Truffa alle assicurazioni: da Vibo a Tropea, da Mileto a San Calogero, il “sistema” nella deposizione del maggiore Lopreiato
Il principale teste dell’accusa ha delineato in aula le contestazioni ed i riscontri. Coinvolti anche un avvocato e due medici ospedalieri. Gli imputati sono in totale 42
Nuova udienza dinanzi per il processo nato dall’operazione “Dirty Business” che mira a far luce su una serie di truffe alle assicurazioni. Dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia – presieduto dal giudice Tiziana Macrì – è ricomparso il maggiore dei carabinieri Nazzareno Lopreiato, principale teste dell’accusa e investigatore che ha condotto sul “campo” le indagini all’epoca alla guida della Stazione di Vibo.
In oltre quattro ore di deposizione, il teste ha ripercorso tutte le fasi delle indagini spiegando il modus agendi dell’organizzazione: in via preliminare si inscenavano infatti dei sinistri stradali mai avvenuti o accaduti con modalità diverse da quelle riportate alla compagnia di assicurazione, mediante la redazione di un falso modulo Cid; la certificazione sanitaria di pronto soccorso sarebbe stata poi quasi sistematicamente vergata dalla dott.ssa Mylene Molina, medico in servizio al Pronto Soccorso dell’ospedale di Tropea, presso il cui presidio si presentavano i presunti feriti, anche qualora il luogo del sinistro – ha spiegato in aula il teste – veniva collocato a qualche chilometro dell’ospedale di Vibo Valentia; parte della certificazione medica di prolungamento della malattia sarebbe stata quindi redatta direttamente dal sodalizio, utilizzando carta intestata all’Asp – Reparto Ortopedia di Vibo Valentia – falsificando la firma dei sanitari.
Dall’esame del teste è poi emerso che in altre circostanze provvedeva in tal senso Giacomo Streva, 68 anni, medico specialista ortopedico in servizio all’U.O. di Ortopedia di Tropea, il quale avrebbe rilasciato la compiacente certificazione senza pretendere, a favore della pubblica amministrazione che rappresentava, il pagamento del ticket. Secondo la ricostruzione dell’investigatore e delle indagini a sostegno dell’impianto accusatorio, successivamente si provvedeva all’inoltro alla compagnia di rischio dei documenti fraudolenti al fine di ottenere la liquidazione del risarcimento che l’assicurazione raggirata – seppur, in alcuni casi, non del tutto convinta delle dinamiche del falso sinistro – finiva per concludere tacitando così sul nascere potenziali contenziosi civili. [Continua in basso]
Dall’esame in aula del maggiore, Nazzareno Lopreiato, è emerso che tutti i falsi sinistri stradali venivano inscenati quasi sempre con gli stessi veicoli colmi di persone fino alla loro massima capienza, mentre nelle liste delle vittime figuravano sempre le stesse persone “a rotazione”, con strane “inversioni di ruolo” per cui soggetti, che in un certo sinistro sono risultati guidatori o terzi trasportati, in un altro vengono citati come testimoni.
Nazzareno Lopreiato con dovizia di particolari ha poi passato in rassegna tutti i reati-fine che sono una quarantina e si trovano ricompresi in undici capi di imputazione. Il teste ha spiegato che per ogni singolo reato sono stati effettuati rigorosi riscontri di natura documentale completati con l’escussione delle stesse persone rimaste coinvolte nei presunti sinistri le quali si sarebbero contraddette sia sulla dinamica che sul luogo in cui sarebbe avvenuto l’incidente.
Lopreiato ha anche rimarcato come da accertamenti al Pronto Soccorso dell’ospedale di Tropea non vi era riscontro sulle schede di P.S. e sui certificati a firma della dott.ssa Mylene Molina esibiti dall’A.D. Service alle compagnie assicurative per ottenere il risarcimento.
In altre circostanze è stato accertato che i progressivi numeri dei certificati medici prodotti dal Pronto soccorso dell’ospedale di Tropea, a firma di Mylene Molina, rilasciati a favore di altri imputati, in realtà risultavano associati ad altri pazienti che realmente erano ricorsi alle cure del sanitario. Insomma, secondo l’ipotesi investigativa, alcuni imputati non si sarebbero mai presentati al Pronto soccorso di Tropea e la dott.ssa Mylene Molina si sarebbe limitata a redigere i falsi atti pubblici. Per alcuni sinistri è anche emerso il medesimo numero assegnato cronologicamente a pazienti transitati dal Pronto soccorso con l’aggiunta del bis.
I rapporti con gli Arena e l’incidente a Ricadi
Il maggiore Nazzareno Lopreiato ha anche fatto riferimento ai rapporti di interesse con la famiglia Arena di Mileto, narrando tra l’altro un episodio ritenuto significativo. Il 19 aprile 2011 l’A.D. Service di Arena Domenicantonio richiedeva infatti alla Duomo Assicurazioni di definire in via transattiva i danni e le lesioni riportate il 20 gennaio 2011 nel corso di un sinistro.
Quel giorno a Ricadi, alla guida dell’autovettura Alfa Romeo 147 di proprietà di Giammaicol La Torre, figlio della dottoressa Mylene Molina vi era Giovanni Battista Arena, con a bordo lo stesso Giammaicol La Torre, la sorella Giasmara La Torre, Domenicantonio Arena (titolare dell’A.D. Service), la moglie di questi Maria Antonia Nicolaci. La dinamica del sinistro sempre la stessa: perdita del controllo del veicolo con uscita fuoristrada. Tutti avrebbero riportato lesioni tranne Giovanni Battista Arena.
Secondo la ricostruzione dell’ufficiale, dagli atti acquisiti i feriti si sarebbero presentati al Pronto soccorso dell’ospedale di Tropea dalle ore 20:30. Medico in turno al Pronto Soccorso (montante alle ore 20:00) risultava essere la dott.sa Mylene Molina. Da una verifica delle schede di Pronto soccorso del giorno 20 gennaio 2011 è emerso – dal racconto del teste in aula – che non vi è traccia della loro presentazione al Pronto soccorso dell’ospedale di Tropea. In sede di visita medico–legale, da parte del medico fiduciario della compagnia di assicurazione, tra l’altro veniva presentata per ciascuno di loro la scheda di Pronto soccorso, a firma della dottoressa Mylene Molina, contraddistinte dal numero di registrazione: La Torre Giasmara n. 840, La Torre Giammaiol n. 841, Arena Domenicantonio n. 842, Nicolaci Maria Antonia n. 843.
“A quel punto – ha proseguito Nazzareno Lopreiato – si è proceduto a visionare tutte le schede di Pronto soccorso vergate durante il turno della dott.ssa Molina Mylene ed è stato riscontrato che le schede di Pronto soccorso con la numerazione sopra specificata risultavano attribuite ad altri pazienti. Parallelamente, Mylene Molina – ha riferito il teste – procedeva anche alla falsa redazione dei referti medici costituenti, unitamente alle schede di P.S., atti pubblici indispensabili all’iter necessario per ottenere il non dovuto rimborso della compagnia assicuratrice”. [Continua in basso]
I referti all’ospedale di Tropea
I referti di Pronto soccorso sono risultati accompagnati da altri certificati medici di prolungamento delle prognosi di ulteriori 30 giorni ciascuno. Tali certificati, risultati a firma di Giacomo Streva, 68 anni, medico specialista ortopedico, di Tropea, sono stati disconosciuti sia nel gruppo data e firma che nella grafia.
Gli investigatori guidati da Nazzareno Lopreiato per “mero scrupolo hanno poi visionato presso il reparto di Ortopedia dell’ospedale di Tropea i registri di visite ambulatoriali e, ancora una volta, è stata confermata la falsità dei certificati, atteso che i nominativi dei presunti feriti non risultano essere transitati dal Reparto di Ortopedia. Inoltre è emerso un dato di non poco conto: il 6 marzo 2011 era domenica, per cui gli ambulatori dell’ospedale non erano operanti.
Altro sinistro con gli Arena
Il 20 gennaio 2011 si verificava quindi un altro sinistro stradale che coinvolgeva ancora una volta la famiglia Arena. Infatti, dalla documentazione acquisita anche il padre di Domenicantonio e Giovanni Battista, Celestino Arena (per il quale il gup ha disposto nel luglio del 2021 il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione) nella stessa ora e giorno si sarebbe presentato al medesimo Pronto soccorso perché investito da un mezzo sprovvisto di copertura assicurativa. Parte quindi una richiesta di risarcimento da parte dell’avvocato Giuseppe Santamaria al Servizio Fondo di Garanzia delle vittime della strada. A distanza di meno di un mese, il 14 marzo 2011 Celestino Arena si ripresenta al Pronto soccorso di Tropea (in turno sempre la dott.ssa Mylene Molina) e questi rilascia certificazione medica la cui diagnosi risultava perfettamente sovrapponibile a quella di qualche settimana prima. Veniva quindi aperto un altro sinistro per ulteriore risarcimento e venivano acquisiti certificati medici attestanti un prolungamento della malattia per complessivi giorni 240. Il comandante Lopreiato ha infine chiarito di aver effettuato accertamenti al Comune di San Calogero, dove Celestino Arena risultava prestare la propria attività lavorativa accertando che nel periodo in esame non si era mai assentato ed anzi aveva anche prestato lavoro straordinario.
Il processo proseguirà l’8 maggio con il controesame di Lopreiato da parte dei difensori degli imputati. I reati contestati coprono un arco temporale che va dal 2007 al 2015.
Parti lese: la Axa Assicurazioni, Unipol-Sai, società Cattolica, Alliance spa, Generali Italia, Fondiaria Assicurazioni spa, Milano assicurazioni.
Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Demetrio Procopio, Francesco Rombolà, Antonio Porcelli, Mario Bagnato, Emanuele Guzzo, Francesco Sabatino, Salvatore Sorbilli, Michele Accorinti, Michele Pagnotta, Antonio Maccarone. [Continua in basso]
Gli imputati
Il reato di associazione a delinquere viene contestato a nove imputati. Quali promotori ed organizzatori dell’associazione vengono indicati Domenicantonio Arena e Giovanni Battista Arena, rispettivamente di 48 e 38 anni, il primo di Paravati di Mileto, il secondo di San Calogero. I due avrebbero mantenuto il collegamento fra i vari accoliti della presunta associazione a delinquere, organizzando le competenze e le condotte di ciascun partecipe, predisponendo le attività finalizzate all’illecito arricchimento del consesso, distribuendone i relativi profitti derivanti dai singoli illeciti. L’avvocato Giuseppe Santamaria, 47 anni, di Vibo Valentia, nella sua qualità di legale, è invece accusato di aver patrocinato le controversie giudiziarie che sarebbero insorte in correlazione ai falsi sinistri ideati e realizzati, a vario titolo, dai componenti dell’associazione. Rinviata a giudizio per il reato di associazione a delinquere pure Mylene Molina, 59 anni, di Tropea che, in qualità di medico ospedaliero in servizio all’ospedale di Tropea, avrebbe falsificato (secondo l’accusa) le certificazioni sanitarie attestanti false lesioni patite dai soggetti di volta in volta coinvolti nei falsi sinistri stradali. Gli altri imputati per il reato di associazione a delinquere sono: Sarina Margherita Nicolaci, 52 anni, di Paravati; Maria Antonia Nicolaci, 56 anni, di Paravati; Maria Carmela Arena, 58 anni, di Mileto; Graziella Arena, 53 anni, di San Calogero. A tali indagati vengono contestati pure altri reati-fine.
Falso materiale, falso ideologico in atti pubblici, corruzione di pubblici ufficiali, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, falso materiale e falsa testimonianza sono invece gli altri reati contestati, a vario titolo, agli imputati: Antonio Arena, 61 anni, di Paravati; Giuseppe Preiti, 48 anni, di San Calogero; Domenico Preiti, 40 anni, di San Calogero; Stefano Preiti, 32 anni, di San Calogero; Emanuela Currà, 46 anni, di San Calogero; Emanuele Gentile, 34 anni, di Rombiolo; Vincenzo Crudo, 32 anni, di Rombiolo; Michelle Baldo, 31 anni, di Rombiolo; Pasqualina Ferraro, 64 anni, di Rombiolo; Rocco Durante, 43 anni, di Pizzo Calabro; Giuseppe Greco, 52 anni, di Pizzo; Pietro Greco, 61 anni, di San Calogero; Salvatore Barbieri, 78 anni, di Pannaconi di Cessaniti; Maria Concetta Mazzeo, 40 anni, di Paravati; Concetta Lucifero, 62 anni, di Pannaconi; Antonio Barbieri, 42 anni, di Pannaconi di Cessaniti; Domenico Solano, 65 anni, di San Calogero; Gessica Solano, 34 anni, di San Calogero; Palma Paglianiti, 60 anni, di San Calogero; Maria Anna De Vita, 55 anni, di Tropea; Raffaele Euticchio, 38 anni, nativo di Tropea ma residente a Perugia; Giammaicol La Torre, 35 anni, di Tropea; Giasmara La Torre, 31 anni, di Tropea; Giacomo Streva, 68 anni, medico specialista ortopedico, di Tropea; Giuseppe De Vita, 47 anni, di San Calogero; Agostino Ventrici, 62 anni, di San Calogero; Domenico Ventrici, 42 anni, di Vibo Valentia; Tomas Ventrici, 36 anni, di San Calogero; Antonio Calabria, 45 anni, di San Calogero; Nicola Fiamingo, 58 anni, di Zungri; Norma Rosa Accorinti, 59 anni, di Zungri; Salvatore Pititto, 55 anni, di Mileto; Rocco Baldo, 52 anni, di Mileto.
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