‘Ndrangheta: inchiesta Maestrale, i contatti degli indagati con la politica vibonese
Diversi i riferimenti ai collegamenti con politici regionali e nazionali. Anche le elezioni regionali del gennaio 2020 nel mirino della Dda di Catanzaro
Ben 191 capi di imputazione, oltre novemila pagine di fermo di indiziato di delitto e collegamenti con la politica a più livelli. L’indagine Maestrale-Carthago si abbatte sul Vibonese e getta più di un fascio di luce su personaggi sinora rimasti nell’ombra in altre inchieste ma con legami che si evincono dagli stessi capi di imputazione. Particolarmente significativa, al riguardo, è la figura di Domenico Colloca, 52 anni, di Mileto, alias “Mubba”, arrestato con l’accusa di associazione mafiosa. Per la Dda di Catanzaro sarebbe stato “un partecipe attivo della ‘ndrina di Paravati, alle dirette dipendenze dei sodali sovraordinati – ed, in particolare, di Michele Galati, 43 anni, di Mileto – e si poneva quale imprenditore di riferimento del sodalizio, soprattutto nel settore della gestione dei catering, delle mense scolastiche e ospedaliere, della distribuzione pasti ai centri immigrati. In tale compartimento, l’azienda di Colloca, grazie all’intraneità dello stesso al locale di ‘ndrangheta di Mileto, raggiungeva una posizione assolutamente preminente, garantendo opportunità di infiltrazione, controllo, sfruttamento di tale ambito imprenditoriale alla criminalità organizzata del Vibonese. In tale veste, intratteneva rapporti, a fini spartitori e di risoluzione delle controversie, con esponenti di altre articolazioni (quali Gregorio Coscarella di San Gregorio d’Ippona e Gianfranco Ferrante di Vibo), e, se necessario, stringeva accordi corruttivi con dirigenti dell’ Asp di Vibo Valentia – come Cesare Pasqua – , facendo valere il peso “contrattuale” ed elettorale dell’articolazione ‘ndranghetistica di appartenenza”. [Continua in basso]
I collegamenti di Colloca con i politici
La Dda di Catanzaro, a questo punto, dà conto dei collegamenti politici di Domenico Colloca. “Collegato politicamente al consigliere regionale Vito Pitaro, rappresentava – evidenzia la Procura diretta di Nicola Gratteri – anche il punto di riferimento del sodalizio nell’ambito politico ed istituzionale, vantando anche rapporti con uomini politici di livello nazionale come il senatore Giuseppe Mangialavori”. Domenico Colloca avrebbe quindi reinvestito denari provenienti da altri sodali nelle imprese di famiglia e si sarebbe occupato del sostentamento dei sodali detenuti, partecipando pure a spedizioni punitive insieme ad altri sodali. Infine, Domenico Colloca si sarebbe occupato della redistribuzione dei proventi estorsivi, seppur provenienti da imposizioni nei confronti di imprese operanti in altri settori”. Pitaro e Mangialavori non risultano indagati.
I contatti del fratello del boss
Fra gli arrestati c’è anche Vincenzo Francesco, detto Franco, Accorinti, 63 anni, fratello del boss di Briatico Nino Accorinti. Anche Franco Accorinti – già vicesindaco di Briatico nell’amministrazione di Costantino Massara sciolta per infiltrazioni mafiose – stando al capo d’imputazione per associazione mafiosa, avrebbe contribuito a delineare la strategia del sodalizio volta alla infiltrazione della locale pubblica amministrazione, anche intrattenendo rapporti diretti con uomini politici locali e condividendo con il fratello Antonino le scelte in ordine all’impegno della cosca in occasione di competizioni elettorali”.
Coscarella e la politica
Figura di rilievo nell’inchiesta anche quella di Gregorio Coscarella, 40 anni, di San Gregorio d’Ippona, nipote del boss Rosario Fiarè. Sarebbe stato, secondo l’accusa, il volto “presentabile” del sodalizio “artatamente ostentando lontananza dallo zio, ma di fatto rimanendo a sua completa disposizione ed esercitando il potere dell’organizzazione di appartenenza nello specifico settore imprenditoriale della somministrazione del servizio mensa presso le strutture ospedaliere della provincia di Vibo Valentia, svolgendo un ruolo riconosciuto da tutti i sodalizi ‘ndranghetistici della zona, riuscendo a garantire i monopolio o comunque l’infiltrazione della ‘ndrangheta in tale redditizio ambito, influenzando la concessione di appalti, l’assunzione di personale, la fornitura di merci e servizi, a tal fine gestendo, in forza della sua appartenenza alla ‘ndrangheta e per conto della propria articolazione, direttamente o indirettamente rapporti con altri esponenti mafiosi, con imprenditori, con appartenenti a pubblici uffici e con uomini politici”.
Elezioni regionali nel “mirino”
Corruzione aggravata dalle finalità mafiose è quindi l’ipotesi di reato formulata dalla Dda di Catanzaro nei confronti di Domenico Colloca, Gregorio Coscarella e Clemente Mazzeo, 55 anni, di Mileto, in concorso con Cesare Pasqua, già dirigente dell’Asp di Vibo (all’epoca capo Dipartimento di Prevenzione dell’Asp) ed attuale direttore della clinica Villa Sant’Anna di Catanzaro. In particolare, Cesare Pasqua avrebbe omesso un atto d’ufficio –nella specie i controlli igienico-sanitari nei confronti della società “Arte del Catering di cui Colloca risulta titolare occulto – asservendo così la sua funzione agli interessi di Colloca e Coscarella mettendosi a disposizione di entrambi attraverso Clemente Mazzeo. Sarebbe quindi intervenuto in loro favore per “garantirgli il pacifico ed indisturbato svolgimento, tra gli altri, del servizio di mensa ospedaliera svolto da Colloca in regime di subappalto – sebbene espressamente vietato dalla normativa di riferimento – su incarico della società Dussmann, titolare del contratto di fornitura dei pasti ed impossibilitata a fornire direttamente il servizio in ragione della chiusura, da parte dello stesso Pasqua, dei propri punti di cottura”. Gregorio Coscarella, dipendente della Dussman, fittiziamente assunto quale cuoco “ed in realtà effettivo dominus dell’appalto per conto della criminalità organizzata”, si sarebbe così rivolto a Colloca per avvalersi delle cucine di questo, vedendosi costretto a condividere con quest’ultimo l’utile derivante dalla gestione del servizio”.
In cambio di tutto ciò, Cesare Pasqua avrebbe accettato la promessa di Domenico Colloca, con quest’ultimo che si sarebbe impegnato a procurare, sulla zona di Mileto, un numero non inferiore a 500 voti in favore del figlio Vincenzo Pasqua candidato nella lista “Jole Santelli Presidente” a sostegno di Jole Santelli alla carica di presidente della Regione Calabria, in occasione delle elezioni regionali del 26 gennaio 2020. Le condotte coprono un arco temporale che va dal 17 novembre 2018 al 26 gennaio 2020.
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