‘Ndrangheta: a Filandari il metanodotto sotto il controllo assoluto dei clan
Dall'attività investigativa della Dda emerge il controllo della 'ndrina di Cessaniti sulle attività imprenditoriali ed economiche della zona
Danneggiamento seguito da incendio ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Questi i reati contestati a Francesco Barbieri, detto “Ciccio”, 58 anni, e Salvatore Policaro, 55 anni, di Portosalvo, contestati in concorso morale e materiale tra loro e con altri soggetti in corso di identificazione, nelle rispettive qualità all’interno del sodalizio ‘ndranghetistico di Cessaniti. Nello specifico, Francesco Barbieri – indicato quale capo della ‘ndrina di Cessaniti – e Salvatore Policaro, affiliato alla ‘ndrina di Cessaniti, quest’ultimo esecutore materiale unitamente ad un soggetto non identificato, mediante violenza e minaccia avrebbero compiuto atti idonei a costringere il titolare della ditta “Consorzio Stabile Prometeo Srl” con sede a Foggia, appaltatrice dell’opera di costruzione del metanodotto a Mesiano di Filandari a versare loro, quindi alla criminalità organizzata di Cessaniti (così “mettendosi a posto” con la ‘ndrangheta del vibonese) una somma di denaro imprecisata a titolo estorsivo in relazione ai lavori. Il tentativo di estorsione non andava a buon fine per cause indipendenti dalla volontà degli autori. Per piegare la resistenza dell’impesa, Barbieri e Policaro avrebbero anche posizionato un bidone di plastica contenente liquido infiammabile ed un accendino, nonché danneggiato con incendio 13 metri di tubi in polietilene, la cartellonistica stradale e le transenne metalliche. Il reato è aggravato dal metodo mafioso e porta quale data di commissione il 20 settembre 2019.
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