Incidenti mortali in autostrada: sette assoluzioni in Tribunale a Vibo
Nessun colpevole per i cinque i morti, tutti giovanissimi, di Cinquefrondi e Gioia Tauro, deceduti in due distinti sinistri stradali
Assoluzione per non aver commesso il fatto. Questa la decisione del Tribunale di Vibo Valentia dopo le sei richieste di condanna avanzate dalla Procura nel processo che mirava a far luce sui due incidenti avvenuti in autostrada in cui hanno perso la vita Domenico Napoli, 19enne di Cinquefrondi (sinistro del novembre 2015), e poi Fortunato Calderazzo (22 anni), Marzio Canerossi (22), Giuseppe Speranza (24) e Francesco Carrozza (22 anni) tutti di Gioia Tauro, nel secondo sinistro stradale del marzo 2016.
Gli incidenti mortali si sono verificati lungo l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria nel tratto vibonese vicino allo svincolo di Mileto. La condanna a 5 anni di reclusione a testa era stata chiesta per: Giovanni Fiordaliso (classe ’78, di Reggio Calabria), dirigente Anas e direttore del centro manutenzione; l’omonimo Giovanni Fiordaliso (classe ’70, di Reggio Calabria), dirigente Anas e direttore dei lavori del lotto di ammodernamento in questione compreso tra lo svincolo di Serre e quello di Mileto; Franco Forni (68 anni, di Napoli), Salvatore Scoppetta (68 anni, di Roma), Antonio Grimaldi (78 anni, di Roma) e Salvatore Esposito (63 anni, di Roma), progettisti del tunnel artificiale (per conto della società “Progin Spa” di Roma). [Continua in basso]
Nei loro confronti l’accusa riguardava «la mancata predisposizione di adeguati sistemi e dispositivi di ritenuta idonei a contenere i veicoli che fuoriuscivano dalla sede stradale e di protezione dello spigolo/montante destro del portale rettangolare dell’imbocco della stessa, da intendersi quale ostacolo fisso laterale pericoloso». L’assoluzione era stata invece chiesta dalla stessa Procura per Antonio Capomolla, 57 anni, di Soriano Calabro, autista del tir che investì la Fiat 500L con a bordo i quattro ragazzi di Gioia Tauro vittime dell’incidente del 1° marzo 2016. Antonio Capomolla era difeso dall’avvocato Bernardo Ceravolo. Nel collegio di difesa gli avvocati: Anselmo Torchia, Rosa Giorno, Silvia Liviabella, Bernardo Ceravolo, Antonio Voce, Antonio Managò, Marco Gemelli, Antonio De Nuccio, Giovanni Grotteria, Gaetano Servello e Alfonso Stile, mentre le famiglie delle vittime erano rappresentate dagli avvocati Guido Contestabile, Giuseppe Spinelli, Daniele Esposito, Gianluca Sollazzo, Antonio Corsaro, Girolamo La Rosa, Sarino Melissei e Antonio Tommaselli.
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