lunedì,Novembre 25 2024

Il Consiglio di Stato: «Impianti pubblicitari demoliti illegittimamente dal Comune di Vibo», non era pubblicità abusiva

Ordinanze di rimozione fuori legge. Nulle le sanzioni che l’ente aveva irrogato alle società Pubbliemme ed Ige che avevano installato nel rispetto delle norme. Chi paga ora i danni economici e di immagine?

Il Consiglio di Stato: «Impianti pubblicitari demoliti illegittimamente dal Comune di Vibo», non era pubblicità abusiva

Impianti pubblicitari demoliti illegittimamente a Vibo Valentia dal Comune, nonostante le società Pubbliemme ed Ige avessero per tempo segnalato all’ente ed all’allora commissario prefettizio l’illegittimità dei provvedimenti di rimozione invitando l’ente a bloccare le demolizioni in attesa delle pronunce del Consiglio di Stato. Pubbliemme ha sempre chiesto di attendere l’esito dei contenziosi prima di avviare qualsiasi attività di rimozione e per anni ha invocato la legalità, invitando il Comune di Vibo Valentia ad indire una procedura pubblica di gara. Nulla da fare, però, ed impianti demoliti ugualmente da parte del Comune di Vibo, causando enormi danni economici e di immagine alle due società (rappresentate da Domenico Maduli e F. M.) che ora – a distanza di due anni – si vedono dare ragione pure dal Consiglio di Stato. Gli appelli del Comune di Vibo Valentia avverso le decisioni del Tar – che avevano annullato gli ordini di demolizione quando però gli impianti erano già stati demoliti dal Comune – sono stati respinti dal Consiglio di Stato che ha dato ragione alle due società difese dall’avvocato Giuseppe Esposito. Una decisione, quella del Consiglio di Stato, che espone ora il Comune di Vibo al risarcimento dei danni. Chi paga, infatti? Sempre il Comune, naturalmente, che nel frattempo è stato condannato dal Consiglio di Stato a rifondere le spese del giudizio sia alla Pubbliemme che alla Ige. Restano quindi annullate le sanzioni che il Comune aveva irrogato alla Pubbliemme (legalmente rappresentata dal Presidente del CdA Domenico Maduli) per venti impianti pubblicitari che l’ente riteneva illegittimi – tanto da demolirli nel 2019– ma che illegittimi non erano affatto. Così come restano annullate le sanzioni per i dieci impianti della Ige di F.M. Gli impianti pubblicitari, dunque, non andavano demoliti in quanto – come già stabilito in passato dal Consiglio di Stato – non era necessaria la concessione edilizia per la loro installazione. Con l’approvazione del Piano Generale degli Impianti (giugno 2014), il Comune di Vibo aveva inoltre previsto la possibilità di verifica e sanatoria degli impianti già esistenti, ma tutteleistanze presentate da Pubbliemme ed Ige per la conformazione dei pannelli pubblicitari erano state rigettate dal Comune di Vibo che aveva anche proceduto alla demolizione degli impianti senza aspettare le successive pronunce del Consiglio di Stato e facendo passare per illegittime delle installazioni che illegittime non erano. Venendo meno anche la base giuridica posta a fondamento delle ingiunzioni di pagamento delle sanzioni, ecco ora il venir meno anche di ogni pretesa da parte del Comune che, dinanzi al Consiglio di Stato, era difeso dall’avvocato Gennaro Terracciano. [Continua in basso]

Il Comune di Vibo

Per intere settimane sulle pagine dei quotidiani si è parlato di impianti abusivi, impianti non a norma, si è parlato di Pubbliemme rappresentando la stessa come un’azienda che operava e ha operato nella non legalità, ma finalmente a distanza di due anni, arrivano le sentenze.
Il Comune ha agito senza indugio, nonostante gli appelli della Pubbliemme, adducendo la necessità di ripristinare la legalità sul territorio, ma gli impianti pubblicitari di Pubbliemme non erano da rimuovere e nessuna legalità ad oggi è stata ripristinata sul territorio, perché non è mai stata indetta una procedura di gara ad evidenza pubblica per la gestione degli impianti pubblicitari, unico strumento atto a garantire legalità e trasparenza, e nessuno degli abusi segnalati dalla Pubbliemme è stato preso in carico dal Comune.

Per le attività di rimozione il Comune ha stanziato ben 50 mila euro, denaro che avrebbe potuto destinare all’edilizia scolastica o alla viabilità o comunque destinare in servizi per i cittadini. Alla Pubbliemme è stato negato il diritto di esercitare la propria attività, mentre sul territorio altre imprese hanno continuano ad operare. Le azioni avviate dal Comune di Vibo Valentia nei confronti della Pubbliemme sono state prontamente denunciate alle autorità competenti perché sia fatta chiarezza sui provvedimenti adottati dai vari funzionari.

top