasquale Bonavota

Gli imputati erano accusati di aver messo in piedi un traffico di ingenti partite di cocaina fra la provincia di Vibo, la capitale e l’intero territorio nazionale. In totale erano 29 gli episodi di narcotraffico contestati, con la cessione di diversi chili di cocaina per svariati milioni.  
Nel maggio 2007, in sede di udienza preliminare, il gup catanzarese per una parte degli indagati aveva disposto la trasmissione degli atti alla Dda di Roma ritenendola territorialmente competente. Gli altri imputati erano invece stati rinviati a giudizio. L’11 luglio 2007, il Tribunale collegiale di Vibo aveva così condannato quattro imputati, fra i quali Giuseppe Accorinti di Zungri al quale erano stati inflitti 21 anni di reclusione per aver curato, secondo l’accusa, diverse operazioni di acquisto e smercio di ingenti quantitativi di cocaina fra il 2002 ed il 2004. La sentenza era stata poi confermata il 25 febbraio 2009 in Appello a Catanzaro. Sia i giudici di primo che di secondo grado si erano ritenuti territorialmente competenti a giudicare gli imputati, ma il 14 maggio 2009 la Cassazione ha annullato per incompetenza territoriale tutte le condanne ritenendo Roma la sede competente. Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati Tiziana Barilaro (difensore di Bonavota), Francesco Sabatino (difensore di Accorinti), Miele, Massimiliano Riga (difensore di Bonavota), Marazzita, Mammoliti, Mandaglio, Sforza e Belcastro.

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