Operaio di San Nicola da Crissa ucciso nel Bolognese, una condanna all’ergastolo
Il fatto di sangue nel luglio del 2019. Decisivo il ritrovamento dell’auto di uno dei presunti responsabili con tracce di sangue in prossimità del bagagliaio


È definitiva la condanna all’ergastolo per Ivan Rudic, serbo di 38 anni, processato per l’omicidio di Consolato Ingenuo, 42enne di San Nicola da Crissa il cui cadavere è stato ritrovato nel luglio 2019 in un dirupo tra Cereglio e Tolè, nel comune di Vergato, nell’Appennino bolognese.
La Cassazione ha, infatti, rigettato il ricorso dei suoi difensori, gli avvocati Mariagrazia Petrelli e Mirko Rambaldo, come chiesto anche dall’avvocato di parte civile, Francesco Antonio Maisano, che assiste i familiari della vittima. Il procuratore generale aveva concluso per l’inammissibilità del ricorso.
La sentenza in primo grado era arrivata il 13 settembre 2021 quando la Corte d’Assise di Bologna condannò, oltre a Rudic, autotrasportatore, anche Mihai Apopei, operaio romeno 53enne, a due anni per occultamento di cadavere. Nei confronti di quest’ultimo c’era poi stata la conferma in appello con la sentenza divenuta definitiva per il mancato ricorso in Cassazione. [Continua in basso]
L’omicidio era scaturito da una lite tra i tre, conoscenti da tempo, scoppiata in un bar a Tolè. Del 42enne originario di San Nicola da Crissa si erano quindi perse le tracce: il suo corpo venne ritrovato la mattina seguente a 500-600 metri di distanza da dove si trovava il cadavere. La vettura, da accertamenti, è risultata essere in uso al serbo Ivan Rudic e presentava danneggiamenti, per un incidente. Sono state scoperte tracce ematiche anche in prossimità del bagagliaio.
Ad allertare i militari dell’Arma erano stati il fratello della vittima e l’ex compagna che, preoccupata dalla mancata telefonata che il 42enne faceva tutte le sere al figlio, e dopo aver provato a contattare l’uomo senza esito, aveva sporto denuncia ai carabinieri.
Ingenuo, operaio boschivo, si era da diversi anni trasferito ad Amore, paese a poca distanza dal luogo del ritrovamento del cadavere. La sua tragica fine aveva suscitato sconcerto e incredulità nel suo paese d’origine, San Nicola da Crissa, dove risiedono la madre, due sue sorelle e altrettanti fratelli, mentre un terzo fratello si era pure lui da tempo stabilito nel Bolognese. Una famiglia conosciuta per la dedizione al lavoro.
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