Vibo Marina, Cittadella dello Sport: appalto a ditta di Soriano presente nello scioglimento del Comune
Sull’impresa si sono a lungo soffermati i commissari nominati dalla Prefettura per l’accesso agli atti che ha portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi del Comune di Soriano Calabro
Potrebbe finire per creare non pochi problemi al Comune di Vibo ed alla Prefettura, l’appalto relativo alla realizzazione della Cittadella dello Sport “Porto Santa Venere” pensata da “Palazzo Luigi Razza” per Vibo Marina. Si tratta di lavori finanziati con risorse del Pnrr e, quindi, di fondi provenienti dall’Unione Europea. Da una determina a firma del dirigente, Domenico Scuglia (la num. 840), si apprende, infatti che i lavori per l’importo di circa 400mila euro sono stati aggiudicati ad un’impresa di Soriano Calabro, in avvalimento con un’impresa di costruzioni con sede a Satriano. Tutto normale se non fosse che l’impresa di Soriano è finita nella relazione della Commissione di accesso agli atti che ha portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi del Comune di Soriano Calabro. [Continua in basso]
L’impresa e i rilievi nella relazione
Ma cosa affermano i componenti della Commissione di accesso agli atti, nominati dalla Prefettura di Vibo, nella loro relazione sul Comune di Soriano? E’ presto detto: tale ditta, costituita nel giugno del 2015 ed iscritta nella White List della Prefettura nel maggio 2020, sarebbe gestita dal padre del titolare, ovvero da una persona che in precedenza è stato destinatario di un’interdittiva antimafia per la propria impresa. Tale soggetto “mediante il figlio – si legge nella relazione – sta così continuando ad intrattenere rapporti con la Pubblica Amministrazione”.
Non solo. Sempre dalla relazione della Commissione di accesso agli atti, voluta dalla Prefettura di Vibo per il Comune di Soriano, si apprende che il titolare della ditta – ora aggiudicataria dell’appalto per la realizzazione della Cittadella dello Sport a Vibo Marina – è nipote per parte di madre di un pregiudicato di Soriano (già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza e destinatario di una misura di prevenzione di confisca dei beni), tratto in arresto nel luglio 1999 dalla Dia di Catanzaro in un’inchiesta della Dda di Firenze unitamente ad esponenti ed affiliati al locale di ‘ndrangheta di Limbadi per associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose».
Si dà il puro caso, tra l’altro, che tale ex sorvegliato speciale – per la cronaca – è anche cognato di un’attuale consigliera comunale di Vibo Valentia eletta fra le fila della maggioranza a sostegno del sindaco Maria Limardo e poi passata all’opposizione o quasi. La stessa consigliera comunale (che non è citata nella relazione) è attualmente pure consigliera provinciale.
Stando così le cose – e fermo restando la regolarità formale (e sino a prova contraria, al momento, anche sostanziale) dell’aggiudicazione dell’appalto da parte del Comune di Vibo – la “palla” per l’appalto in questione passa alla Prefettura: se i legami del titolare di tale ditta sono stati ritenuti controindicati, tanto da finire nella relazione di scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Soriano, tutto a posto se la medesima ditta partecipa ed ottiene un appalto per conto del Comune di Vibo Valentia? Le risposte, anche in questo caso, ora più che mai spettano all’Ufficio territoriale di Governo.
LEGGI ANCHE: Inchiesta sul Comune di Vibo, ecco le ipotesi di reato e tutti i documenti acquisiti
Comune di Soriano e infiltrazioni mafiose: la relazione della Prefettura di Vibo fra luci e ombre
Indagine Maestrale, la Dda di Gratteri: «Da ‘Ndrangheta sostegno elettorale a Mangialavori e Pitaro»