lunedì,Dicembre 2 2024

Violenza privata: condannato in Cassazione Gaetano Soriano

Per i giudici avrebbe di fatto “espropriato” a Filandari il proprietario di un terreno che aveva incaricato un operaio di potare degli alberi di ulivo

Violenza privata: condannato in Cassazione Gaetano Soriano
La cassazione e nel riquadro Gaetano Soriano
Gaetano Soriano

Passa in giudicato la sentenza di condanna a un anno e sei mesi nei confronti di Gaetano Soriano, 59 anni, di Pizzinni, frazione di Filandari, ritenuto responsabile del reato di violenza privata (così riqualificata l’originaria imputazione di estorsione aggravata dal metodo mafioso, quest’ultima aggravante essendo stata esclusa dai giudici di merito) per aver costretto un soggetto incaricato della potatura di alberi di ulivo – per conto del proprietario di un terreno – ad andare via dalla zona e abbandonare il legname che avrebbe dovuto portare via come compenso del lavoro prestato. Il ricorso è stato ritenuto dalla Cassazione inammissibile in quanto nel delitto di violenza privata è tutelata la libertà psichica dell’individuo e la fattispecie criminosa ha carattere generico e sussidiario rispetto ad altre figure in cui la violenza alle persone è elemento costitutivo del reato, sicchè esso reprime genericamente fatti di coercizione non espressamente considerati da altre norme di legge”. Riguardo la pena, Gaetano Soriano per tale vicenda ha già scontato un anno e tre mesi agli arresti domiciliari, percui gli restano da scontare ancora due mesi e 12 giorni. [Continua in basso]

Gaetano Soriano – che in primo grado era stato giudicato dal Tribunale di Vibo Valentia – secondo la ricostruzione degli inquirenti, rivendicando il terreno come proprio, non avrebbe più permesso al legittimo proprietario di mettere piede sul fondo e neanche di rientrare in possesso di diversa legna lì ammassata e derivante dalla potatura degli alberi di ulivo.
La vicenda ha origine nell’aprile del 2015 quando il proprietario del terreno conferì ad altro soggetto di sua conoscenza l’incarico di potare gli alberi di ulivo sul terreno della moglie in località “Fondo Monica” confinante con i terreni della famiglia Soriano. Il terzo giorno di lavoro, Gaetano Soriano si sarebbe quindi presentato sul posto ordinando ai presenti di smettere di lavorare e di uscire dal terreno rivendicandone la proprietà e non permettendo agli autori del taglio della legna neanche di portarla via. Le indagini erano state condotte dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia.

Da ricordare che Gaetano Soriano l’11 gennaio scorso è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a 11 anni di reclusione per associazione mafiosa. In questo caso ha già scontato 2 anni e 6 mesi in custodia cautelare e quindi gli restano da scontare 8 anni e 5 mesi di reclusione. E’ difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio.

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