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Rinascita Scott, Ferrante: «Non ho mai aggredito in carcere Mangone»

Dichiarazioni spontanee dell’imputato detenuto nel corso del maxiprocesso. L'avvocato ha chiesto al Tribunale di acquisire la documentazione del carcere per escludere qualsiasi aggressione ed ha espresso poi solidarietà a Gratteri

Rinascita Scott, Ferrante: «Non ho mai aggredito in carcere Mangone»
Gianfranco Ferrante

Dichiarazioni spontanee da parte dell’imputato Gianfranco Ferrante, 59 anni, di Vibo Valentia, nel corso del maxiprocesso Rinascita Scott. Prendendo la parola, Ferrante ha inteso replicare alle recenti dichiarazioni del teste Antonio Genesio Mangone, contestando ogni punto delle sue accuse e preannunciando una querela per calunnia. L’imputato detenuto Ferrante, oltre ad aver negato qualunque partecipazione ad una aggressione ai danni del Mangone, ha contestato di aver mai espresso giudizi critici nei confronti del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e della Distrettuale antimafia, così come riferite dallo stesso Mangone nel corso della sua deposizione. Al termine delle dichiarazioni spontanee, l’avvocato Francesco Sabatino – difensore di Ferrante – ha chiesto al Tribunale di acquisire (ai sensi dell’art. 507 cpp) la documentazione del carcere per escludere qualsiasi aggressione nei confronti di Mangone. Inoltre – rifacendosi ad un precedente intervento dell’avvocato di parte civile e difensore di alcuni collaboratori, Giovanna Fronte, che aveva espresso solidarietà nei riguardi del procuratore Gratteri -, l’avvocato Sabatino ha evidenziato che, “prescindendo dall’affidabilità delle dichiarazioni del Mangone, l’attestato di solidarietà nei riguardi del procuratore non può che essere unanime da parte dell’intero collegio difensivo”. Gianfranco Ferrante è imputato per associazione mafiosa, tentata estorsione, usura, turbativa d’asta e concorso in intestazione fittizia di beni. 

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