Inseguiti, picchiati selvaggiamente e poi derubati, a Vibo Marina scatta la legge del branco
Fermati dopo 24 ore i responsabili: sono quattro giovani già noti alle forze dell’ordine trovati poi in possesso di droga e munizioni. Ecco chi sono
È nato da un semplice diverbio per una precedenza non data, l’efferato episodio di cronaca che ha avuto come vittime dei malcapitati ragazzi, inseguiti per circa un chilometro la notte tra il 24 e il 25 luglio scorso a Vibo Marina, successivamente pestati in maniera selvaggia e derubati dei loro averi e della loro macchina.
Episodio avvenuto nella zona del porto, dove quattro ragazzi a bordo di una Fiat 600 di colore bianco sono stati presi di mira da altrettanti giovani, già noti alle forze dell’ordine. Ma le indagini, concluse nell’arco di 24 ore dai poliziotti della Squadra Mobile e della Squadra Volanti di Vibo, hanno avuto poi risvolti inattesi. Le perquisizioni domiciliari cui sono stati sottoposti i fermati, infatti, hanno consentito il ritrovamento di sostanze stupefacenti e munizionamento vario.
Nel caso dell’aggressione ai ragazzi, è scattata la cosiddetta “legge del branco”. Gli aggrediti hanno tempestivamente informato il 113 di essere inseguiti in maniera minacciosa dai soggetti poi fermati che li hanno raggiunti davanti al comando dei Vigili del fuoco di Vibo Marina, dove gli stessi avevano cercato riparo.
Ma il pur tempestivo intervento della Polizia non ha potuto evitare che due dei quattro ragazzi a bordo della vettura (due uomini e due donne di cui una minorenne) fossero picchiati, derubati di una catenina in oro letteralmente strappata dal collo di uno dei due e, neppure, che gli fosse sottratta l’automobile successivamente ritrovata priva degli oggetti di valore in essa contenuti (un cellulare di ultima generazione del valore di circa 1100 euro e circa 300 euro in contanti).
Ad essere individuati nell’immediatezza dei fatti, grazie alla descrizione fornita dalle vittime e alle immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza della zona. Si tratta di Giuseppe Alessandro Tomaino, di 21 anni, con precedenti i polizia per reati contro il patrimonio, resistenza e danneggiamento; di Daniele Nazzareno Lagrotteria, di 21 anni con precedenti per violenza, ricettazione, stupefacenti, reati contro il patrimonio, associazione a delinquere; Luigi Federici, di 18 anni, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, resistenza e danneggiamento; Giuseppe D’Ambrosio di 23 anni con precedenti di polizia per fabbricazione e commercio abusivo di materiale esplodente.
In seguito agli accertamenti sono scattate le perquisizioni a carico dei responsabili che hanno consentito di rinvenire nella disponibilità di Luigi Federici 300 grammi di marijuana, 25 cartucce per pistola calibro 7.65, un caricatore con 7 cartucce calibro 7.65. Materiale ritrovato in un’auto in disuso utilizzata come deposito. Inoltre, nel cortile delle abitazioni di Tomaino e Federici sono state rinvenuti 2 cartucce per fucile calibro 12 e 3 grammi di marijuana già confezionata e pronta per la vendita. I fermati dovranno rispondere di lesione, rapina e, nel caso di Tomaino e Federici, anche di possesso di sostanza stupefacente e di munizionamento.
«Un episodio che stupisce per efferatezza e violenza – ha detto il questore Filippo Bonfiglio in conferenza stampa – e per la spavalderia dei responsabili che non si sono fermati neppure davanti ad un presidio di pubblica sicurezza e alla bandiera italiana, dato che l’aggressione è avvenuta davanti al Comando dei Vigili del fuoco. Altro elemento emblematico è stata l’assoluta tranquillità dei soggetti durante il fermo di polizia quando si scambiavano risatine e sguardi d’intesa, forse inconsapevoli delle conseguenze di un gesto così grave che li vedrà processati e certamente condannati».
Ad ulteriore riprova della spavalderia degli stessi, anche il fatto che all’uscita dalla Questura gli stessi sono stati accolti da applausi da parte di familiari e amici sopraggiunti sul posto.