venerdì,Novembre 29 2024

Sparatoria a Nardodipace, due condanne ma cade l’accusa di tentato omicidio

L’episodio nel giugno 2020 nei boschi di Cassari. Il Tribunale di Vibo Valentia ha riqualificato il principale reato contestato

Sparatoria a Nardodipace, due condanne ma cade l’accusa di tentato omicidio

Due condanne con riqualificazione del reato principale contestato. Questa la decisione del Tribunale collegiale di Vibo Valentia (presidente Gianfranco Grillone) nel processo che mirava a far luce sul ferimento avvenuto nel giugno 2020 nei boschi di Cassari di Nardodipace ai danni di Damiano Tassone, riuscito a scampare all’agguato. Due anni e 8 mesi a testa per minaccia aggravata, danneggiamento ed esplosioni pericolose la condanna nei confronti di Ilario Tassone, 21 anni (difeso dall’avvocato Raffaele Masciari) e di Ilario Ieraci, 24 anni, (assistito dagli avvocati Giovanni Vecchio e Antonio Carè). La pena di 2 anni e 8 mesi ricomprende anche il reato di porto e detenzione illegale di arma da fuoco. L’accusa contestata – caduta alla luce della riqualificazione del reato – era invece quella di tentato omicidio. Il Tribunale ha anche condannato gli imputati al risarcimento dei danni nei confronti della parte offesa, Damiano Tassone, parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Raffaele Suppa. Il pm della Procura di Vibo, Corrado Caputo, aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione a testa per i due imputati. [Continua in basso]

Un bosco nelle Serre vibonesi. In basso la scorsa edizione

I fatti al centro del processo risalgono alla serata del 25 giugno 2020 quando, alle ore 21:00 circa, giungeva una chiamata ai carabinieri. Una persona comunicava che, mentre stava percorrendo una strada provinciale con la sua autovettura, aveva sentito dei colpi d’arma da fuoco per poi scoprire, effettivamente, che era presente un foro sul retro del suo veicolo compatibile con un colpo d’arma da fuoco. La vittima riferiva solo di essere agitato ma di non essere stato attinto dai proiettili. I militari dell’Arma della Compagnia di Serra San Bruno e della Stazione di Nardodipace, immediatamente intervenuti sul posto e precisamente a Cassari, grazie alle dichiarazioni della vittima e di altre persone informate sui fatti, hanno orientato l’attività investigativa nei confronti dei Ierace e Tassone. Il movente del delitto, secondo l’accusa, è da ricercarsi nell’interrotta relazione sentimentale tra la figlia della vittima e Ilario Ieraci individuato, tra l’altro, quale esecutore materiale dell’agguato. L’azione delittuosa, verificatasi in località Casello Rosso della frazione Cassari di Nardodipace, ha visto coinvolti – secondo la ricostruzione dei carabinieri – Ilario Ieraci e Ilario Antonio Tassone, i quali si sarebbero appostati in una curva per esplodere quattro colpi di pistola al passaggio dell’autovettura obiettivo dell’agguato. Uno solo di questi colpi è andato a segno non colpendo, però, l’autista della macchina. I due, subito dopo la sparatoria, si sono dileguati a bordo di una Fiat Panda di proprietà della famiglia Ieraci.

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