‘Ndrangheta: concorso esterno per il medico legale vibonese Alfonso Luciano
Il dirigente sanitario del carcere di Vibo, è anche accusato di aver ricevuto sostegno elettorale alle elezioni provinciali in cambio di favori (consulenze mediche compiacenti) ai clan Bonavota, Lo Bianco, Mantella, Pardea e Camillò
Concorso esterno in associazione mafiosa. Questo il reato contestato al medico legale Alfonso Luciano (cl. ’59), residente a Pizzo. Secondo L’accusa, quale dirigente sanitario del carcere di Vibo Valentia, nonché direttore dell’Ufficio Protezione e Prevenzione aziendale dell’Asp di Vibo – già direttore sanitario dell’Asp e perito medico legale – avrebbe fornito un “concreto, specifico e consapevole contributo” ai clan mettendosi a disposizione dei clan Bonavota di Sant’Onofrio, Lo Bianco, Pardea, Camillò di Vibo Valentia, nonché di Andrea Mantella. Ad avviso della Dda, il professionista – indagato a piede libero – avrebbe fatto “abuso e mercimonio della funzione pubblica ricoperta, strumentalizzando la propria professione per garantire esiti giudiziari favorevoli ai sodali dei clan attraverso la redazione di consulenze mediche compiacenti fornendo relazioni mediche finalizzate a far ottenere benefici o evitare provvedimenti disciplinari a carico dei sodali intercedendo con ulteriori medici e professionisti dell’Asp vibonese al fine di cancellare e alleggerire le sanzioni amministrative comminate, rivelando notizia riservate – anche riguardanti indagini in corso ed imminenti arresti – acquisite grazie ad entrature nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine, ottenendo in cambio beni materiali, somme di denaro, protezione da richieste estorsive, nonché appoggio elettorale (come nel caso delle elezioni provinciali del 2004 allorchè cercava e trovava il sostegno della cosca Bonavota di Sant’Onofrio). La condotta contestata ad Alfonso Luciano parte dagli anni ’90 e sarebbe tuttora in atto.
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