Inchiesta Maestrale: gli “agganci” di due arrestati con un capitano di vascello per l’ormeggio a Tropea
Fra gli indagati nell’operazione della Dda di Catanzaro anche un ufficiale della Marina militare. La spedizione di un pacco con prodotti calabresi quale “compenso” e le anomalie riscontrate dai carabinieri
Avrebbero avuto “agganci” anche all’interno della pubblica amministrazione – e segnatamente con ufficiali superiori e sottoufficiali della Guardia costiera – due degli arrestati nell’ambito dell’operazione Maestrale-Carthago. Si tratta di Luigi Barillari, 44 anni, detto “Pongio”, di Briatico, e Francesco Zungri, 63 anni, di Briatico, alias “Il Mau”. Ai due viene contestato il reato di associazione mafiosa (‘ndrina di Briatico), in quanto avrebbero coadiuvato, “con compiti esecutivi, Giuseppe Armando Bonavita e Roberta Bonavita nella gestione delle attività imprenditoriali e dei beni riconducibili al sodalizio, con particolare riferimento al settore della navigazione turistica e del noleggio automezzi con conducente, intrattenendo rapporti con appartenenti alla pubblica amministrazione al fine di favorire la risoluzione di problematiche inerenti alla gestione di tali attività”.
Per la Dda di Catanzaro sono “numerose le conversazioni registrate che dimostrano, in maniera chiara, inequivocabile e lineare, i rapporti di amicizia o comunque di vicinanza che sussistevano tra taluni dei monitorati e gli appartenenti alle forze armate e di polizia. Naturalmente, tale vicinanza ha restituito degli importanti benefici in termine di utilità ai monitorati e, conseguentemente, all’intero sodalizio criminale, fornendo, da un lato un concreto contributo a tutta l’associazione investigata e, dall’altro canto, una violazione radicale dei principi costituzionali alla base del buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione ad opera degli appartenenti alle forze armate. Gli elementi raccolti hanno permesso di testimoniare – spiega ancora la Dda – che tali rapporti riguardavano principalmente i monitorati Luigi Barillari e Francesco Zungri”. [Continua in basso]
Il capitano di vascello indagato
Per il reato di traffico di influenze illecite, con l’aggravante delle finalità mafiose, è indagato a piede libero Ettore Romagnoli, 63 anni, di Monfalcone (Go), capitano di Vascello della Marina Militare – Capitaneria di Porto, in servizio sino a tutto l’anno 2019 in categoria “ausiliaria”. In concorso con il capitano sono indagati Luigi Barillari e Francesco Zungri. Ad avviso della Dda di Catanzaro, Ettore Romagnoli, sfruttando la nutrita rete relazionale intessuta con i vertici del Comando militare nel corso della sua carriera di Ufficiale Superiore (nella specie con un pezzo importante della direzione marittima di Reggio Calabria), si sarebbe “indebitamente fatto promettere da Luigi Barillari e Francesco Zungri – entrambi ritenuti esponenti del clan Bonavita di Briatico – la spedizione di prodotti calabresi di vario genere quale prezzo per la sua opera di mediazione illecita” con un un soggetto importante della Direzione marittima di Reggio Calabria (non indagato), ufficio gerarchicamente sovraordinato a quello della Capitaneria di Porto di Vibo Marina e, conseguentemente, all’Ufficio locale marittimo di Tropea”. Il tutto, stando alle indagini dei carabinieri e della Dda, al fine di favorire la società “Costa degli Dei Tours” con sede a Briatico (di cui sono accusati di essere soci Luigi Barillari e Francesco Zungri per conto della famiglia Bonavita) nell’assegnazione del posto barca per l’ormeggio della motonave Blue Ocean presso la banchina del porto commerciale di Tropea nel periodo di disarmo invernale (stagioni 2018-2019 e 2019-2020) ed anche nella stagione estiva 2019. Tale spedizione di prodotti calabresi sarebbe servita a Barillari e Zungri anche al fine di essere agevolati “nella gestione delle pratiche e nella risoluzione di qualsivoglia problematica di interesse della Capitaneria di Porto di Vibo Marina”.
Le condotte sono aggravate dalle finalità mafiose, cioè nel voler favorire le attività del clan Bonavita di Briatico. Secondo la Dda, Ettore Romagnoli sarebbe stato consapevole della “caratura criminale dei propri interlocutori e della loro intraneità al sodalizio di ‘ndrangheta, determinandosi, nonostante ciò, a favorirne gli interessi economici mettendo a disposizione di questi la propria rete di relazioni interne all’Autorità marittima al fine di consentirgli – dietro compenso – di aggirare la normativa di settore, ritenuta da Barillari e Zungri pregiudizievole per i propri affari”. Alla fine, l’ormeggio per la motonave Blue Ocean nel porto di Tropea è stato concesso. Dall’esame della documentazione da parte dei carabinieri sono però emerse “difformità tra talune delle date riportate sulla relazione redatta in data 16.03.2019 e le date di effettiva presa in carico delle Pec che la società aveva trasmesso alla Capitaneria attraverso la prevista piattaforma certificata”.
La Dda non dimentica infine di sottolineare che Francesco Zungri dal 2017 è imputato dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia nel processo “Costa Pulita” contro i clan di Briatico.
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