Comunali a Nardodipace e rischio di infiltrazioni mafiose: i profili shock dei candidati alle elezioni
Nel Comune del Vibonese dove gli organi elettivi sono già stati sciolti due volte si ripresentano in gran parte gli stessi soggetti che sono stati concausa dei commissariamenti o i loro congiunti citati nelle relazioni di scioglimento. Ecco tutti i legami di una situazione con pochi precedenti
Si voterà domenica e lunedì anche a Nardodipace per il rinnovo degli organi elettivi, cioè sindaco e Consiglio comunale. Un Comune sotto i riflettori da tempo poiché per ben due volte è stato commissariato per infiltrazioni mafiose nell’ultimo decennio (2011 e 2015) e solo l’ultima consiliatura avrà scadenza naturale. Non sarà della “partita” – almeno direttamente – il sindaco uscente Antonio De Masi che, probabilmente complice anche l’età, ha preferito lasciare spazio ai “giovani”: per la lista “Costruiamo il futuro per Nardodipace” sarà infatti candidato a primo cittadino il suo attuale vicesindaco Samuele Maiolo. A contendergli la fascia di primo cittadino saranno il candidato Romano Loielo, con la lista “Uniti per Nardodipace” e già sindaco delle due amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni mafiose, e la lista “Alleanza democratica” che candida a sindaco Fabio Tassone.
Proviamo, dunque, ad analizzare i fatti – nudi e crudi – in un territorio dove per anni Nardodipace è stato indicato come il comune più povero d’Italia e dove le ultime due relazioni di scioglimento dell’ente per infiltrazioni mafiose hanno fatto emergere come spesso l’unico presidio di legalità da parte dello Stato si è registrato solo grazie alla costante e preziosa presenza dell’Arma dei carabinieri e delle altre forze di polizia. [Continua in basso]
Il Comune di Nardodipace e l’interesse dei clan
“L’affermazione delle consorterie criminali passa anche e soprattutto dal controllo dell’amministrazione comunale; è in questa ottica che vanno inquadrate le assidue frequentazioni tra amministratori comunali ed appartenenti alle cosche locali. La via della politica e del controllo della pubblica amministrazione, e di conseguenza la gestione delle attività economiche ad essa collegate, sono fondamentali per un piccolo Comune come Nardodipace, in cui il più misero contributo di una manciata di euro, la concessione di un buono spesa o di una borsa di studio, l’appalto, anche di modico valore, l’assegnazione di un posto di lavoro, anche temporaneo, ovvero di un taglio boschivo, fanno la differenza tra l’indigenza ed il benessere e rappresentano, quindi, una delle chiavi di lettura per analizzare tutti i fenomeni che si verificano all’interno della comunità locale”. E’ quanto hanno messo nero su bianco i componenti della Commissione di accesso agli atti nell’ultima relazione che ha portato nel 2015 allo scioglimento dell’ente per infiltrazioni mafiose.
La lista “Costruiamo il futuro per Nardodipace”
Candida a primo cittadino – come detto – l’attuale vicesindaco Samuele Maiolo. Sul suo conto, la relazione di scioglimento del 2015 (all’epoca era un consigliere di minoranza) annota – sulla scorta dell’operato della Polizia di Stato e dall’Arma dei carabinieri – un controllo con un soggetto del luogo, già avvisato orale di pubblica sicurezza, a carico del quale risultano precedenti penali o di polizia per rapina, danneggiamento, porto abusivo di armi, omicidio colposo e attentato dinamitardo.
Alla carica di consiglieri comunali per la lista “Costruiamo il futuro per Nardodipace” figurano quindi una candidata la cui nonna (madre del padre dell’aspirante consigliera) è la sorella di Rocco Tassone, quest’ultimo condannato in via definitiva nell’operazione “Crimine” della Dda di Reggio Calabria (scattata nel 2010) a 13 anni di reclusione quale capo indiscusso del “locale” di ‘ndrangheta della frazione Cassari di Nardodipace.
Sempre per la lista “Costruiamo il futuro per Nardodipace” sono candidati poi al Consiglio comunale un soggetto sul cui conto la relazione di scioglimento del 2015 (a pag. 79) segnala precedenti di polizia per violenza sessuale su minori di 14 anni, ricettazione, lesioni personali e porto abusivo di armi, mentre sull’attuale assessore Ilario Maiolo (ora ricandidato) la stessa relazione segnala che è il fratello del “capofamiglia” Bruno Maiolo, noto alle forze dell’ordine. Il 14 gennaio scorso, il sindaco Antonio De Masi rispondendo pubblicamente sulla stampa alle accuse sul punto da parte dell’ex sindaco Romano Loielo ha dichiarato che il suo “assessore Ilario Maiolo non ha niente a che vedere con il fratello, Bruno Maiolo, che è stato e pare sia tuttora – ha affermato De Masi – grande elettore dell’ex sindaco Romano Loielo”. Dalla relazione di scioglimento emerge che Romano Loielo e Bruno Maiolo sono legati da rapporti di comparaggio (una delle figlie di Maiolo è stata battezzata dalla moglie di Loielo).
La candidatura fra le fila della lista “Costruiamo il futuro per Nardodipace” che però lascia politicamente (e non solo) perplessi è quella di Alberto Franzè, già assessore nella prima giunta guidata da Romano Loielo sciolta per infiltrazioni mafiose nel 2011 e vicesindaco nella seconda amministrazione Loielo sciolta nel 2015. Nella relazione della Commissione di accesso agli atti che ha portato allo scioglimento proprio dell’amministrazione Loielo nel 2015 è dato leggere testualmente che “dalle indagini è emersa la sussistenza di uno stretto rapporto tra amministratori e criminalità organizzata. Spiccano in particolare le relazioni parentali e/o le frequentazioni del sindaco Loielo, degli assessori Franzè Alberto….”.
La lista “Alleanza democratica”
Fra i candidati al Consiglio comunale per tale lista, guidata dall’aspirante sindaco Fabio Tassone, figura Mario Carrera che dalla relazione di scioglimento del 2015 risulta essere stato destinatario di un provvedimento di divieto di detenzione armi ed esplosivi, nonché segnalato quale accompagnatore dell’ex sindaco Romano Loielo. Quale proprietario di un ristorante è rimasto coinvolto, proprio insieme a Romano Loielo, nel processo “Uniti per la truffa”, concluso il 10 febbraio scorso dinanzi al Tribunale di Vibo con prescrizioni ed assoluzioni.
Altro candidato al Consiglio comunale è Antonio Maiolo, già consigliere di maggioranza eletto nelle elezioni del novembre 2013 con la lista “Uniti per Nardodipace” del sindaco Romano Loielo (amministrazione sciolta nel 2015 per infiltrazioni mafiose). La relazione di scioglimento lo porta come presente ad un presunto summit di ‘ndrangheta tenuto il 16 aprile 2001 in una zona montana (località Passo di Croce Ferrata) dal capo locale Rocco Tassone insieme ad altre 36 persone, tutte identificate dalle forze dell’ordine, in “gran parte pregiudicate – riporta la relazione – e disposte a ferro di cavallo intente a discutere tra loro. Anche alcuni parenti di Antonio Maiolo sono stati segnalati come presenti a tale riunione. Antonio Maiolo è stato inoltre destinatario di un provvedimento di divieto di detenzione di armi ed esplosivi emesso dal prefetto di Vibo Valentia in data 12 dicembre 2013.
Destinatario di un provvedimento di divieto di detenzione di armi, munizioni e materiale esplodente (e lo si apprende sempre dalla relazione di scioglimento del 2015) è poi altro candidato della lista: Antonio Roccanova.
Lista “Uniti per Nardodipace”
Si ricandida a sindaco il già primo cittadino Romano Loielo, le cui amministrazioni sono state sciolte due volte per infiltrazioni mafiose venendo lo stesso dichiarato incandidabile (turni di incandidabilità già scontati). E’ l’attuale vicesegretario provinciale dell’Udc di Vibo Valentia dopo il passaggio da “Coraggio Italia” (il partito di Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello) ed in passato è stato per tanti anni elemento di punta in Calabria di Fratelli d’Italia, candidato anche alle regionali del 2014 nelle liste di Fdi (quando la sua prima amministrazione era già stata sciolta per infiltrazioni mafiose). Nella relazione di scioglimento del 2015 sul suo conto (pag. 157) è dato leggere testualmente che è stato “il vero ed unico pilastro portante dell’impianto criminale, catalizzatore di interessi pubblici, privati e delinquenziali”. Ed ancora: “Solo attraverso la comprensione del grado di scaltrezza, arroganza, spregiudicatezza ed indifferenza alle leggi dello Stato ad opera del primo cittadino Loielo Romano, fulcro e accentratore di tutte le funzioni dell’ente Comune è infatti possibile affermare non soltanto l’esistenza di un profondo condizionamento dell’ente da parte della criminalità organizzata, ma il suo totale asservimento alle logiche ‘ndranghetiste”. Nella prima amministrazione di Romano Loielo figurava quale suo vicesindaco il figlio del boss Rocco Tassone. La relazione di scioglimento, sul conto di Romano Loielo, oltre al comparaggio con Bruno Maiolo, ha messo in risalto anche il fatto che l’ex primo cittadino è stato testimone di nozze di Raffaele Damiano Cirillo, pure quest’ultimo indicato dai commissari come presente al presunto summit del 16 aprile 2001 diretto dal boss Rocco Tassone.
Destinatari del provvedimento di divieto detenzione di armi, munizioni e materiale esplodente risultano poi altri due candidati della lista “Uniti per Nardodipace”: Andrea Ilario Franzè e Antonio Tassone.
Il candidato a consigliere Aurelio Tassone è stato invece già consigliere comunale di maggioranza nella seconda amministrazione Loielo, mentre nella prima era assessore (entrambe sciolte per infiltrazioni mafiose).Il 29 gennaio 2019 ha ottenuto la prescrizione dal Tribunale di Vibo per il contestato reato di abuso d’ufficio in un processo inerente la gara di trasporto pubblico locale. Nella relazione di scioglimento del 2015 viene infine riportato un significativo elenco di sue frequentazioni con soggetti controindicati.
Altro candidato al Consiglio comunale è Antonio Franzè, vicesindaco nella prima amministrazione Loielo sciolta per infiltrazioni mafiose, consigliere di maggioranza nella seconda amministrazione Loielo (anche questa sciolta). Anche per lui prescrizione a Vibo il 29 gennaio 2919 nel processo per abuso d’ufficio relativo alla gara di trasporto pubblico locale, la relazione di scioglimento del 2015 – sulla scorta delle segnalazioni della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri – riporta che “è solito accompagnarsi con persone a cui carico figurano precedenti penali e di polizia tra cui Rocco Bruno Maiolo”.
Ricandidati a consiglieri comunali, infine, anche Piero Tassone e Davide Angelo Cusano che risultano tra i firmatari dei ricorsi (unitamente a Romano Loielo e Antonio Franzè) contro il Capo dello Stato per il primo scioglimento (2011) dell’amministrazione Loielo per infiltrazioni mafiose e contro il Ministero dell’Interno. Entrambi i ricorsi sono stati rigettati ed hanno confermato lo scioglimento degli organi elettivi dell’ente per infiltrazioni mafiose.
Questa la situazione delle comunali a Nardodipace, dunque, in una realtà dove l’inchiesta “Crimine” del 2010 ha accertato in via definitiva l’esistenza di un vero e proprio locale di ‘ndrangheta guidato da Rocco Tassone, collegato al potente clan dei Commisso di Siderno ed ai clan di Rosarno. Locale di ‘ndrangheta che – stando alle sentenze ed alle intercettazioni – conterebbe tra Cassari, Ragonà e Nardodipace quasi cento affiliati e dove quindi la presenza dello Stato – Prefettura di Vibo e magistratura antimafia – deve necessariamente tenere alti i “riflettori” nell’assenza totale – o quasi – di una politica che in molti casi ha preferito (e preferisce) girarsi dall’altra parte.
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